Beni culturali

  • Beni,  Beni culturali,  Cronaca

    Crocefisso aureo sparito, Monsignor Acrocca chiarisce la sua posizione

    Redazione

    [Ed. 17/04/2021] Sulla posizione che ha ritenuto di assumere l’Arcivescovo, Monsignor Felice Accrocca, in merito alla vicenda della sparizione del ‘Crocifisso aureo’, giunge la spiegazione ufficiale. “Oggi, durante la trasmissione televisiva ‘ItaliaSì’, in onda su Rai 1 in orario pomeridiano, l’arcivescovo, monsignor Felice Accrocca, è stato chiamato in causa in riferimento alla vicenda della sparizione del ‘Crocifisso aureo’, forgiato con oro votivo, offerto in dono a san Pompilio Maria Pirrotti e conservato a Montecalvo Irpino (AV) presso il Museo parrocchiale. Chi ha parlato, ha affermato – impropriamente – che l’arcivescovo non sarebbe “intervenuto”.

    Al contrario, si precisa che, non appena è stato informato del fatto – che riveste gli estremi del reato –, l’arcivescovo ne ha riconosciuto la gravità e, dopo un confronto con il parroco del luogo, ne ha sostenuto la scelta che lo stesso inoltrasse denuncia all’Autorità giudiziaria, come poi è avvenuto. Al momento le indagini sono in corso e – come è suo costume, non da oggi, ed obbligo –, finché non si avranno risultati sicuri, egli reputa suo proprio dovere, nel rispetto della giustizia, non interferire in alcun modo su di esse. Quando le indagini avranno dato il loro esito, alla luce di responsabilità certe prenderà le opportune decisioni. Tal modo di agire non è segno né – ancor meno – frutto di disinteresse, ma è dettato dalla doverosa prudenza; diversamente, si rischierebbe di procedere in base a sospetti e illazioni, senza supporto alcuno di prova, aggiungendo così danno a danno in una comunità già lacerata.

    Si spera, in tal modo, di aver chiarito le ragioni che hanno, fino al presente, orientato le scelte dell’arcivescovo”. [Nativo] [Correlato]

    [Crediti│Testo e Foto: tgnewstv]

  • Beni,  Beni culturali

    Museo della religiosità montecalvese e della memoria pompiliana

    Il Museo, realizzato esclusivamente per la generosità dei fedeli, accoglie numerose opere d’arte, oggetti appartenenti alle chiese di Montecalvo e ricordi della presenza di San Pompilio Maria Pirrotti nel suo paese natio. Il Museo è stato realizzato nella ricostruita casa natale del Santo, dove il 16 marzo 2001, durante i lavori di ristrutturazione fu provvidenzialmente rinvenuta la vetusta immagine di Mamma Bella dell’Abbondanza, oggi collocata e venerata nella Chiesa Matrice del paese. Gli oggetti esposti (circa 450) sono stati già catalogati dalla Soprintendenza di Salerno-Avellino. Il Museo di San Pompilio è tra i più antichi Musei religiosi della Campania. Infatti la fondazione risale al 29 dicembre 1898. Il documento che ne attesta la nascita è una lettera che Mons. Pompilio Pirrotti, parroco di Montecalvo e pronipote di San Pompilio, invia a Papa Leone XIII, dove chiede il dono di una lettera, un distico, una firma, per arricchire di prestigio, la collezione dei cimeli appartenuti a San Pompilio esposti nella casa paterna. La petizione nasce per il legame fortissimo che ebbe Papa Leone XIII con Montecalvo. Nel febbraio 1838, il ventottenne sacerdote Giocchino Pecci, poi Papa Leone XIII, venne destinato a governare come Delegato Apostolico Benevento, territorio dello Stato Pontificio. L’anno successivo dovette recarsi a Montecalvo Irpino su mandato della Sagra Congregazione dei Riti, per l’apertura dei Processi sulla vita e sulle virtù dello scolopio padre Pompilio Pirrotti, lì nato il 29 settembre 1710 e morto a Campi Salentina (LE) il 15 luglio 1766 dopo una vita esemplare di virtù eroiche e forte apostolato. La sua visita fu ben più di una semplice indagine, per aver risvegliato il suo estro poetico nei distici latini intitolati “Noster in Montem Calvum adventus”, “Patronus suae gentis”, “In familiares Pompii”e Pompilii sanctitas”. Il Museo è diviso in cinque sale. Nelle prime tre si ripercorre il periodo storico di San Pompilio, il 1700, attraverso l’oggettistica sacra appartenuta alle varie chiesa di Montecalvo Irpino. Oggetti e opere d’arte, espressione della religiosità montecalvese, recuperati o donati a seguito degli eventi tellurici negli anni 1930,1962 e 1980. Nelle ultime due sale, invece, sono raccolti tutti i cimeli e i beni che un tempo appartenevano alla famiglia del Santo. Tra le opere di maggior prestigio sono da mettere in risalto: La Statua di Mamma Bella dell’Abbondanza (sec. XVI-XVII); La Tavola della Madonna con Bambini e Santi (sec. XVI, seconda metà); Il ritratto di San Pompilio (sec. XVII); Tavola Madonna in trono con Bambino tra s. Giovanni Battista e San Girolamo (sec. XVI prima metà).

    Redazione

    [Crediti│Testo: Ministero per i beni e le attività culturali│Foto: Ministero per i beni e le attività culturali]

  • Beni culturali,  Eventi

    Benedetto XVI incoronerà la statua della Madonna dell’Abbondanza

    Redazione

    [Edito 07/03/2011] Montecalvo Irpino AV – Mercoledì 9 marzo 2011, durante l’udienza generale nell’Aula Paolo VI in Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI incoronerà la statua della Madonna dell’Abbondanza di Montecalvo Irpino.Il simulacro ligneo di Nostra Signora dell’Abbondanza, la celeberrima Mamma Bella di San Pompilio Maria Pirrotti, venne provvidenzialmente rinvenuto il 16 marzo del 2001, murato nel Palazzo Pirrotti, casa natale del Santo delle Scuole Pie in Montecalvo Irpino (AV). Affidata alla cura della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici per le province di Salerno e Avellino, la statua venne portata a Roma per il restauro.

    Il 24 aprile 2002 vi fu la presentazione ufficiale del restauro alla Dogana dei Grani di Atripalda, sede della Soprintendenza e il 25 seguente l’Arcivescovo Metropolita di Benevento Mons. Serafino Sprovieri intronizzò la statua nella Cappella Carafa della Chiesa Madre di Montecalvo Irpino, Collegiata di Santa Maria Assunta, autorizzandone il culto e la venerazione. A dieci anni dal provvidenziale rinvenimento e a conclusione del Terzo Centenario della nascita del figlio più illustre del paese San Pompilio (1710-2010), il parroco don Teodoro Rapuano ha promosso una serie di celebrazioni che vedranno nel gesto dell’incoronazione della Madonna da parte di Papa Benedetto XVI il momento più significativo. Difatti all’udienza generale parteciperanno circa 700 pellegrini montecalvesi. Mai nella cittadina irpina e avvenuto, in un solo giorno, un esodo di massa di queste dimensioni, frutto di un vero e sincero amore che i concittadini di San Pompilio hanno per la Gran Madre di Dio. Le due corone aure, che verranno utilizzate per la storica incoronazione, sono state realizzate grazie ha una cospicua quantità di oro, più di due chili, donata dai fedeli montecalvesi in una suggestiva cerimonia, durante la quale tutti hanno potuto seguire le fasi del peso e della fusione del prezioso metallo. Le delicate fasi della fusione, avvenuta a 1220 gradi, sono state compiute magistralmente dall’orafo Michele Ferragamo di Apice, coadiuvato dal figlio Angelo. Molti i bambini presenti in prima fila, che divertiti e interessati hanno seguito tutte i momenti salienti delle varie operazione. Tanti hanno donato con il cuore e non sono mancati gesti commoventi come quelli di chi, spinti dall’emozione del momento, si sono tolti un oggetto e lo ha gettato direttamente nel crogiuolo incandescente. C’è stato anche chi nel momento della donazione, ha manifestato una vera commozione, vissuta non tanto per il valore economico dell’oggetto, ma soprattutto per il valore affettivo, ricordo di legami che il tempo e la morte non hanno interrotto. La comunità con questo atto, che sembra portarci dietro nel tempo, ha compiuto un gesto, che oltre a realizzare le due corone permetterà anche di compiere delle opere di carità nel nome della Madonna dell’Abbondanza, come alcune adozione a distanza di bambini in difficoltà. Dopo la storica incoronazione della Madonna nell’Aula Paolo VI in Vaticano, nel pomeriggio, i pellegrini e il simulacro mariano raggiungeranno Frascati, dove in Piazza Roma verranno accolti dal Vescovo S.E. Mons. Raffaello Martinelli e dalle autorità civili e militari. Arrivati in Cattedrale il presule celebrerà alle ore 17,00 la Santa Messa, durante la quale saranno imposte le Sacre Ceneri sul capo dei pellegrini che, come popolo in cammino, inizieranno il percorso quaresimale. La Santa Messa sarà inoltre trasmessa in diretta attraverso il sito web www.luppino.it. La permanenza della statua dell’Abbondanza in Frascati è dovuta sia alla presenza di una comunità scolopica, il cui rettore è padre Martino Gaudiuso, uno dei maggiori conoscitori di San Pompilio, sia per la presenza in Frascati del Santuario mariano dell’Ordine delle Scuole Pie voluto proprio da San Giuseppe Calasanzio. Va inoltre ricordato che la visita della Madonna di San Pompilio a Frascati, ha un motivo in più per essere considerata un vero segno Provvidenziale, perché il santo montecalvese ha visitato la cittadina laziale, in quanto fu chiamato come precettore di Enrico Benedetto Maria Clemente, Duca di York, vescovo di Frascati dal 1761 al 1803, figlio di Giacomo III, re d’Inghilterra in esilio a Roma. La statua della Madonna farà ritorno a Montecalvo Irpino domenica prossima 13 dicembre, accolta alle ore 11,30 all’ingresso del paese dall’intera comunità montecalvese. Portata processionalmente in un primo momento nella cappella di San Pompilio, la statua della Gran Regina verrà nel pomeriggio, attraverso una solenne fiaccolata riportata nella splendida cappella rinascimentale della Chiesa Madre, per continuare nei secoli futuri dal punto più alto del paese, la sua missione di Madre, Avvocata e Protettrice dell’intero popolo montecalvese. [Nativo]
    [Crediti│Foto - Franco D'Addona]

  • Araldica,  Beni,  Beni culturali

    STEMMA E GONFALONE COMUNALE

    STEMMA – Il comune di Montecalvo è dotato di un elegante e semplicissimo stemma. La sua austera composizione mostra sullo sfondo nero, racchiuso da una forma rettangolare terminante a punta, la raffigurazione di un monte all’italiana a tre cime d’argento di cui la centrale più elevata. Lo stemma é sormontato in alto da una corona formata da mura e torri medievali mentre in basso é semicircondato da una ghirlanda con tricolore. GONFALONE – Drappo bianco riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dello stemma comunale con la iscrizione centrata in argento: Comune di Montecalvo Irpino. Le parti di metallo ed i cordoni sono argentati. L’asta verticale è ricoperta di velluto bianco con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento [Crediti│Testo - CTC Centro turismo culturale │Immagine - Wikipedia]

     

     

     

     

     

     

     

    Redazione

  • Beni,  Beni culturali,  Cronaca

    Il Crocifisso scomparso dal Museo Parrocchiale di Montecalvo

    LETTERA APERTA A S. E. FELICE ACCROCCA ARCIVESCOVO METROPOLITA DI BENEVENTO

    Franco Aramini

    [Ed. 09/03/2021] Eccellenza reverendissima, non Le nascondo l’imbarazzo nel rivolgermi a Lei nella pubblica modalità di una lettera aperta che vuole diffondere fatti e situazioni, a dir poco incresciosi, che nel corso degli ultimi mesi hanno travolto la comunità parrocchiale di S. Pompilio Maria Pirrotti in Montecalvo Irpino, e non solo.
    Non ce ne sarebbe stato bisogno, se la Sua paterna attenzione fosse stata più visibilmente presente, sia per dissipare dubbi, sia per lenire ferite.
    Non dubito delle Sue premurose curiali attenzioni che a seguito delle ancora misteriose dimissioni del parroco don Lorenzo Di Chiara si sono concretizzate con la nomina a vicario parrocchiale del Suo vicario generale.
    E’ vero che questa Sua decisione ha, in qualche modo, sopperito ad un’assenza che, diversamente, sarebbe stata, o quantomeno apparsa, totale, ma è anche vero che, a tutt’oggi, alcuna risposta è venuta alle inquietanti domande che da quasi un anno, ormai, la nostra ferita e dispersa comunità si sta ponendo:
    – la donazione di cinquantamila euro da parte di una benefattrice montecalvese per la ricostruzione del campanile più rappresentativo della nostra storia non solo religiosa: dov’è finita la gran parte di questi soldi, che come da comunicazione del Suo vicario non è più nel bilancio parrocchiale; e del campanile nemmeno l’ombra? Darà disposizioni, come dal Suo vicario promesso in un’informale riunione di ex collaboratori della parrocchia, per risarcire in qualche modo la nostra comunità?
    – farà alla nostra comunità chiarezza sugli arcani movimenti bancari effettuati sul conto della parrocchia, con particolare riferimento all’enigmatica uscita di seimila euro, già segnalati con un esposto alle autorità competenti?
    E la stessa chiarezza sarà fatta sulle altalenanti movimentazioni bancarie della Fondazione Rosa Cristini effettuate in assenza della prevista e obbligatoria autorizzazione del consiglio di amministrazione? irregolarità di cui dette comunicazione il delegato arcivescovile per il patrimonio nella stessa informale riunione?
    In merito al secondo caso ha provveduto, la Sua curia, a segnalare la cosa alle autorità giudiziarie?
    – verrà a ricordarci che la vera fede supera le popolari manifestazioni devozionali, comunque nei secoli generose di ori votivi la cui sparizione meriterebbe, in ogni caso, ferma e pubblica condanna?
    E come mai, a tal proposito, il Suo vicario non ha denunciato, né agli organi di polizia né alla pubblica opinione, la raccapricciante sostituzione con plastica del preziosissimo crocifisso d’oro (circa due kg), dono a S. Pompilio di quella popolare devozione, visto che la foto attestante l’avvenuta scempiaggine risale a oltre sei mesi prima della denuncia esposta dall’attuale parroco?
    – Le ha riferito, il Suo vicario, che nel corso dell’informale riunione di cui agli esposti precedenti un nostro parrocchiano collaboratore testimoniò pubblicamente di aver appreso dell’assenza dell’oro votivo della statua lignea dell’Abbondanza direttamente da chi lo aveva sottratto? E se sì, ha chiesto conto a costui di dove l’avrebbe custodito e dove tutt’ora si troverebbe? E ancora: hanno informato le forze investigative, Lei o il Suo vicario, di cotanta preziosa testimonianza?

  • Beni,  Beni culturali,  Chiese

    La Chiesa del Carmine

    La chiesa del Carmine, edificata nel 1498, fu tenuta dal 1518 dai Padri Agostiniani Ilicetani; nel 1693 il cardinale Orsini vi trasferì la funzione parrocchiale del Rettore di S. Nicola. La chiesa fu inizialmente dedicata a S. Sebastiano ma nel 1652 cambiò la sua denominazione in chiesa di Maria SS. del Carmine, come attestato da una iscrizione su arenaria conservata nel giardino del non più esistente Palazzo Stiscia, ad essa adiacente. La chiesa del Carmine fu notevolmente danneggiata dai vari terremoti succedutisi nel corso della sua storia. A seguito di quello del 1627, probabilmente fu oggetto di un primo rifacimento e risultò ulteriormente danneggiata dai terremoti del 1688, 1702, 1930 e 1962. La volontà di conservarne il ricordo,malgrado le distruzioni, rende quest’opera il classico caso di luogo di culto importante nella memoria del paese, anche se non più presente nella sua originaria sostanza, tanto che essa fu completamente rifatta dopo il 1930. In quell’occasione l’edificio fu arretrato di alcuni metri verso Sud-Ovest, occupando una parte del giardino Stiscia. Il terremoto del 1962 richiese l’esecuzione di un ulteriore restauro, mentre i lavori al pavimento e alla facciata furono eseguiti successivamente. La facciata della chiesa del Carmine contribuisce a creare le quinte dell’ampia piazza omonima, oggetto, anch’essa , di una accurata sistemazione. La facciata è anticipata da un basso corpo traforato da archi a tutto sesto di cui quello centrale, più ampio ed alto, costituisce l’ingresso. Sul retro è un liscio piano terminante a tetto inclinato e recante al centro uno schematico rosone circolare. Ancora più arretrate sono le due piccole ali laterali, anch’esse a profilo spiovente, recanti ciascuna una snella finestra arcuata. Lateralmente l’edificio è ancor più disadorno e mostra, quali unici elementi architettonici, finestre bifore inquadrate in arcate cieche a tutto sesto. La chiesa ha impianto a tre navate e conserva all’interno alcune rilevanti opere d’arte, quali statue in legno dipinto, raffiguranti San Felice Martire e la Madonna della Libera, risalenti rispettivamente al XVII e al XIV (o forse XV) secolo. Oggetto di pellegrinaggio dei fedeli arianesi, la statua della Madonna è forse proveniente dal non più esistente feudo di Corsano. Il culto di San Felice, patrono di Montecalvo, è onorato in questa chiesa anche dalla presenza di un’urna contenente le ossa del Santo. Opera notevole è anche il pulpito ligneo del XIX secolo, conservato in sacrestia insieme ad alcune porte intarsiate.
    [Credit│Testo - CTC Centro turismo culturale │Foto - Google Maps]

    Redazione

    [Bibliografia di riferimento]
    [Cavalletti G.B.M. Montecalvo dalle pietre alla storia, Poligrafica Ruggiero, Avellino, 1987]
    [AA.VV., Progetto Itinerari turistici Campania interna: la valle del Miscano, Volume 1 , P. Ruggiero, Avellino, 1993]

  • Beni,  Beni culturali,  Cultura,  Eventi,  San Pompilio

    Inaugurazione “Museo della Religiosità Montecalvese e della Memoria Pompiliana”.

    [Ed. 03/08/2008] Oggi, il giorno 17 del mese di luglio dell’anno 2008, essendo Pontefice della Chiesa Universale il Papa Benedetto XVI e Presidente della Repubblica Italiana l’Eccellentissiino Giorgio Napolitano il popolo montecalvese si è riunito in festosa assemblea dinanzi all’avito Palazzo Pirrotti per l’auspicata e attesa riapertura della struttura museale, già fondato nel 1898 da Mons. Pompilio Pirrotti, Cappellano Domestico di Sua Santità, Parroco di Montecalvo e Pronipote dell’illustre concittadino San Pompilio Maria Pirrotti dSP.

    I consiglieri della Fondazione rosa Cristini: Prof.Leonardo Pappano, Prof.Alberto De Lillo, Sac.Don Teodoro Rapuano, Rag.Gennaro Pallavanti, Rag.Antonio D’Agostino.

    Sono presenti, oltre ai numerosi fedeli e ai graditi ospiti: Molto Rev.do Padre Dante Sarti dSP Provinciale della Provincia Italiana dei Padri Scolopi; Molto Revdo Padre Sabino lannuzzi ofm, Provinciale della Provincia Sannito-irpina dei Frati Minori; Sac. Teodoro Rapuano, Parroco e Presidente della Fondazione Cristini; Padre Franco Pepe, Guardiano del Convento di SantAntonio; Padre Sesto Pieroni, Responsabile Nazionale Vocazionale Provincia Italiana delle Scuole Pie; Padre Lorenzo Mastrocinque, Rettore del Santuario Regina della Pace in C/da Malvizza; Padre Martino Gaudiuso, Rettore della Comunità delle Scuole Pie di Frascati; Mons. Pasquale Maria Mainolfi, Direttore dell’istituto Superiore di Scienze Religiose “Redein ptor hominis” di Benevento e Direttore di Disputationes Pompilianae; Sac. Luigi Verzaro e Sac. Biagio Corleone, Sacerdoti MontecalvesiSr. Isolina Meoli e Sr. Maria Sarnataro, Suore della Sacra Famiglia di Spoleto; Giancario Di Rubbo, Sindaco di Montecalvo Irpino; Dott. Giuseppe Muollo, Soprintendenza di Salerno Avellino; Tufo Sabato, Maresciallo dei Carabinieri; Corpo dei Vigili Urbani; Pompilio Albanese Presidente della Pro-Loco; Achille Mottola, Presidente del Conservatorio di Benevento; Prof. Davide Nava, Preside; Alberto De Lillo, Leonardo Pappano, Antonio D’Agostino, Gennaro Pallavanti, Consiglieri Fondazione Rosa Cristini.

  • Beni,  Beni culturali,  Chiese,  Eventi,  San Pompilio,  Territorio,  Trekking

    Il Trekking Pompiliano dell’infaticabile Gaetano Caccese

    Gaetano Caccese, presso la fontana dell Abbondanza

    Montecalvo Irpino AV – Domani, 29 settembre, è l’anniversario della nascita di San Pompilio. Come ogni anno, in occasione di questa ricorrenza, ci sarà un’escursione lungo i luoghi percorsi dal Santo che partirà alle ore 8:00. L’appuntamento è davanti alla chiesa.

    È ammirevole il lavoro, la costanza e la perseveranza che l’infaticabile Gaetano Caccese mette nell’organizzare questo percorso a piedi da oltre venti anni. Il cammino collega la chiesa di San Pompilio di Montecalvo ai ruderi della chiesa dell’Abbondanza, situata nella contrada Mauriello, che dista almeno quattro chilometri dal paese.

    Il trekking Pompiliano è il nome dato a questo cammino, che segue il percorso che il Santo faceva quando si dirigeva verso la chiesa  situata nelle terre di sua proprietà. È un itinerario suggestivo e affascinante che si snoda lungo la “Ripa della Conca”.  Appena dopo aver superato l’antico ospedale di S. Caterina, ci si imbatte nella Grotta dei Briganti e in alcuni casolari abbandonati. Arrivati in fondo, dopo aver quasi toccato i calanchi con mano, si attraversa un ponticello costruito da Caccese stesso, che serve per oltrepassare un  ruscello. Qui si può osservare, sulla cima di un costone dalla quale fuoriesce acqua ferruginosa di colore rossastro, una cavità chiamata “l’Occhio del Diavolo”, ed è altresì possibile notare fusti di alberi secolari così alti che la vista verso l’alto si perde tra le loro cime.

    Dopo aver attraversato l’area boschiva che costeggia la “macchia Cavalletti”, ci si inoltra lungo un crinale di arenaria, un’altra meraviglia per chi ama scoprire luoghi incontaminati. Ricordate una pubblicazione uscita qualche tempo fa, realizzata dall’Istituto Comprensivo di Montecalvo Irpino,  intitolata “C’era una volta il mare…”?  Infatti,  qui  è possibile toccare con mano i reperti descritti in quel volumetto, come i resti di fossili di conchiglie di ogni ordine e grandezza.

    Infine, si giunge ai ruderi della chiesa e della fontana dell’Abbondanza. Alcuni anni fa, il vulcanico Gaetano Caccese riuscì persino a coinvolgere Don Teodoro Rapuano, l’ex parroco di Montecalvo, guidandolo lungo i tortuosi pendii del percorso. Il reverendo, dopo aver tenuto compagnia ai partecipanti durante il tragitto, celebrò messa proprio lì, tra i resti di quello che un tempo doveva essere un luogo di culto molto sentito sia per San Pompilio che per i fedeli delle contrade vicine. [Correlato│L'Occhio del Diavolo]

    [Bibliografia di riferimento]
    [Di Giovanni E. –  Favorito A., C’era una volta il mare, Arti Grafiche Tommasiello, Montecalvo Irpino AV, 2002]

    Francesco Cardinale

  • Beni,  Beni culturali

       Visita alla casa generalizia delle scuole pie

    [Ed. 01/04/2003] Roma – Visita alla casa generalizia delle scuole pie. Foto Franco D’Addona

    Redazione

    Didascalie 

    • Statua di S. Pompilio M. Pirrotti Venerata nella chiesa di S. Pantaleo delle Scuole Pie.
    • Altare che custodisce il corpo di S. Giuseppe Calasanzio fondatore delle Scuole Pie
    • Il letto ove mori S. Giuseppe Calasanzio
    • Cella di S. Giuseppe Calasanzio – Scrittoio
    • Il reliquiario che conserva, incorotti, la lingua e il cuore del santo di S. Giuseppe Calasanzio
    • Una delle tele di S. Pompilio Pirrotti custodite nella pinacoteca della casa generalizia
  • Beni,  Beni culturali,  Restauri

    Il Fonte Battesimale e i capitelli erratici della Chiesa di S. M. Maggiore

    Giuseppe Muollo

    Montecalvo irpino AV –  00 marzo 2004 – La presentazione del restauro del fonte e dei capitelli è l’ultimo atto, allo stato, di una intensa collaborazione creatasi tra la Soprintendenza di Salerno e Avellino e la parrocchia di San Pompilio, guidata e governata da Don Teodoro Rapuano, al quale va tutto il mio apprezzamento.
    Una collaborazione protetta dalla presenza costante della Madonna dell’Abbondanza,rinvenuta nel sottoscala di casa Pirrotti il 16 marzo del 2001, durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio per l’erigendo museo pompiliano dal maestro muratore Carlo D’Agostino.
    L’8 marzo del 2003 presentammo il restauro del portale della Cappella Carafa, a distanza di un anno presentiamo il restauro del fonte battesimale e dei capitelli;due capitelli figurati che fanno mostra di una qualità alta per la tecnica di esecuzione, rispetto alle cose realizzate nel primo cinquantennio del secolo XII in Irpinia e di cui a breve vi parlerà da par suo, il professore Francesco Gandolfo che ringrazio sin d’ora della sua squisita disponibilità per aver accettato di buon grado il mio invito.
    IL fonte Battesimale collocato in controfacciata della navata laterale sinistra, è costituita da un sarcofago in pietra riutilizzato come vasca, sulla cui parete lunga è presente una iscrizione riferita al 1491.