Cronaca
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Arresti eccellenti per fondi terremoto ’80
[Ed. 10/07/2007] Montecalvo Irpino AV – I militari della Stazione Carabinieri di Montecalvo Irpino, guidati dal maresciallo Vincenzo Vernucci, alle prime luci dell’alba di ieri hanno tratto in arresto quattro persone, due amministratori, un dipendente comunale ed un geometra.
Le misure cautelari sono il risultato di minuziose indagini svolte con il coordinamento della Procura di Ariano Irpino. Il procedimento è stato avviato e condotto dal Procuratore Capo Amato Barile e dal Sostituto Michela Palladino ed ha consentito di far luce sulla distorta gestione delle pratiche riferite alle leggi con cui lo Stato ha erogato a privati ed enti pubblici somme di denaro per la ricostruzione e la riparazione delle abitazioni colpite dai terremoti del ’62 e del 1980.
All’alba di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Ariano Irpino hanno tratto in arresto, su ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Ariano Irpino Dott.ssa Floriana Consolante e richiesta dalla Procura della Repubblica arianese, Parzanese Gaetano, geometra dell’U.T.C. di Montecalvo Irpino, Caccese Goffredo, avvocato, insegnante presso l’Istituto Tecnico di Ariano Irpino nonché consigliere di maggioranza del Comune di Montecalvo e Durzino Antonio, geometra, traducendoli, dopo le operazioni di rito, presso la Casa Circondariale di Ariano Irpino.
Il quarto arrestato, Alfonso Caccese geometra già sindaco di Montecalvo Irpino fino al giugno 2004 e attualmente consigliere di maggioranza presso il Comune montecalvese e Vice Presidente del Consorzio Smaltimento Rifiuti AV/2 di Ariano Irpino, è stato invece tradotto agli arresti domiciliari. Essi, secondo l’ordinanza, si sarebbero resi responsabili di concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, in abuso d’ufficio, in falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico e in certificati e autorizzazioni amministrative e in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. -
Presentato il programma per la raccolta differenziata
[Ed. 11/02/2008] Montecalvo Irpino – Il Comune si attrezza per contribuire a risolvere il problema relativo alla emergenza rifiuti ed individuare alcune aree potenzialmente idonee per lo stoccaggio: si tratta delle zone Valli, Trigna-Mauriello e Brecce. La decisione è emersa al termine della conferenza dei capigruppo, che si è svolta ieri sera nella sede del comune di Montecalvo Irpino, alla presenza del sindaco Giancarlo Di Rubbo. Il tema in discussione riguardava la condivisione delle problematiche legate ai rifiuti, l’esame della ordinanza emessa dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, l’individuazione delle aree di conferenza provvisoria e la programmazione della raccolta differenziata. Il primo cittadino ha espresso sconcerto per l’assenza delle organizzazioni sindacali, “perché – ha affermato – mai come in questo caso la solidarietà delle istituzioni e delle rappresentanze sindacali deve realizzare l’azione di corretta informazione e di supporto al Commissario delegato per porre finalmente la parola fine a decenni di incuria ed incapacità”. I capigruppo, Alfonso Caccese e Carlo Pizzillo hanno condiviso l’iniziativa assunta da Di Rubbo e l’assessore Carlo Serafino ha proceduto a presentare la bozza di programma per la raccolta differenziata, basata sul codice identificativo del produttore a lettura elettronica con scheda personale di carico, dal cui novero, a fine anno saranno calcolate le detrazioni dall’importo della tassa. [Nativo]
[Credit│irpinianews.it]
Redazione
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Il Beato Felice da Corsano
Il beato Felice da Corsano ebbe i natali, sullo scorcio della prima metà del XV secolo, nel feudo di Corsano, all’epoca università autonoma nella diocesi di Ariano, oggi comune di Montecalvo Irpino e diocesi di Benevento. Dotto in lettere e teologia era stato allievo degli Agostiniani di San Giovanni a Carbonara in Napoli. Le cronache dell’Ordine Agostiniano lo tramandano con il titolo di baccelliere. Fu archivista e storico dell’ordine Agostiniano. Nel 1470 con alcuni suoi confratelli, tra cui il meglio della cultura teologica del monastero napoletano di San Giovanni a Carbonara, si fermò sulle pendici boscose di Valle in Vincoli, territorio dell’odierna cittadina di Deliceto, in provincia di Foggia.
Qui, colpito dall’amenità dei luoghi, ricchi di un’estensione boscosa di circa centoundici ettari e stando egli con il pensiero di fondare una Riforma, dove si vivesse con maggiore osservanza secondo il primiero spirito dell’Ordine fondò un primo convento dedicandolo a Maria Santissima della Consolazione. Accanto al convento furono costruiti un piccolo chiostro, tre stanze ed una chiesetta dalla pianta rettangolare. Sull’altare maggiore di questa fu collocata, nel 1470, una tavola ad olio, commissionata dallo stesso beato Felice, raffigurante la Vergine che allatta il Bambino.
Ultimato il convento il padre Felice cominciò a meditare una riforma dell’Ordine Eremitano di Sant’Agostino, a suo parere necessaria ed urgente. Sulla scorta di una soda preparazione teologica, di una fede profonda e sicura, nonché di un spiritualità ricca di sani elementi popolari, a distanza di ventidue anni dalla fondazione del convento e della chiesa di Maria Santissima della Consolazione, padre Felice da Corsano inaugurò la sua Riforma che chiamò Ilicetana dal nome della cittadina di Deliceto, anticamente Ilicetum, nel cui territorio sorgevano la chiesa ed il convento.
La nuova congregazione fu posta sotto la protezione della Madonna della Consolazione. Il rinnovamento proposto dal beato Felice, che si inserisce nel vasto movimento riformatore pretridentino che in tutta Europa precedette, accompagnò e seguì la rivoluzione luterana, interessò, in breve tempo, almeno tre regioni e sette diocesi dell’Italia Meridionale: Puglia, Campania e Molise; Ariano, Ascoli di Puglia, Avellino, Benevento, Bovino, Boiano e Troia. Il suo nome è inserito, con il titolo di beato, in tutti gli antichi annali dell’ordine agostiniano. Nel 1775, dopo aver preso atto che già il padre Felice da Corsano, fin dalla sua morte era venerato come santo, il vescovo di Bovino aprì formalmente il processo di canonizzazione secondo i dettami dei decreti in materia emanati da papa Urbano VIII nel 1634. Questi riconoscevano la santità pubblicamente acclarata da almeno cento anni prima di tale data. Il non conoscere ancora, all’epoca del processo, il dies natalis di Felice da Corsano, ne impedì la felice conclusione. Studi recenti hanno finalmente portato alla luce la data di morte avvenuta il 20 settembre 1526, vale a dire 108 anni prima delle disposizioni urbaniane. Tale scoperta sana, oggi, l’antica lacuna, che non impedì, comunque, di erigere un altare e una statua in suo onore all’interno della grotta di Deliceto, resa famosa dalle preghiere e dalle penitenze del beato Felice.
La statua lo raffigurava vestito con abito agostiniano, sandali ai piedi, corone di rosario nelle mani, bisaccia da mendicante sulle spalle.
La sua fama, ragguardevole, perdurò fino a tutto il XVIII secolo e dura, ancora oggi, nei territori ove egli massimamente portò la sua opera: Deliceto, Ariano Irpino, Ascoli Satriano, Panni, Troia, Corsano, Gildone, Montecalvo Irpino, Montefalcione, Castelluccio Val Maggiore, San Bartolomeo in Galdo, Baselice, Atripalda, Campobasso, Orsara. Gli annali dell’ordine agostiniano e la sua bibliografia lo tramandano con il titolo di santo o beato. Fra i suoi illustri devoti vi furono Sant’Alfonso Maria de’ Liguori e San Gerardo Maiella.
Il primo, in virtù della bolla dell’1 marzo 1745, a firma di mons. Antonio Lucci, vescovo di Bovino (oggi beato), in qualità di fondatore e primo Rettore Maggiore della Congregazione del Santissimo Redentore ereditò il complesso monastico di Deliceto prendendone il possesso il 28 marzo successivo. Il secondo trascorse la sua vita nel convento della Consolazione in Deliceto dal primo maggio 1749 al giugno del 1754 cioè fno ad un anno e mezzo circa dalla morte, che lo colse a Caposele (AV) il 16 ottobre 1755.
E’ proprio Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che ci tramanda, in un suo manoscritto, il ricordo della grotta dove il beato Felice trascorse, in meditazione, preghiera e penitenza, lunghi periodi della sua vita: … Il beato Felice per attendere maggiormente alla vita contemplativa fecesi cavare una grotta con tre camerini separati, sotto lo stesso monte del convento (della Consolazione in Deliceto), la quale oggidì (tra il 1745 e il 1750) chiamasi la “Grotta del beato Felice”. Trovasi scritto dal canonico Casati (storico di Deliceto) che in quella si ritirava a vivere per mesi intieri il Beato, e che vi era una antica e comune tradizione che per un buco della detta grotta , il quale oggidì ancora si vede, fosse venuto più volte l’Angelo del Signore a visitare il romito, ed anche un corvo che giornalmente gli avesse portato una pagnotta di pane. Ma che che sia di ciò, è certo che la detta Grotta sin’oggidì è tenuta in venerazione, ed è visitata da’ divoti, allorché vengono le Genti in gran numero da’ diversi Paesi a visitare la Santissima Vergine specialmente nel giorno della Sua festa agli otto di Settembre…G.B.M. Cavalletti
[Bibliografia di riferimento]
[Cavalletti G.B.M. Felice da Corsano – Un raggio agostiniano tra i santi riformatori del XVI secolo , Irpinia Libri, Avellino, 2015] -
NOZZE SINISCALCHI – COLLABOLLETTA
Redazione
[Edito 00/00/0000] Roma – Nell’atmosfera coinvolgente della bellissima Basilica di San Francesca Romana, al Foro Romano di Roma, attorniati da parenti ed amici, si sono uniti in matrimonio il dottor Flavio Siniscalchi e la dottoressa Anna Collabolletta. Dopo il rito religioso gli sposi hanno offerto, agli intervenuti, nei sontuosi giardini di Villa Monte Mario al Trionfale, una raffinata cena. Felicitazioni vivissime dagli amici di Montecalvo all’illustre concittadino professor Alfredo Siniscalchi, Direttore Generale, Capo Compartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri e alla gentile signora Marina Quaranta. A Flavio e Anna auguri e dolcissima luna di miele. [Nativo]
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Don Pietro Cavalletti, salesiano, montecalvese, professore di Salvo D’Acquisto.
Redazione
[Edito 00/00/0000] Don Pietro Cavalletti, figlio di Giuseppe e di Rosina Spinelli, nacque a Montecalvo Irpino il 29 giugno 1908. Morto il 14 febbraio 1995. Riposa nel cimitero di Montecalvo. Il 10 giugno 1933 fu ordinato Sacerdote Salesiano nella Chiesa del Sacro Cuore al Vomero in Napoli dall’Arcivescovo mons. Felice Guerra. E’ stato docente di lingua francese negli Istituti Salesiani dell’Italia Meridionale. Per circa un cinquantennio alla sua attività di professore di lingua straniera ha affiancato quella di docente di musica. Tra i suoi primi allievi vi fu Salvo D’Acquisto. Don Pietro Cavalletti fece, su richiesta dell’incaricato della Santa Sede, regolare deposizione, allegata agli atti del processo di Beatificazione di Salvo D’Acquisto. Don Pietro fu anche Maestro di Cappella, per circa un ventennio, nella Chiesa parrocchiale del Sacro Cuore in Napoli. [Nativo]
[Bibliografia di riferimento]
[Cavalletti G.B.M. – Lo Casale G., Fonti per la Storia di Montecalvo Irpino, Poligrafica Ruggiero , Avellino, 1985] -
Esercenti nel dopoguerra a Montecalvo Irpino – “Filicetta Cillese”
Francesco Cardinale
Montecalvo Irpino AV – Nell’ultimo dopoguerra del secolo scorso gli esercenti erano molto noti, in quanto, a differenza di oggi, c’erano pochi negozi e molta più gente, ragione per cui erano sulla bocca di tutti quando si usciva per fare acquisti. Si comprava quasi tutto in loco, i centri commerciali e la vendita online erano ancora di là da venire. Tra questi, da annoverare Felicetta Cristino, meglio conosciuta come “Filicetta Cillese”, “Cillese” perché originaria di Celle San Vito (FG).
Felicetta era amabile, disponibile e ti accoglieva con un sorriso, dispiaciuta se nella sua bottega non trovavi quello per cui eri andato.
Diceva “aspetta un po’” frugando nel retrobottega, da cui usciva con qualcosa di simile a quello che cercavi. Svolgeva la sua attività in uno spazio di pochi metri quadri, ma pieno sino all’inverosimile. Il suo negozio era situato in posizione strategica, lì dove il mercato finiva; perciò, specialmente per chi veniva dalla campagna, era quasi d’obbligo fare un salto da lei. Vendeva di tutto, cose che oggi risultano impensabili venderle nello stesso contesto.
La sua gamma di prodotti spaziava dall’oreficeria alle bombole di gas, dagli abitini per la prima comunione ai detergenti, alla stoffa (era anche una brava sarta).L’altro giorno sono passato davanti al suo negozio, in corso Umberto, e ho rivisto la stessa porta che chissà quante volte ho attraversato da bambino. Nella vetrina c’erano ancora alcuni oggetti di quel periodo: bamboline, anelli, un adesivo “Liguigas” e bigiotteria varia.
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La ferrovia a Montecalvo Irpino e gli scheletri.
Angelo Siciliano
[Edito 08/03/2004] Per quanto riguarda la linea ferroviaria che attraversa il territorio montecalvese, ricordo che negli anni Cinquanta del Novecento, Giuseppe D’Agostino, Pèppu Maglióne, che aveva la masseria sopra la statale 90 bis, alla Malvizza di sotto, raccontava che, scavando delle buche per mettere a dimora delle piante di vite, erano venuti alla luce alcuni scheletri umani. Sosteneva che molto probabilmente si trattava dei resti d’operai, morti per incidenti sul lavoro nella realizzazione della galleria ferroviaria che, dalla contrada Olivara porta verso la stazione di Ariano Irpino. Asseriva che tale galleria era stata realizzata alla fine dell’Ottocento, da maestranze dell’Italia settentrionale.
Nell’ambito dell’archeologia sociale, sarebbe molto interessante fare una ricerca su questi fatti e sulla realizzazione di questa tratta ferroviaria, che fa parte della ferrovia Napoli – Foggia.
Sarebbe pure rilevante capire che fine hanno fatto gli studi e i sopralluoghi, di una quindicina di anni fa, che ipotizzavano l’abbandono della linea ferroviaria esistente nella Valle del Miscano, per la costruzione di una ferrovia alternativa nella Valle dell’Ufita. [Nativo]
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Il pomodorino di collina servito nei ristoranti cinesi
[Edito 00/00/0000] Montecalvo Irpino AV – Il pomodorino di collina arriva in Cina. A portarlo la Crisef di Montecalvo irpino, azienda che incentra il proprio business imprenditoriale proprio sulla promozione del pregevole prodotto agroalimentare. Grazie ad un rapporto di fornitura con una società di import-export cinese, l’impresa ufitana ha spedito nel mercato internazionale un container di 210 quintali
Sbarca il Cina il pomodorino di collina della Valle Ufita. Artefice e protagonista dell’importante missione internazionale la Crisef srl di Montecalvo Irpino: azienda che incentra il proprio business imprenditoriale proprio sulla promozione del pregevole prodotto agroalimentare. Un container di 210 quintali è infatti stato spedito, la scorsa settimana, nella piazza d’affari asiatica ed è già stato distribuito all’interno dei canali di vendita e ristorazione locali. Tutto nasce attraverso una rapporto di fornitura instaurato con una società di import-export cinese. Ma c’è di più.
“Adesso- mette in evidenza Nicola Serafino, amministratore unico della società- il nostro pomodorino è in esposizione al Tempio Italiano. Una sorta di grosso centro commerciale, presente in Cina, adibito alla promozione e vendita dei prodotti italiani”. L’approccio al mercato asiatico non è nuovo per l’azienda ufitana. Gia fitto e consolidato il business con il Giappone.
Oggi il prodotto ufitano, commercializzato con il marchio “Serafino”, è venduto in quaranta supermercati di Tokyo. Il tutto grazie a un legame con un distributore del luogo con il quale sono stati avviati proficui rapporti commerciali. I soci della Crisef hanno operato per diversi anni in una cooperativa agricola (Copam arl) produttrice di pomodori – pomodorini di collina – ortaggi. Nella cooperativa i soci si sono occupati di tutti i reparti: amministrativo, produttivo, commerciale.
Da ciò è maturato il progetto di distribuire il pomodorino di collina prodotto dalla cooperativa e dai suoi associati.
Con l’attività in cooperazione gli imprenditori hanno avuto modo di conoscere i problemi del settore e di creare nuove tecnologie dirette a sviluppare e migliorare l’attività agricola, in particolare la produzione del pomodorino di collina.
Per diverso tempo ci si è dedicati sia alla produzione che alla commercializzazione e trasformazione del pomodorino con l’obiettivo di portare sul mercato un prodotto genuino e di ottima qualità.
L’idea di lanciare direttamente sul mercato il pomodorino di collina è alla base della nascita della Crisef. I pomodorini vengono offerti in barattoli di diversi tipi e formati. La commercializzazione avviene con il marchio Serafino.
La società è entrata nel mercato nazionale ed estero tramite campagne di promozione, contatti diretti con i potenziali consumatori (ristoranti,negozi, supermercati, privati), attraverso la partecipazione a fiere e manifestazioni pubbliche. [Nativo]Stefano Belfiore
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Il papa e la chiesa Beneventana
[Edito 26/02/2007] Il tema è destinato ad aprire un acceso dibattito, su quanto sia vasto il fenomeno della superstizione. Una parola usata dall’allora cardinale Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede”. Fu lui a celebrare il congresso eucaristico, facendosi portavoce del messaggio di Giovanni Paolo II° davanti ai fedeli e alla Chiesa di Benevento. E fu allora che si lanciò il giudizio che sembra risuonare come un anatema: «Chiesa di Benevento! Sii vera e propria “comunità eucaristica”, che tenta il recupero dei “lontani” attraverso l’opera diuturna della “catena dei messaggeri”, iniziativa quanto mai opportuna, al fine di perfezionare la riconversione ambientale, bonificando il Sannio e l’Irpinia da residue sacche di superstizione e di inadeguate concezioni della religiosità».
E’ questo il passaggio che solleva non poche perplessità, e che segna anche il giudizio, datato tre anni fa, del vaticano sulle due province meridionali. In quella stessa occasione, Giovanni Paolo II e oggi Benedetto XVI fecero un altro appello:«Amata Chiesa di Benevento! La Vergine Santissima delle Grazie ed i tanti Santi che vegliano su di te – da san Bartolomeo apostolo a san Gennaro e san Barbato, da San Pompilio a san Giuseppe Moscati e sant’Alberico Crescitelli sino al beato Pio da Pietrelcina – ti aiutino a proseguire con rinnovato slancio nel tuo cammino di fede e di testimonianza dei perenni valori cristiani. Ti ottengano molte e sante vocazioni sacerdotali e di speciale consacrazione, perché non manchi mai ai tuoi figli chi spezza il pane della Parola e dell’Eucaristia». In quella stessa occasione si esortava la chiesa sannita, di cui fanno parte diverse parrocchie irpine, a “proseguire” con costanza e generosità nell’impegno dell’adorazione eucaristica settimanale, recentemente ripreso, attivando numerose e partecipate “scuole di preghiera”, dove accogliere i tanti giovani, desiderosi di scoprire in Gesù il loro compagno di viaggio. Valorizza i “centri di ascolto” per approfondire il mistero eucaristico con i fratelli di fede, mobilitando le famiglie perché assumano con responsabilità il ruolo difficile ma esaltante dell’educazione alla fede dei propri figli. “Moltiplica la tua cura e la testimonianza di solidarietà verso i malati e gli anziani, i poveri e gli emarginati, ognuno coinvolgendo in una crociata di preghiere per il trionfo di Cristo e della sua Chiesa”. [Nativo]
[Credit│corriereirpinia.it]
Redazione
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Gemellaggio con Donceel
Alfonso Caccese
[Edito 00/09/2004] Montecalvo Irpino AV – Dopo l’arrivo di Sabato scorso a Montecalvo Irpino, i Doncellesi hanno siglato mercoledì il gemellaggio tra le due comunità. Ma i progetti sono numerosi.
Giancarlo Di Rubbo e Michel Paulus sono i sindaci dei due paesi ormai destinati a vedersi più di frequente. Non facile dunque è il compito loro assegnato dagli elettori. Pensate quindi che Montecalvo e Donceel sono due comuni distanti più di duemila chilometri. Ma, sembra che l’amicizia tra i due comuni potrà far cadere le barriere. E’ in questa direzione il contenuto dei due discorsi tenuti questo ultimo mercoledì sera nei locali del consiglio comunale di Montecalvo.
Così di fronte ai cittadini di Donceel e al consiglio comunale di questo paese d’Irpinia (provincia di Avellino), Giancarlo Di Rubbo a rifatto la lettura della “carta del gemellaggio”, siglata, in tutta fretta, in febbraio scorso, poco prima delle elezioni comunali, dal suo predecessore sindaco. Michel Paulus,allora, non aveva potuto assistere alla manifestazione. La lacuna, dunque adesso è stata sanata. Dalla parte italiana, si è insistito sulla volontà di andare ben aldilà degli scambi informali.La piaga dell’emigrazione
“ C’è evidentemente questa barriera della lingua – ha precisato il sindaco di Montecalvo –ma io sono persuaso che sarà fatto tutto il possibile dalle due parti. In fin dei conti, voi mi avete chiesto perché questo gemellaggio…. Semplice: le persone da noi sono partite in un momento della loro esistenza da voi a Donceel. Voi li avete accolti, gli avete trovato lavoro, avete anche istruito i loro figli nel rispetto degli altri. Oggi – prosegue il sindaco italiano – il popolo di Montecalvo è onorato di accogliere gli abitanti di Donceel che hanno lo stesso sangue e un identico senso di ospitalità. La speranza è che questo riscontro, partito su basi solide contribuirà ad appianare tutte le nostre differenze amministrative. E che, soprattutto esso contribuirà a fare uscire la mia comunità dai suoi problemi economici. Spero che questo gemellaggio sanerà questa triste piaga economica dell’emigrazione, vero dramma della nostra regione.”
Così Giancarlo Di Rubbo insiste sulla volontà del suo consiglio comunale di rilanciare l’immagine probabilmente offuscata della sua comunità, di cui si ignora troppo spesso che essa offre una grande ricchezza culturale, artistica, gastronomica e religiosa. E il sindaco al termine domanda ai Doncellesi di aiutare lo sviluppo sul piano economico.
Questi ultimi, da parte loro visto le basi e la favolosa accoglienza loro riservata, sono stati i primi a convincersene: Montecalvo dispone i sufficienti strutture per promuovere le sue qualità.
Michel Paulus è evidentemente il primo a crederci.“Nel settembre del 2003 – ricorda – siete venuti a Donceel perché eravamo fidanzati: Oggi, dopo qualche giorno trascorso nelle vostre famiglie, celebriamo il matrimoni tra le nostre due comunità. Il nostro scopo è di condividere la nostra amicizia, la nostra economia, la nostra cultura la nostra gioventù. Si crescerà meglio insieme alla comunità Europea. D’altronde questa ultima istituzione è quella che dovrà darci le risorse finanziare per posare una base concreta per i nostri scambi futuri.”
Al termine dello scambio di regali ( piatto doppia decorazione di Montecalvo per Donceel, birra e t-shirts commemorative del gemellaggio per Montecalvo), un primo gruppo di lavoro si è riunito subito per definire le tracce del lavoro. La prima opera comune sarà così la realizzazione da entrambi le parti di un film che rappresenti le rispettive comunità. Una maniera come un’altra di farsi conoscere nelle due comunità. [Nativo][Credit│Foto/Franco D'Addona]