Cronaca

  • Ambiente,  Cronaca

    I pini della piazzetta

    Alfonso Caccese

    [Ed. 18/05/2017] Montecalvo Irpino AV – Sembra non avere una sistemazione definitiva la nostra cara piazzetta di c/so vittorio Emanuele. Chiunque abbia avuto la sorti del paese in mano ha cercato soluzioni definitive fin dalla sua nascita ai tempi dall’amministrazione Panzone, lontana ormai sessant’anni.

    Prima lo spostamento del monumento ai caduti del “Guerrisi”, poi la pavimentazione seguito dall’installazione delle baracche dopo il terremoto del 1962 e una lunga serie di interventi che non stiamo qui a ricordare.
    Ultimo in ordine di tempo quello di ieri, 04/04/2017, l’abbattimento dei grandi pini che recintavano il monumento alla memoria dei caduti. Era necessario o c’era qualche alternativa? Sul web sono apparse note critiche ma a far chiarezza al riguardo è l’assessore Pamela Cavotta che con un post  che riportiamo di seguito fa il punto della situazione:“Ovviamente non discuto sul dispiacere che comporta l’abbattimento di un albero che ha una sua storia. Personalmente dispiace anche a me. Però quando è in gioco la sicurezza pubblica ed è a rischio l’incolumità delle persone, allora sei costretto a decidere. Circa un mese fa, causa vento, mezzo pino è caduto a terra. La fortuna ha voluto che non ci fossero persone in piazza…si sarebbe sfiorata la tragedia. Si trattava di alberi secchi, malati e invasivi. Se fosse bastata una semplice potatura, il problema sarebbe stato risolto senza polemiche. In ogni caso, saranno sostituiti degnamente, con alberi più adatti al contesto urbano. Questo è quanto.”

    Sarà il definitivo assestamento della piazzetta o si pensa ad altri interventi ? solo il tempo ci darà la risposta giusta. [Nativo]

  • Cronaca,  Eventi

    Il cammino di San Pompilio
    Una scommessa vinta

    Alfonso Caccese

    [Edito 16/07/2018] Montecalvo Irpino AV – Nessuno se lo sarebbe mai  aspettato ma l’evento lanciato, anche in rete, “Il Cammino di San Pompilio, ideato e realizzato da Nicola Serafino ha riscosso un enorme successo di followers che hanno assistito alle dirette Facebook  lanciate in rete, quasi come partecipare passo dopo passo a questa maratona-staffetta a dare sostegno agli intrepidi atleti alternatisi lungo un percorso di 360 Km, la distanza dalla casa natia di San Pompilio al Santuario di Campi salentina dove riposano le sue spoglie mortali. Una scommessa vinta in tutto dal gruppo promotore, che con pochi mezzi è riuscito a mettere in piedi un evento sportivo-turistico-religioso che si richiama al culto della fede del nostro Santo locale. Molti gli scettici ed i gufi, ma la volontà del gruppo e la guida sicura degli atleti da parte dell’infaticabile Mario Vernacchio ha fatto si che il tutto fosse portato a termine con tranquillità e serenità. Una due giorni svoltasi il 13/14 luglio, dove tramite tutti i media si è potuto ammirare la difficoltà del percorso ma come rovescio della medaglia la bellezza della natura di queste zone a cavallo tra la Campania e le Puglie, nel ricordo dell’ultimo viaggio del nostro compaesano Santo effettuato nel 1765, un anno prima del suo trapasso. Partiti in sordina, gli atleti hanno, chilometro dopo chilometro, potuto contare sull’incoraggiamento e accoglienza delle cittadine attraversate grazie alle sensibilità delle amministrazioni comunali opportunamente allertate. Ma non si può nascondere l’abnegazione del capo organizzatore ed ideatore, Nicola Serafino, che per due giorni (anche di notte) senza sorte di continuità ha informato, commentato e spronato tutti gli atleti a non mollare fino all’arrivo in quel di Campi accolti come trionfatori da parte delle autorità civili e religiose. I Campioti li hanno accolti con allegrezza riservando loro una gradevole e solidale accoglienza. Già sono in corso relazioni per l’edizione del prossimo anno (si pensa anche ad un evento inverso da parte dei fedeli di Campi). A questo punto non ci resta che plaudire a questa scommessa vinta di un gruppo di uomini e donne in cui pochi credevano. [Nativo]

  • Cronaca,  Eventi

    Nomina nuovo Parroco di Montecalvo

    Don Teodoro Rapuano

    [Edito 06/08/2018] Carissimi, con profonda emozione, gioia e immensa gratitudine al Signore, datore di ogni bene, condivido con voi l’attesa notizia, resa nota pocanzi, della nomina del nuovo Parroco della Parrocchia di San Pompilio Maria Pirrotti in Montecalvo Irpino.
    S.E.Mons. Felice Accrocca, Arcivescovo Metropolita di Benevento, dopo attenta valutazione ha considerato idoneo per tale servizio il Sacerdote diocesano don Lorenzo Di Chiara.

    Ringraziamo l’Arcivescovo per la premurosa e paterna attenzione riservata alla Comunità montecalvese, e a nome mio personale, dei Frati, di Padre Martino, delle Suore e della Comunità tutta, diamo il benvenuto a don Lorenzo, ringraziandolo per aver accolto l’incarico.
    Don Lorenzo è nato a Torre le Nocelle (AV) il 23 luglio 1971. Dopo aver frequentato le scuole primarie al suo paese ha conseguito il diploma magistrale. Nel 1996 viene accolto nel Seminario di Benevento e intraprende gli studi di filosofia e teologia che termina con il baccalaureato. Viene ordinato diacono nella Basilica della Madonna delle Grazie il 19 marzo 2001 da S.E. Mons. Serafino Sprovieri e il 22 aprile 2002 dallo stesso Arcivescovo, viene ordinato sacerdote nella Cattedrale di Benevento.
    Don Lorenzo Di Chiara arriva a Montecalvo Irpino, formato anche dai tanti servizi svolti in Diocesi, accettati sempre con gioia e umiltà.
    È stato parroco in solidum della Parrocchia di Santa Maria Assunta in Montefalcione dal 2002 al 2003; Vicario Parrocchiale della Parrocchia di Santa Maria di Costantinopoli in Benevento dal 2003 al 2005; Parroco di Montaperto dal 2005 al 2009. Per circa cinque anni, dal 2009 al 2014 guida la Parrocchia di Santa Maria Maggiore in Vitulano e dal 2016 ad oggi ha esercitato il servizio di parroco della Parrocchia di San Nicola in Bonea.
    Ultimamente ha ripreso gli studi universitari in Lettere Moderne, già incominciati in gioventù.
    A tutti voi, carissimi, chiedo di disporre il vostro animo alla sequela del nuovo Pastore e di intraprendere con umiltà e fiducia il nuovo cammino pastorale. La Mamma Bella dell’Abbondanza, San Felice, celeste patrono, San Pompilio e il Beato Felice da Corsano non faranno mancare il loro prezioso e indispensabile aiuto celeste.
    Nelle prossime ore vi comunicherò il giorno in cui, tutti insieme, accoglieremo in paese il nuovo parroco per la presa di Possesso Canonico della Parrocchia. [Nativo]

  • Commiati,  Persone

    La morte di Padre Filippo Lucarelli

    Alfonso Caccese

    [Edito 29/01/2023] Montecalvo Irpino AV – Era in ritiro spirituale nel convento Sant’Antonio a lui tanto caro a Montecalvo Irpino ed è qui che si addormentato per sempre stroncato da un malore nel cuore della notte. Padre Filippo Lucarelli, 90 anni, (ritratto in questa foto bellissima e sorridente di Franco D’Addona), grande trascinatore della comunità montecalvese, non c’è più. Ad annunciare per primo la sua triste e scomparsa con grande dolore il gruppo San Pompilio Pirrotti attraverso la pagina facebook.“Questa notte è salito al Padre, presso l’oasi Maria Immacolata di Montecalvo Irpino, Padre Filippo Lucarelli. La comunità parrocchiale San Pompilio Maria Pirrotti si unisce alle preghiere e si stringe con affetto ai Frati Minori della Provincia Sannito-Irpina “Santa Maria delle Grazie. Sempre cordiale, disponibile e generoso. Un uomo esemplare prima di essere frate.
    Al suo impegno e alla sua grande determinazione si deve la realizzazione della meravigliosa struttura dedicata a San’Antonio all’ingresso del paese, che negli anni ha rappresentato la storia di tante generazioni. Un gioiello prezioso, curato nei minimi dettagli proprio grazie alla sua instancabile opera, un complesso che ha ospitato personaggi illustri da tutto il mondo. [Nativo]

  • Commiati,  Persone

    LA VITA NON È BELLA SE NON SPESA PER LA CARITÀ

    Apprendo questa mattina, con grande dolore, della serena morte di Suor Nunziantina Tripi, per molti anni a servizio della Comunità di Montecalvo Irpino. Suor Nunziatina giunse a Montecalvo in sostituzione di Suor Mercedes che, dopo anni di generoso impegno apostolico, per volere dei superiori, andò a servire come superiora, i malati nella comunità a Spoleto. Una vita intera spesa per servire il Signore e i fratelli. Era nata a Leonforte (EN) il 30 settembre 1943 e a soli 14 anni entrò come aspirantina nell’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto. Ha svolto la sua missione in diverse Comunità, principalmente come insegnante di Scuola Materna, come valido aiuto nel servizio verso le disabili e nella preziosa opera pastorale delle Parrocchie. A Montecalvo Irpino è giunta dopo aver servito già numerose comunità: Montepulciano, Agira, Acquasparta, Abbadia, Tuoro sul Trasimeno, Norma, Pozzuolo Umbro, Apollosa, Borgo Trevi, Cannaiola, Montepincio, Palermo.
    Si ambientò subito nella nostra comunità assorbendone usi e costumi che lei scopriva genuini e veri e per questo autentici e graditi. Spesso la nostra società ci porta a qualificare le persone per l’efficientismo dinamico del vivere quotidiano, giudizio non sempre garantista dell’autenticità di una persona. Suor Nunziatina era di carattere docile, silenziosa, negli ultimi anni lenta nei gesti fisici, indicatore di problematiche di salute, che con il tempo sono andate sempre più ad aggravarsi, ma questo non le impediva di avere un suo modo personalissimo di essere prossimo a chiunque l’avvicinasse. Si sentiva mamma verso gli altri e, con amore materno, riversava attenzioni cariche di preghiere, gesti, parole e soprattutto sguardi. Lei equilibrava la vita della piccola comunità delle Suore della Sacra Famiglia di Montecalvo Irpino durante gli anni del suo servizio di superiora della casa composta da Suor lsolina e Suor Geromina.
    Ha curato i percorsi in preparazione al matrimonio di tutti i giovani sposi montecalvesi, ha animato il nutrito gruppo delle zelatrici per la visita domiciliare della cappellina della Sacra Famiglia. È stata guida spirituale per tanti che avevano bisogno di consigli e parole di conforto. Amava cucinare e pur non riconoscendosi adatta ai fornelli, s’impegnava a garantire a me e alle consorelle un pasto quotidiano, occasione per parlare, condividere e programmare la vita pastorale della comunità Una missione che ha portato avanti anche dopo la sua partenza da Montecalvo. Tanti hanno continuato a ricevere sue telefonate, attraverso le quali si informava di tutto e di tutti. Il suo amore per la musica la portava spesso a suonare il vecchio armonium a pedali della chiesa di San Nicola. Questo è quello che vedono gli uomini ma ancora più grande è quello che vede Dio. Anche se per motivi di riservatezza non posso dire molto, mi è impossibile tacere su un gesto che l’ha resa grande ai miei occhi. In un momento storico molto delicato, si è offerta “vittima d’amore” per la sua Montecalvo, offrendo a Dio la sua sofferenza quotidiana per il bene delle persone che lei amava e per la nostra Comunità che non ha mai dimenticato e per la quale ha donato la vita.
    Domenica scorsa, Giornata Mondiale del malato e anniversario della Madonna di Lourdes, era sulla sua carrozzina al Santuario della Madonna della Stella, insieme ad altri malati. Nulla faceva presagire una morte imminente. A me piace immaginare la Madonna dirle con la stessa dolcezza con cui parlò a Bernardetta Soubirous, “vuoi avere la gentilezza di venire da me dopo una vita bella trascorsa a servizio del tuo Sposo e mio Figlio Gesù?‘.
    Il Signore l’ha colta nel sonno, in piena notta prima dell’alba facendole riaprire gli occhi in quel Paradiso di luce infinita, gesto di delicato amore per una figlia che ha saputo vivere di un amare
    grande.
    Alla Madre Generale, all’ Istituto delle Suore della Sacra Famiglia, ai suoi familiari e alla Comunità tutta di Montecalvo Irpino, giungano, in questo momento la mia vicinanza e l’invito a ringraziare Dio per questa sua fedele discepola che, dopo essere stata purificata dalla sofferenza, sono certo non può non essere stata accolta dallo sposo divino e accompagnata a sedersi al banchetto eterno
    preparato per coloro che lo hanno amato. Gioisco nell’immaginarla abbracciata al suo caro Padre Fondatore, il beato Pietro, in un afflato eterno. Grazie Suor Nunziantina per il bene che ci hai voluto.

    Don Teodoro Rapuano

    [Crediti│Foto: G.B.M. Cavalletti]

  • I confinati,  Persone

    Bogomilla Kravos

    Mario Aucelli

    [Edito 21/02/2023] Bogomila Kravos, figlia minore di Josip – Giuseppe Kravos, è nata a Trieste il 12 gennaio 1948 ed è  curatrice della sua memoria. Si è laureata in Lingue e letterature moderne con una tesi dal titolo: Josip Kravos – vita e opere e si è specializzata in teatralogia all’Università di Lubiana con una tesi sui generi teatrali minori, dei quali il padre è stato protagonista nell’ambito dell’attività clandestina slovena negli anni ’30.

    Ha insegnato lettere nelle scuole secondarie di secondo grado, ma dagli anni ’90 si dedica alla ricerca sul teatro e la critica teatrale, coaudiuvando anche attività culturali in alcune associazioni triestine. In qualità di studiosa collabora con i teatri ed i Musei teatrali di Lubiana e Trieste. Tra i lavori pubblicati è fondamentale la sua monografia sul teatro sloveno di Trieste (Slovensko gledališče v Trstu 1945-1965, Slovenski Gledališki Muzej, Ljubljana, 2001), un libro sulla vita di un’attrice slovena (Zlatina leta v tržaškem gledališču. Po pripovedi igralke Zlate Rodošek zapisala Bogomila Kravos, Ed. Lipa, Koper, 2003) e il volume sulla nascita di una compagnia teatrale (Narodni dom pri Sv. Ivanu [a cura di e alcune voci], Trst: Skd Škamperle, 2007). Altri scritti vengono pubblicati su giornali e riviste slovene. Di rilievo anche la sua opera di mediazione del teatro italiano nell’ambito della cultura slovena. Oltre ad articoli sulla commedia dell’arte, su Giorgio Strehler, sul teatro di Carlo Goldoni, Luigi Pirandello, Eduardo De Filippo, ha tradotto e curato l’edizione slovena del Mistero buffo di Dario Fo (Dario Fo, Burkaški misterj, Ed. Didakta Radovljica 1988) [Nativo]

    [Bibliografia di riferimento]
    [M.Aucelli, Il fascismo a Montecalvo Irpino, Irpinia Libri, Monteforte Irpino AV, 2019]

  • Cronaca

    Assolto ex colonnello della Marina

    [Edito 24/02/2023] L’ex Colonnello della Marina Militare Antonio Lo Conte, residente a Montecalvo Irpino, è stato assolto dalla 1° Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli dal reato di estorsione dopo una vicenda giudiziari durata oltre 5 anni. In primo grado, il Tribunale di Benevento, aveva condannato l’imputato alla pena detentiva di un anno e dieci mesi oltre al risarcimento dei danni a favore delle parti civili costituite in giudizio. I reati contestati dalla Procura della Repubblica a seguito della querela proposta dalla parte civile, erano quelli dell’estorsione (art. 629 c.p.) e dell’abusiva attività finanziaria (art. 132 D.lgs. 385/1993).

    Oggi, la Corte di Appello di Napoli, accogliendo la tesi difensiva degli Avv.ti Vincenzo Zecchino e Francesco Olivieri, ha riformato la sentenza di primo grado ed assolto con formula piena l’imputato dal reato di estorsione perché “il fatto non sussiste”. Inoltre, la medesima Corte ha revocato il risarcimento danni rivendicato dalla parte civile. Il dispositivo è stato emesso a seguito della discussione tenutasi in data 22.02.2023 a cui hanno preso parte il Procuratore Generale, la difesa di parte civile e gli Avvocati del Colonnello Lo Conte. L’ex Ufficiale della Marina Lo Conte, molto noto nella comunità di Montecalvo Irpino, chiosa rilevando che “finalmente si è fatta giustizia su una vicenda che mi ha fatto soffrire per anni e che ha minano la mia onorabilità dopo 40 anni di servizio nelle forze armate italiane. Ho subito giudizi affrettati e limitazioni della libertà personale per fatti che si sono rilevati inesistenti”. Esprimono grande soddisfazione anche gli Avvocati Vincenzo Zecchino e Francesco Olivieri per il risultato ottenuto dopo una lunga battaglia giudiziaria in cui non hanno mai avuto dubbi sull’innocenza del loro assistito. [Nativo]

    Redazione

    [Crediti│Testo e Foto: Avellino Today]

  • Commiati,  Persone

    Inaspettatamente è venuto a mancare Petro Puopolo

    Francesco Cardinale

    Ariano Irpino AV – È venuto a mancare in Francia a Parigi dove si era recato per sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico Pietro Puopolo, uno dei più prolifici e geniali imprenditori irpini degli ultimi decenni, nonché re incontrastato della ristorazione e dell’intrattenimento in generale. Titolare del complesso turistico-alberghiero “Incontro”.

    Nato a Montecalvo Irpino nei primi anni cinquanta del secolo scorso, precisamente nella contrada Tressanti, al confine con Ariano Irpino, lasciò presto il paese per trasferirsi al nord. Mosse i primi passi alla discoteca “Il Picchio Rosso” in quel di Modena. Fu proprio quell’esperienza che, tornato al paese, anticipando i tempi, nel giro di pochi anni lo portò ad aprire una radio, “Radio Ariano Centro”, una discoteca, “Cocco Club”, e una pizzeria, “L’angolo”. Nel corso degli anni a venire, ha praticamente monopolizzato il settore ricreativo e ricettivo di questa parte dell’Irpinia, al confine con la Puglia. La grandezza di Pietro risiede proprio nel non facile compito di elencare tutte le attività che ha avviato, rilevato e gestito. Tra l’altro, tutte portate all’apice del successo. Ha avuto doti innate che poche persone possono vantare. Il coraggio e quel pizzico di follia, specialmente nel periodo iniziale, che ha compensato a costo di chissà quali sacrifici, lo hanno portato a diventare un punto di riferimento per coloro che sono venuti dopo. Non potremo mai dimenticare le numerose volte in cui, entrando nel suo locale sempre pieno sino all’inverosimile, chiunque fossimo, si recava presso il nostro tavolo e ci salutava uno per uno. Al ritorno, non dimenticava mai di toglierti il piatto dove avevi appena finito di mangiare, come avrebbe fatto uno qualsiasi dei suoi camerieri. Forse questa è stata la sua dote più grande. Raramente lo si vedeva in giro; persona umile e riservata, preferiva trascorrere il suo tempo nel suo ristorante.

  • Cronaca,  Eventi

    Don Giancarlo Scrocco è il nuovo parroco di Montecalvo Irpino

    Redazione

    [Ed.  31/01/2021] Montecalvo Irpino AV – Don Giancarlo Scrocco è il nuovo parroco di Montecalvo Irpino. Oggi l’Arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, lo ha nominato Parroco di “San Pompilio Maria Pirrotti” in Montecalvo Irpino, trasferendolo, dopo 4 anni (nominato nel novembre 2016), dalla Parrocchia di “Santa Maria de Stampatis e San Marco Evangelista” in Morcone.
    Con la nomina di don Giancarlo Montecalvo Irpino avrà di nuovo un Parroco, dopo le dimissioni del Parroco don Lorenzo Di Chiara e la nomina a Amministratore parrocchiale di mons. Francesco Iampietro. [Nativo]

  • Beni,  Beni culturali,  Cronaca

    Crocefisso aureo sparito, Monsignor Acrocca chiarisce la sua posizione

    Redazione

    [Ed. 17/04/2021] Sulla posizione che ha ritenuto di assumere l’Arcivescovo, Monsignor Felice Accrocca, in merito alla vicenda della sparizione del ‘Crocifisso aureo’, giunge la spiegazione ufficiale. “Oggi, durante la trasmissione televisiva ‘ItaliaSì’, in onda su Rai 1 in orario pomeridiano, l’arcivescovo, monsignor Felice Accrocca, è stato chiamato in causa in riferimento alla vicenda della sparizione del ‘Crocifisso aureo’, forgiato con oro votivo, offerto in dono a san Pompilio Maria Pirrotti e conservato a Montecalvo Irpino (AV) presso il Museo parrocchiale. Chi ha parlato, ha affermato – impropriamente – che l’arcivescovo non sarebbe “intervenuto”.

    Al contrario, si precisa che, non appena è stato informato del fatto – che riveste gli estremi del reato –, l’arcivescovo ne ha riconosciuto la gravità e, dopo un confronto con il parroco del luogo, ne ha sostenuto la scelta che lo stesso inoltrasse denuncia all’Autorità giudiziaria, come poi è avvenuto. Al momento le indagini sono in corso e – come è suo costume, non da oggi, ed obbligo –, finché non si avranno risultati sicuri, egli reputa suo proprio dovere, nel rispetto della giustizia, non interferire in alcun modo su di esse. Quando le indagini avranno dato il loro esito, alla luce di responsabilità certe prenderà le opportune decisioni. Tal modo di agire non è segno né – ancor meno – frutto di disinteresse, ma è dettato dalla doverosa prudenza; diversamente, si rischierebbe di procedere in base a sospetti e illazioni, senza supporto alcuno di prova, aggiungendo così danno a danno in una comunità già lacerata.

    Si spera, in tal modo, di aver chiarito le ragioni che hanno, fino al presente, orientato le scelte dell’arcivescovo”. [Nativo] [Correlato]

    [Crediti│Testo e Foto: tgnewstv]