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Scavi archeologici di AEQUUM TUTICUM
Mario Sorrentino
[Edito 00/00/0000] Aequum Tuticum era uno degli oppida che fungeva da capitale federale dei Sanniti, oltre che per la sua importanza come una delle principali stazioni dei tratturi della transumanza risalenti alla civiltà appenninica pre-sannitica, anche come centro di riunione dell’intero popolo dei Sanniti ( tuticum è aggettivo derivante da touto = “popolo” in osco) quando dovevano esser prese importanti decisioni politiche in pace o in guerra.
La quercia visibile in una delle immagini può far pensare al culto alla dea Kerres (il nome quercia nella forma dialettale locale deriva infatti dal nome della dea: Kèrres>Kèrs>Cèrz-a). E la capacità rigenerativa secolare delle querce, per mezzo dei polloni che accestiscono alla base dei loro tronchi non esclude che proprio lì ci fossero una o più querce sacre agli abitanti di Aequum Tuticum.
Dal sito archeologico sono visibili a uno due chilometri di distanza le “Bolle” mefitiche della Malvizza (territorio di Montecalvo Irpino), dove esisteva un tempio italico dedicato alla dea Mefite [Nativo] -
Un apostolo umile e semplice del Settecento
Cosmo Francesco Ruppi
[Edito 16/03/2004] Fra qualche giorno si compiono settant’anni dalla canonizzazione di un apostolo del settecento, san Pompilio Maria Pirrotti delle Scuole Pie, nato in un paese dell’Irpinia, a Montecalvo Irpino, e morto a Campi Salentina, nei pressi di Lecce, ove è tuttora conservato il suo corpo. Nel paese del Salento, per la verità, visse appena l’ultimo anno della sua esistenza terrena, ma la sua memoria lì sempre viva, ben sorretta dallo zelo dei padri scolopi, la confluiscono non di rado pellegrini di molte parti d’Italia.
Il nome e le gesta di questo santo, per la verità, sono ben poco conosciuti, eppure è non solo contemporaneo di San Leonardo di Porto Maurizio, San Paolo della Croce e Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, ma ha con essi molto in comune e rappresenta un tratto significativo di quei settecento, definito da molti come il secolo scettico ed ateo, che registrò anche fulgori di santità.
Di san Pompilio, canonizzato da Pio XI il 19 marzo 1934, insieme a due altri beati, Giuseppe Benedetto Cottolengo e Teresa Margherita Redi, si scrisse che la sua santità obbediva al calmo fervore quotidiano. Di lui, Pio XI mise in luce come «la sua vita nascosta con Cristo in Dio congiunse l’infaticabile servizio dell’attività apostolica».
La caratteristica del santo irpino e salentino è quella di aver donato tutto se stesso per l’educazione dei giovani e del popolo minuto: «Egli — disse Papa Ratti — è un esempio chiarissimo che dimostra quanto la religione cattolica possa contribuire alla vera educazione della società civile». È forse per questo, che la sua vita e il suo esempio possono essere riproposti anche oggi alla nostra attenzione, in un momento in cui si scopre l’importanza dell’educazione cristiana e la responsabilità della famiglia, degli operatori scolastici e della stessa comunità cristiana in ordine alla educazione delle future generazioni. -
Meritata vittoria del Montecalvo nel recupero con il Gesualdo
Redazione
De Feo [Edito 00/03/2004] Dopo il pari con il Real Serino, per la compagine del patron Sabatino arrivano tre punti fondamentali nel lungo cammino verso la salvezza. Raggiunta quota 25 in classifica, il Montecalvo lascia i bassifondi e si porta a soli due punti dal Gesualdo che resta a 27. Per la cronaca, accade tutto nella ripresa. Al 10′ passa il Gesualdo con Di Rienzo. Poi la svolta per i locali: due cambi, due reti. A 20′ dal termine fuori Melillo, in campo il bomber Impronta. Dopo 30′ la punta entra in area e subisce fallo. Rigore. Dal dischetto va lo stesso Impronta, freddo nel realizzare il suo settimo centro stagionale. A 5′ dal termine esce Santini, spazio a De Vita. Ed è proprio il centrocampista a pescare il jolly al 90′. Rimessa corta del Gesualdo, De Feo crossa, De Vita stoppa ed in diagonale regala ai suoi un vittoria meritata.
[Credit│Il Mattino]
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LO CHIAMAVANO “PADRE SANTO”
Tarcisio Arnesano
[Edito 21/03/2004] Campi Salentina, a pochi chilometri da Lecce, si appresta a celebrare il 70″ anniversario della canonizzazione di san Pompilio Maria Pirrotti, sacerdote e religioso delle Scuole Pie, di cui custodisce le spoglie nel santuario a lui dedicato. Dichiarato santo da Pio XI il 19 marzo 1934. Nato nel 1710 a Montecalvo Irpino (Av) dalla nobile famiglia Pirrotti, Pompilio a 16 anni abbandonò la casa paterna per raggiungere Benevento, dove entra presso le Scuole Pie. Ordinato sacerdote, fu maestro e poi insegnante di retorica per 8 anni. Quindi esercitò la docenza, la predicazione, la confessione e la direzione spirituale. In tempi in cui si diffondevano idee filosofiche e politiche che favorivano l’anticlericalismo e le idee gianseniste allontanavano i fedeli dai sacramenti, in particolare dall’Eucaristia, padre Pompilio predicava l’amore e la misericordia di Dio, la sofferenza che unisce a Cristo crocifisso, la devozione al Cuore di Gesù e Maria e la vocazione di tutti alla santità. Ovunque folle di fedeli lo seguivano per ascoltarne la parola e per ricevere i Sacramenti, lo chiamavano «Padre santo» anche per i suoi numerosi prodigi. Il suo incessante pellegrinaggio apostolico, pur tra difficoltà, conflitti e incomprensioni, durò 25 anni e toccò varie città d’Italia (Ortona, Lanciano, Napoli, Chieti, Ancona, Lugo di Romagna, Manfredonia). Nel 1765 fu mandato nella Casa scolopica di Campi Salentina, in un momento difficile per la Comunità religiosa e l’Istituto scolastico. Padre Pompilio riuscì a cambiare l’ambiente comunitario e a migliorare le scuole, la chiesa, l’oratorio e il noviziato.
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I MIRACOLI DI S. POMPILIO
Dal decreto di approvazione della Congregazione Preparatoria
Redazione
[Edito 00/00/2004] Pubblichiamo una parte del decreto di Pio XI e il verbale della Congregazione dei Santi, circa il riconoscimento dei due miracoli compiuti da S. Pompilio, necessari per la sua canonizzazione.
Il merito speciale che S. Giuseppe Calasanzio ebbe verso la Chiesa e la società civile, è quello di aver fondato, per primo – prefiggendosi lo scopo tanto utile alla salute delle anime, di educare cristianamente i fanciulli – un istituto religioso che tenesse le scuole popolari; il quale, sorto dapprima in Roma al principio del secolo XVII, si diffuse poi ampiamente in Italia e in tutta Europa. Di questa famiglia Calasanziana sceltissimo fiore e nobile ornamento B. Pompilio Maria Pirrotti, che nel decorso del secolo XVII fu insigne per santità. Nacque nel 1710 da famiglia rispettabilissima in Montecalvo Irpino, nell’Archidiocesi di Benevento, e mori nel 1766 a Campi Salentina della diocesi di Lecce, in età di 56 anni. Trascorsa innocentissima l’adolescenza e accolto per tempo nell’Ordine Calasanziano, in tutto il corso della sua vita, sia istruendo i fanciulli nelle scuole. sia predicando la divina parola al popolo in molti luoghi d’Italia, esercitò un mirabile apostolato, al quale diede alimento e forza con la santità della vita, con la mortificazione continua del suo corpo e con l’assiduità nella preghiera. Mentre egli viveva, sì grande era la fama della sua santità che le popolazioni con assiduità incredibile e in gran numero accorrevano, anzi si precipitavano ad ascoltarlo, come una volta le turbe a Gesù che annunziava il regno di Dio. Ne dopo la sua morte beata questa fama si attenuò, ma, soprattutto nell’Italia meridionale, si mantiene ancora, e benedetto, il ricordo di si grand’uomo. Gli onori della Beatificazioni gli furono concessi il 26 gennaio 1890 da Leone XIII, di gloriosa memoria; che contribuiva ad istruire i processi per questa Causa, quando era a capo della Delegazione di Benevento. Essendo poi stati attributi al Servo di Dio nuovi Miracoli dopo la venerazione accordatagli, fu riassunta la Causa per autorizzazione dello stesso Sommo Pontefice e si fecero i processi Apostolici su due guarigioni che si credette dover attribuire a miracolo. L’uno fu istruito a Lerida nella Spagna, l’altro a Napoli, e la loro forma legali fu approvata con decreto di questo sacro Dicastero del 10 dicembre 1910.Matilde Ireugas Carcamo y Abuin in Tamarite, villaggio della provincia di Huesca nella Spagna, all’età di 7 anni si ammalò: dopo una otite purulenta fu tormentata da febbri infettive e dimagramento, e circa 40 giorni dopo incominciato il male, ossia il 13 dicembre 1892, fu colta improvvisamente da broncopolmonite catarrale con pleurite. E il male si aggravò talmente, che scorsi appena tre giorni il medico curante aveva già perduta ogni speranza, e la fanciulla sembrava prossima a morire. Ma in quel frangente sapremo, avendo il padre dell’inferma applicato per la terza volta sul corpo di lei una reliquia del B. Pompilio, cessato ogni male, la fanciulla annunzio ai presenti stupefatti che stava bene. In quello stesso giorno, 16 dicembre quando venne il medico, trovò con sua meraviglia ch’erano scomparsi tutti i sintomi mortali della malattia; e in seguito la fanciulla istantaneamente guarita non fu più ripresa dal male. Il medico curante lo proclamò un miracolo, e con lui si trovano d’accordo il perito che in queste cause si chiama ad opportunitatem e due altri designati della Sacra Congregazione come peritiores. I rigorosi esami di questi ultimi, vagliati per ogni parte, concordano così nella diagnosi suddetta, come nell’attribuire a miracolo una guarigione sì repentina e perfetta.
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CON SAN POMPILIO VERSO LA PASQUA
Tarcisio Arnesano
[Edito 00/03/2004] Attraverso le sue lettere, specialmente quelle di direzione spirituale, Padre Pompilio guidava i suoi figli e fìglie sulla via della santità, grazie a un cammino di fede che riprendeva i temi propri delle ricorrenze liturgiche, specialmente di quelle più solenni. Nel numero precedente abbiamo proposto alcuni brani che avevano stretta attinenza col Natale e le festività di fine e inizio d’anno. Questa volta cercheremo di orientare la nostra ricerca sul periodo pasquale e in particolare sul tempo forte della Quaresima e della Settimana Santa, che precedono la Pasqua di Risurrezione. Sicuramente San Pompilio sentiva fortemente e intimamente la Passione e la Morte di Gesù. Il suo modello, che proponeva all’imitazione dei fedeli e devoti, era il Cristo Crocifisso. Anche quando parla del Risorto, non dimentica la Passione e la Morte in Croce. “Per Crucem ad Lucem” (attraverso la Croce si giunge alla Luce della Risurrezione). L’iconografìa ritrae il nostro Santo con il Crocifisso in mano, nell’atto di mostrarlo a noi suoi fedeli per indicarci la via da seguire.
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Lo Casale: una cultura civica per Montecalvo
Angelo Corvino
[Edito 29/03/2004] Montecalvo Irpino AV – Lo Casale cosa sta succedendo nella politica locale?
“Si sta lentamente concretizzando l’idea di un movimento civico con la partecipazione dei partiti, finalmente decisi ad anteporre i problemi del Paese e le esigenze dei cittadini alle vene puramente ideologiche”
Cosa fa il suo partito?
“Già in una intervista dello scorso Gennaio, avevo evidenziato la disponibilità di Alleanza Nazionale ad intraprendere un cammino comune con altri partiti, senza porre pregiudiziali né veti che potessero minare la costruzione di una valida alternativa all’attuale maggioranza.Chiaramente l’obiettivo di una lista civica, fenomeno sempre meno raro in altri scenari elettorali limitrofi, è quello di raggruppare elementi della società civile ed esponenti dei partiti attorno ad un credibile, trasparente e concreto progetto costruito con il contributo di tutti e mirante alla risoluzione dei non pochi problemi di Montecalvo,che certamente non sono solo di destra o di sinistra”
E’ una impresa ardua?
“Il compito di sicuro è impegnativo ma, focalizzando l’attenzione su ciò che ci unisce, imparando dagli errori del passato, sono convinto che la cittadinanza possa premiare una compagine elettorale tanto diversa ma decisamente consapevole delle proprie capacità individuali da mettere al servizio della collettività. Del resto abbiamo visto come le “fisiologiche” alleanze di centro-sinistra, in cui le migrazioni da un partito all’altro sono state e sono tuttora all’ordine del giorno, non hanno avuto una lunga durata ed hanno procurato solo disapprovazione tra i cittadini diminuendo di molto il loro interesse per la cosa pubblica”
A cosa puntate?
“Il nostro impegno è mirato ad istituire una mentalità civica diversa con la rivalutazione del ruolo del cittadino, sempre più protagonista della costruzione del suo futuro e scevro da qualsiasi condizionamento o soggezione” -
Montecalvo dalle pietre alla storia – Prefazione
Alfredo Siniscalchi
Molto si è scritto su Montecalvo e ritenevo del tutto inutile riproporre ancora un libro.
Mi sono dovuto ricredere in quanto “Montecalvo – dalle pietre alla storia” non è il ripetere di cose già raccontate, ma è una ricerca insolita, ricca di curiosità, il tutto confortato da una documentazione ineccepibile.
L’impegno dimostrato dall’Autore è notevole, sia per la raccolta dei dati che per la loro interpretazione in un’ottica indubbiamente insolita.
Il libro è un’esposizione semplicissima dell’evoluzione storica di Montecalvo Irpino che, partendo dalle vestigia ancora esistenti, giunge alle cause che nel passato hanno dato vita al paese che noi oggi conosciamo.
La ricerca dell’Autore è stata difficile in quanto gli innumerevoli terremoti che si sono abbattuti sul nostro paese hanno cancellato le testimonianze che ci avevano lasciate le popolazioni succedutesi nei secoli.
Esistono ancora dei ruderi e l’Autore li richiama: le rovine del Castello e degli Ospedali dell’Annunziata e di Santa Caterina; i palazzi de Cillis e Pirrotti; le chiese di S. Gaetano e di S. Antonio. Ma Giambosco Cavalletti non si ferma ad esaminare le “pietre” del centro, esce dal borgo e nel capitolo VIII analizza i ponti romani di “S. Spirito” e di “Pezza di Cristina”; le “Bolle” della Malvizza; la chiesa di S. Vito; il Castello di Corsano con le chiese di quel feudo.
Due sono gli scopi dell’opera:
– corredare il patrimonio letterario montecalvese di un libro semplice, ma completo, che dia almeno un’idea dello sviluppo storico della nostra comunità;
– educare al rispetto del patrimonio storico-artistico, in particolare i nostri giovani, in un’epoca in cui la conservazione dei beni artistici è compromessa.
Auguro a quest’opera il miglior successo, in quanto ritengo che il fine propostosi dall’Autore sia pienamente conseguito.
[Cavalletti, G.B.M. Montecalvo dalle pietre alla storia, Poligrafica Ruggiero, Avellino, 1987] -
PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE A NAPOLI
Antonio Cavotta
Passeggiata – San Biagio dei Librai [Edito 00/03/2004] In occasione del 70° anniversario della Canonizzazione di San Pompilio Maria Pirrotti, la parrocchia di Montecalvo Irpino ha organizzato un pellegrinaggio a Napoli. La città partenopea è stata inserita come terza tappa del più ampio progetto “Sulle orme di san Pompilio” che si propone come obiettivo l’approfondimento della figura del Santo Scolopio attraverso la visita dei luoghi in cui egli ha vissuto e operato come discepolo del Calasanzio.
Comprendere a pieno la spiritualità pompiliana significa analizzare il suo stesso iter di formazione interiore, che, però, ha indubbiamente risentito di condizionamenti ambientali; la crescita umana e spirituale si è realizzata anche attraverso i vari contatti che san Pompilio ha avuto con persone e luoghi diversi: ecco perché diventa determinante ripercorrere le sue stesse strade, ricercare ogni traccia della sua opera evangelizzatrice, pregare là dove lui stesso parlava con Dio. “Sulle orme di San Pompilio” è il tentativo di risalire alla grandezza del nostro santo, passando attraverso il contatto diretto con la storia personale di Domenico Pirrotti.
Dopo aver visitato Melfi, Lanciano e Atessa i fedeli montecalvesi si sono recati in pellegrinaggio a Napoli, città in cui il Nostro è vissuto per ben dodici anni, tra non poche insidie e difficoltà. Il primo appuntamento è stato con la Chiesa di Santa Maria di Caravaggio, sacro luogo dove san Pompilio teneva frequenti predicazioni e nella cui cripta, ancora oggi esistente, trascorreva momenti di fervente preghiera con la recita del santo Rosario e i dialoghi con le anime del Purgatorio. Dai testi del processo di Canonizzazione risulta che proprio in quegli ambienti san Pompilio usasse avvicinarsi ai teschi e, riconoscendo quelli più bisognosi di misericordia, fosse solito introdurre nelle loro bocche piccoli pezzi di pane in segno di suffragio. Dopo un breve momento di raccoglimento, il gruppo ha lasciato la Chiesa di Santa Maria di Caravaggio, per recarsi presso la chiesa del Gesù Nuovo. Qui i pellegrini hanno pregato davanti al corpo di San Giuseppe Moscati, medico e professore universitario che svolse la sua professione con ardore apostolico, proteso a recuperare la santità non solo del corpo ma anche dello spirito, santo della Chiesa Beneventana, canonizzato nel 1987 da papa Giovanni Paolo II. -
Pizzillo: niente spartizioni di poltrone
[Edito 31/03/2004] Montecalvo Irpino AV – Martedì notte c’è stata un’animata riunione del direttivo dei DS. Sul tavolo la decisione se appoggiare o meno l’iscritto del partito Carlo Pizzillo alla corsa per l’elezione a sindaco. Non si è approdati a nessuna decisione. Alcuni componenti del direttivo hanno abbandonato la riunione in segno di protesta. Intanto è lo stesso Pizzillo a puntualizzare alcuni aspetti riguardanti le richieste per le spartizioni delle poltrone. “Mi sembra assolutamente prematuro parlare di assessorati – dichiara Pizzillo – prima si definiscono i programmi da sottoporre agli elettori e da portare avanti. Poi si va alle elezioni ed, in caso di vittoria, si parla di assessorati le cui nomine spettano, per legge, al sindaco. Rifiuto qualsiasi altra logica spartitoria legata a metodi che non mi appartengono. Chi vuole seguire questi metodi si deve rivolgere ad altri e non a me”. Insomma il segnale di Pizzillo sembra essere chiaro, soprattutto per il suo partito che da mesi, per voce del segretario, va predicando “il ripristino della legalità politica ed il cambiamento della gestione del potere”. Insomma i DS sembrano essere stati messi alle strette ed inchiodati alle loro responsabilità: decidere se appoggiare un loro iscritto rinnovatore a sindaco o correre da soli spaccando il fronte dell’opposizione all’attuale maggioranza. Decisione non semplice perché in ogni caso potrebbe determinare una scissione interna. La proposta Pizzillo, infatti, trova qualche resistenza nell’ala oltranzista del partito che non vede di buon occhio le frange di destra del movimento civico che, per altro, si è dichiarato apartitico. Dall’altra parte ci sono i favorevoli all’accordo, garantiti dalla presenza anche di Rifondazione Comunista, il che sarebbe una garanzia nel senso della collocazione politica. Questa parte potrebbe anche decidere di staccarsi e seguire Pizzillo se il partito dovesse decidere di correre da solo. Una palla incandescente nelle mani del segretario Ruccio che continua a mostrare sicurezza e serenità. Intanto questa notte c’è stato un altro incontro tra il movimento, Rifondazione e DS. Nella Margherita, invece, si spera nella posizione solitaria dei DS e continua sempre più serrato lo scontro a distanza tra Gianni Iorio e Giancarlo Di Rubbo. Il partito sembra orientato verso quest’ultimo ma Iorio non sembra essere disponibile a fare un passo indietro il che potrebbe inasprire i toni. Per alcuni l’unica soluzione, se Iorio non recede, sarebbe individuare una terza persona che, allo stato attuale, non si capisce chi possa essere visto che Iorio e Di Rubbo rappresentano le punte di diamante della nuova classe dirigente cresciuta nelle file del Partito Popolare oggi Margherita.
Angelo Corvino