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La condizione di “ritardo” dello sviluppo economico di Montecalvo

Rione Trappeto – Via Angelo Cammisa

[Ed. 03/03/2005] Quando la scorsa estate, nel corso di una “riunione” in piscina, Alfonso mi ha parlato del Forum invitandomi a parteciparvi, avevo inizialmente inteso che fosse in essere un progetto od una iniziativa da sviluppare insieme e da promuovere tra tutti i cittadini. Con i saltuari accessi che ho successivamente effettuato nel forum mi sono avveduto che, pur in assenza di una specifica iniziativa, un sincero affetto per il paese ed un interesse di fondo ad individuare margini e prospettive di miglioramento accomunava tutti i partecipanti. Inutile sottolineare che condivido simili intenti e per questo stamattina – complici una delle rare mattinate tranquille al lavoro e l’insistente “iuccanizzo” che grava su Milano – ho voluto mandare un saluto a tutti voi.
Ho notato che l’argomento che più tiene banco é quello relativo alle iniziative e/o proposte per risollevare le sorti del Paese. A mio sommesso parere, la condizione di “ritardo” (vogliamo chiamarla così?) dello sviluppo economico di Montecalvo in parte trova origine anche nella stessa posizione geografica del paese, al di fuori delle grandi linee di comunicazione e dei traffici commerciali. Paesi come Ariano, Grottaminarda ecc., seppure più estesi di Montecalvo (e questo aiuta molto) sono però posizionati in punti strategici, a ridosso di grandi arterie stradali e dai quali si possono più agevolmente raggiungere città più grandi. Questo può sembrare un elemento trascurabile ma io credo che sia invece alquanto significativo e comunque (la storia insegna)la posizione geografica ha, nel corso del tempo, letteralmente segnato il destino di molte località. Tuttavia vi sono paesi anche più piccoli di Montecalvo e posizionati anche “peggio” che però hanno tutto sommato un’economia fiorente, in special modo per quanto riguarda l’artigianato e l’agricoltura, solo che (almeno per quelli che ho avuto modo di vedere io)……non si trovano al Sud! (vedi alcuni paesini dell’Appennino reggiano, dell’entroterra piemontese, per non parlare di alcuni paesi in Umbria, letteralmente spersi in mezzo alle montagne verso Spoleto, ma dove ho potuto trascorrere qualche piacevole giorno di vacanza…) E’ paradossale che le diverse ed antiche tradizioni artigianali del nostro paese siano pressocché cessate e non si sia trovato il modo di valorizzarle, rinvigorirle e promuoverle. Per non parlare dell’

Antichi mestieri – Il ciabattino

agricoltura, che dovrebbe (e potrebbe) rappresentare il fulcro della nostra economia. Invece, si aspetta (perché é quello che ci riesce meglio)che “riparta l’edilizia”, si abbattono le case vecchie e se ne costruiscono di nuove.E poi? L’altra parte del ritardo di cui parlo é da ascrivere (sempre sulla scorta del mio personale punto di vista)alla nostra mentalità, troppo spesso votata al “sospetto”, alla “paura” del nuovo, alla difesa degli interessi del proprio gruppo. In realtà, credo che innanzitutto occorrerebbe una reale e decisiva svolta nel modo di amministrare il paese e ciò indipendetemente dall’appartenenza a questo od a quel gruppo politico. So bene – per espresso intento degli ammnistratori del forum, che condivido – che non é questa la sede per “fare politica”, ma questo non é nemmeno il mio proposito. Solo che non credo si possa parlare di come vanno le cose in una comunità e di ciò che si potrebbe fare per risollevarne le sorti, se non si ha riguardo alle iniziative anche “istituzionali”. Io, purtroppo, non so se a Montecalvo oggi esista una biblioteca Comunale e, se si, cosa si faccia per avvicinare od indurre i giovani alla lettura, anche relativa alle nostre origini storiche. Tanto per fare un esempio, nel paese in cui ho vissuto per un decennio, ai tempi dell’Università proprio in biblioteca era nata un’aggregazione tra un certo numero di persone, era stato fondato un giornale che si era interessato anche di alcune questioni insolute nel paese e, seppure ci siano voluti quattro o cinque anni, alla fine abbiamo ottenuto la riqualificazione ed il recupero di un’area dismessa.Abbiamo insigni studiosi come Gianbosco Cavalletti e Angelo Siciliano (tanto per citare solo quelli che conosco)e, per esempio, le poesie di

Orto montecalvese con architettura a canne a sostegno delle piante di pomodoro.
La biblioteca dell Ass. Liberamente

Siciliano devono essere lette e valorizzate, tra le altre parti, a Trento e non a Montecalvo? Sta chiudendo, a quanto mi consta, il Cinema Pappano (che per il sottoscritto e per tanti utenti di questo forum, negli anni trascorsi ha rappresentato davvero molto), mentre magari proprio nei paesini sperduti che citavo sopra ci sono i cineforum, con proiezioni a tema e momenti di discussione (già giustamente citati tempo fa da Giuseppe Bellaroba). Quando, diversi lustri or sono, é venuta a Montecalvo per la prima volta la mia allora fidanzata e l’ho portata a fare un lungo giro per il Trappeto, lei é rimasta sconcertata nel notare lo stato di abbandono e degrado generali, essendosi resa conto del valore storico di quei luoghi e della potenzialità anche “turistica” che essi avevano.E gli esempi potrebbero continuare…..
Per parte nostra, ritengo che allo stato non si possano fare – in concreto – “grandi cose”, anche perchè é facile parlare o prospettare ricette o soluzioni, vivendo lontano dal paese e magari tornandoci una volta all’anno, ma si può di certo cominciare a contare su un’aggregazione di base costituita, come ho detto all’inizio, dall’affetto e dall’interesse comuni. A causa del lavoro riesco ad essere più libero (tendenzialmente) solo nel mese di agosto e ciò mi pone nella condizione di poter venire a Montecalvo in misura assai minore di quanto vorrei (ne sa qualcosa il buon Michele Cristino, che ha l’ufficio a poca distanza dal mio, ed al quale continuo a promettere che ci vediamo, ma se non é lui che mi dice “ci dobbiamo vedere domani per questo o quel motivo”….)e tuttavia il mio senso di appartenenza a quella comunità, ai gesti, ai visi, i sapori ed i suoni che la compongono, in me non é mai venuto meno e sarò pertanto sempre disponibile a fornire il mio modesto contributo perché non se ne perda la memoria e ne si valorizzi l’avvenire.
Foto: Franco D’Addona – Ottone Bruschino – Antonio Siciliano [Nativo]

Crescenzo Senape

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