Editoria

Contributi per la Storia di Avellino e dell’Irpinia – Volume IV

Giovanni Bosco Maria Cavalletti

[Ed. 00/02/2022] Ancora una volta lo storico avellinese Armando Montefusco ci sorprende con una delle sue pubblicazioni, come sempre impreziosita dall’impeccabile impaginazione e dalla magnifica grafica dell’ottimo Geppino Del Sorbo, destinate, per la grande valenza scientifica che le contraddistingue, a diventare punto di riferimento per quanti vogliano avvicinarsi alla linfa delle nostre comuni radici sannito-irpine.
Le 375 pagine del sudato lavoro si aggiungono alle altre 2.435 distribuite tra i primi tre volumi, i precedenti due tomi de «I Gesualdo nella Storia e nelle Genealogie del Regno» e il volume unico «Monografie per la Storia di Avellino».
Un lavoro imponente paragonabile, per mole e valore storiografico, alle monumentali edizioni storico-araldiche del XIX secolo.
A differenza di queste, però, le opere dell’amico Armando si allargano ad un contesto molto più ampio, abbracciando i vari settori culturali della nostra provincia: la ricostruzione degli alberi genealogici, resa vitale dalle note biografiche e da una narrazione spesso aneddotica; la riscoperta e la riproposizione ai lettori dell’ingente patrimonio architettonico, artistico e ambientale dell’intero territorio provinciale; le straordinarie ricostruzioni urbanistiche del capoluogo, ma anche di molte delle nostre contrade, frutto, il più delle volte, dei ben noti infausti eventi come i terremoti e le epidemie; offrono il destro, di volta in volta, per ricordare eventi e persone del nostro passato che grazie alla rinnovata visibilità che da tali libri riemerge, rivivono restituendoci spaccati di vita di un tempo che solo agli occhi di chi non vuol vedere appare lontano.
Il corposo corredo grafico e fotografico, frutto anch’esso della professionale ricerca dell’autore presso i ricchi fondi archivistici, quelli dell’Archivio di Stato di Avellino in particolare, virtualmente ci restituisce pezzi importanti di quel mondo già vissuto dagli avi e preziosa eredità, oggi, per chi voglia costruire un futuro che non prescinda dalla storia passata. E’ in questa luce che “Piazze, Chiese, Strade, Fontane ed altre opere di Pace Tra Ottocento e Novecento”, giusto per restare ai contenuti della nuova opera, riemergono dal soporoso oblio delle distratte comunità; riaccendono il nostro orgoglio di eredi e stimolano un rinnovato amore per la Terra di appartenenza.
“Perla” tra le perle, è la descrizione dell’antico e scomparso feudo di Corsano, “Capitolo 8°/ Montecalvo e il Feudo di Corsano/ Una perla della Valle del Miscano” (pp. 204-239), che fa rivivere la storia della mitica terra corsanese, affascinante nelle memorie di ferali epidemie e di inquietanti invasioni di serpenti; generosa di cavalieri offerti alle belliche imprese delle epiche crociate; patria del beato Felice, attivo protagonista nell’agone teologico dell’era luterana e abitatore della celebre grotta delicetana (Deliceto-FG) che porta il suo nome, fonte ispiratrice di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che al suo cospetto donò al mondo le celestiali note di “Tu scendi dalle stelle”.

[Montefusco A., Contributi per la Storia di Avellino e dell’Irpinia – Volume quarto, Ed. CORRIERE, Rotostampa srl – 2021]

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