• Cultura,  Il pane di Montecalvo

    Il pane di Montecalvo – Duemila anni di gusto

    [Ed. 10/01/2005] Quando si parla di pane,si commette sempre un errore ! Il pane si gusta,si apprezza,si accompagna,si intinge,si cosparge,si affetta,si morde,si riscalda,si abbrustolisce,si cuoce,si frigge…,certamente non si legge ! Ma allora perché questo scritto,perché altre inutili frasi che non potranno mai rappresentare l’inebrianza dell’olfatto e la goduria del gusto ? Le risposte come sempre,hanno qualcosa di alchemico o per rimanere in tema di lievitico. I primi uomini scrissero di animali, di caccia e di cibo,dipingendo le caverne del  consumato pasto,nella vigoria della sazietà. Poi col tempo si è perso il gusto del normale,della semplicità e delle povere cose,ricche,però, del sapore e del calore del sole. Da poco tempo si assiste ad una riscoperta del gusto e della tradizione,fatto apprezzabile ed encomiabile.

    Vedo il tutto con natural diffidenza,con la convinzione che si stia industrializzando quello che per decenni è stato il feudo di quattro illusi romantici ,che paghi ed esaltati da tale condizione di emarginazione,hanno saputo conservare le ricette originali del sapere e del sapore della vita. Su come si fa il pane ,e sul perché vi siano tanti formati e gusti, lo si deve alla sana biodiversità  alimentare del genere umano. Nel prosieguo di questa chiacchierata tra amici,si parlerà di sistemi di lavorazione,di dati e di segreti,con quella spensieratezza che ci proviene dall’essere coscienti e fatalisti,testardi e contestatori, stoici nell’impegno ed epicurei nel gioco della vita.

    Sulla bontà e sulla qualità del pane di montecalvo, vantiamo trascorsi storici secolari,tanto che ancor oggi montecalvo è conosciuta più per il suo pane che per il Santo che vi ha visto i natali,per la Madonna miracolosa,per i castelli e i panorami,per i tanti personaggi illustri.

    Ben ci stà !

    Il tutto non mi meraviglia più di tanto specie nell’epoca della decadenza dei costumi e nella ricercatezza  dell’ostentato benessere , dove si ritrovano le situazioni di 2000 anni fa ,di una Roma sazia e ingorda ,superficiale e prepotente,raffinata e lasciva. A 7 secoli dalla fondazione di Roma,questa parte del mondo era considerata strategicamente importante,per la presenza delle grandi arterie stradali e per i grandi ingegni che vi erano nati e cresciuti. Son questi  gli anni di Virgilio,di Asinio Pollione,di Mecenate,del Grande Cicerone,di Catone il Censore,del sommo Orazio e del poeta amico di Catullo ,G.LICINIO CALVO. [Continua]

  • Beni,  BENI ARCHITETTONICI E PAESAGGISTICI

    Continua l’opera di Restauro del Palazzo Ducale

    [Ed. 17/09/2004] Montecalvo Irpino AV – Nella riunione di giunta del 3 settembre ultimo scorso, è stato approvato e messo in appalto il progetto esecutivo dei  lavori del lotto A di “Recupero del Castello Ducale Pignatelli”, inserito nel finanziamento del PIT- Regio Tratturo – Itinerario culturale. L’importo totale dei lavori è di Euro 1.987.242,38 (circa 4 miliardi delle vecchie lire), in base al progetto redatto dalla amministrazione – tecnico – provinciale nelle persone dell’ Ing.Franco Aucelli e dell’Arch.Antonio Sorrentino, prevede la riqualifica strutturale –  storico e culturale del castello Pignatelli , irrimediabilmente danneggiato dopo il sisma dell’agosto 1962.I due prospetti mostrano le condizioni attuali in cui versa l’immobile, oggi di proprietà del comune, e quello che dovrà essere alla fine dei lavori.

    [Nativo]

    Alfonso Caccese

  • Calcio,  Sport

    Polisportiva Montecalvo. E’ Pompilio Stiscia il nuovo presidente

    Alfonso Caccese

    [Ed. 06/09/2004] Montecalvo Irpino AV – Dopo lunghe riunioni e continue assemblee societarie finalmente la Polisportiva Montecalvo ha il suo nuovo presidente. Pompilio Stiscia prende il posto di Vincenzo Sabatino che resta nel consiglio di amministrazione della società. Invariati quindi i rapporti con gli sponsor tecnici della squadra che si sono già attivati per l’allestimento di una compagine di livello che possa ben figurare nel prossimo campionato di promozione. All’amico Pompilio Stiscia un sincero in bocca al lupo [Nativo]

  • Calcio,  Sport

    Montecalvo – Giorgio Ferrini 3-1

    [Ed. 04/10/2004] Montecalvo Irpino AV – MONTECALVO: Fanini, Falcone, Saracino (25’st Giallonardo), Peluso, Cocca, Mainiero (35’st Tedesco), Perrino, Varricchio, Fioriello, Kazazi, Lo Prete (10’st Greco). A disp.: Nardone, Barbiero, Bosco, Sorrentino. All.: Nardone.
    GIORGIO FERRINI: Garzarella, Federici (40’st Riola), Capossela, Pancione, Soricelli, Ciampino, Mercurio (25’st De Rei), Di Monti, Dello Monaco, Mandato, Verruso (40’st Aquino). A disp.: Pastore,Mastantuoni, Rame, Colucci. All.: Casale.
    ARBITRO: Sannino di Napoli.
    RETI: 30’pt Dello Monaco (GF), 25’st Kazazi (M), 35’st Fioriello (M), 42’st Kazazi (M)
    ESPULSO: Varricchio (M) al 42’st per doppia ammonizione.
    AMMONITI: Peluso (M), Kazazi (M), Greco

    Prima vittoria nel campionato di promozione da parte della squadra giallo – blu montecalvese del presidente Stiscia e del mister Nardone. L’incontro casalingo metteva di fronte la compagine irpina con una delle squadre meglio attrezzate del torneo , la beneventata G.Ferrini da sempre protagonista nel calcio regionale. La partita fin dalle prime battute si rivela ostica e difficile per i padroni di casa che temono così non riuscire ad ottenere la vittoria casalinga. La nebbia si presenta al 30° del primo tempo quando i beneventani vanno in vantaggio in una azione corale e scorbutica con Dello Monaco. Ma gli uomini di mister Nardone non si scoraggiano e iniziano a macinare gioco creando occasioni su occasioni per pareggiare i conti. Ma è tutto inutile si và negli spogliatoi alla fine del primo tempo con il risultato di 1 – 0 per la Giorgio Ferrini. Il the sotto la doccia deve essere stato davvero stimolante tanto da far rientrare in campo i montecalvesi con uno spirito nuovo e una forza fisica invidiabile. Ma devono passare 25’minuti per vedere violata la porta di Garzarella. L’uomo di maggior spicco della squadra locale, l’albanese Kazaki, pareggia i conti.
    Da quel momento in poi gara in discesa dei locali che al 35′ raddoppiano con il giovane Fiorello, elemento cresciuto in casa, e al 42′ festeggiano la doppietta dello scoppiettante Kazaki, che fissa il punteggio definitivo sul risultato di 3 – 1 per i padroni di casa, che così possono festeggiare la prima vittoria in questo torneo. [Nativo]

    Alfonso Caccese

  • Cultura,  Il nostro passato,  Storia

    I Normanni

    [Ed. 16/03/2008] Nei primi anni del secolo XI – 1016 – nuove genti,i normanni, vennero a capovolgere l’Italia trans-tyberina. Essi per prima, sotto il nome di Apulia – intesero contemplare tutti quei luoghi dell’italia cistiberina. Re Corrado il Salico, calato in Italia per coronarsi imperatore in Roma, ristabilì quelle genti in queste regioni. Si portò nella Puglia e, o fosse stato per forza, o per volontaria resa – soggiogò al suo dominio così il territorio beneventano, come altresì Capua e le altre restanti città di questa regione. A quei normanni, che si erano portati dal patrio suolo a folla nella Puglia— accordò la licenza di poter quivi fermare, stabilmente la propria abitazione e li adunò Sotto i suoi capitani, acciò difendessero i confini del reame d’italia – contro le insidie dei greci – La Puglia, che dai greci fu chiamata Italia – fu ancora chiamata Longobardia – perchè da essi fu tolta ai principi longobardi, che signoreggjavano l’italia. Il territorio beneventano e la città di Capua non furono mai compresi nella Puglia, sebbene gli storici li chiamino, similmente, col nome di Puglia. L’ uso dei feudi in italia fu introdotto dai longobardi. Fu loro costume dare le terre occupate ai soldati, acciò fossero conosciuti dai medesimi come padroni, ed ubbidissero essendo chiamati con l’andare alla guerra. Di questo siamo sicuri, perché risulta dalle consuetudini feudali, ed il Facchineo aggiunge, che feudo è voce germana, della cui origine furono i longobardi. Questi vennero in italia, circa l’anno del Signore 568 – essendo imperatore Giustino II. Ed avendo occupato gran parte del paese, stabilirono un regno particolare, a similitudine dei romani – composero nuove leggi, ed introdussero nuove dignità, con i nomi di Ducati – Marchesati – Contadi e simili. E così le leggi feudali si sparsero dall’ Italia per tutta l’Europa – come afferma tra i feudisti, Rudingaro. (Vedi Pratica dei Notari – Ubaldo Ubaldini – Dei feudi e della loro origine: p. 159) All’anno 1075 – Roberto Guiscardo normanno, assediò Salerno – soggiogò la città e discacciò il Principe Gisulfo restando il principato dei longobardi solo in Benevento, dove era incominciato – sebbene dopo due anni finiva lo stesso. – Difatti, nell’anno 1077, moriva Landolfo VI – ed in lui si estinse il Principato beneventano e la serenissima prosapia dei longobardi – dopo di aver essa dominata in Benevento dall’anno 571 fino al 1077 – cioè per lo spazio di 506 anni tra Duchi N. 14 – Principi beneventani N. 13 – Beneventani e Capuani N: 11. In tal modo Benevento restò sotto il Libero dominio della santa Sede – a nome della quale, la governavano i Rettori. Morto Roberto Guiscardo – ebbe per successore nei Ducato di Puglia Ruggiero suo figliuolo, a cui succedette poi Willelmo III – Duca di Puglia. « Questo Roggiero Duca di Puglia si deve distinguere dall’altro Roggiero Fratello di Roberto Guiscardo, e Conte di Sicilia; il quale fu quel Roggiero, che discacciati i Saraceni dalla Sicilia, se ne rese Padrone dominandola col titolo di Conte. Fu poi soprannominato il gran Conte Roggiero per aver nell’ anno. 1098 – fra lo spazio di giorni 40, assediata, e presa la Città di Capua, e restituitala al Principe Riccardo con tutto il Capuano Principato; da cui i Capoani fin dall’anno 1099 s’erano ribellati. E procreò nel tempo dell’asse dio di Capoa un Figlio chiamato anche Ruggiero, il quale fu il primo che ottenesse la Corona di Sicilia, e la dominasse col titolo di Re, che intitolossi poi Ruggiero Re di Sicilia, di Puglia, e di Calabria, come si legge in un Diploma dell’ an.1130 ” e prima del suo Regno, sistente nell’ Archivio del Monistero dell S.S. Trinità della Cava”. [Nativo]

    [Bibliografia di riferimento]
    [P. Santosuosso B., Pagine di storia civile di Montecalvo Irpino, Tipografia Fischetti, Sarno SA, 1913]

    Redazione

  • Persone

    La grave perdita di Benito Panarese

    Uno degli ultimi custodi della tradizione musicale nostrana

    [Ed. 07/11/2013]Buonalbergo (BN) – Il caro Benito ci ha lasciato, il 25 ottobre scorso, per un  banale incidente; quasi uno scherzo del destino, avvenuto nei pressi della sua abitazione, gettando così nello sgomento il figlio Michelantonio, la nuora Nicoletta ed il fratello Giovanni.

    Nato a Benevento ma cresciuto, con la famiglia, nella stazione di Montecalvo, dove esercitava la professione di ferroviere,  ha avuto sin da ragazzo la passione per l’organetto, avendo cominciato a suonarlo in tenera età. Da piccolo, era così entusiasta dello strumento che, prima ancora di possederne uno, si allenava a muovere le dita  su di una tavoletta fatta a mo’ di tastiera, sulla quale i tasti erano costituiti  da “centrelle” (chiodi dalla testa ampia per scarponi). Suonava  l’organetto   “a orecchio”, così come tutti coloro che eseguivano musiche e canti della tradizione negli anni ’50 e  ‘60 del secolo scorso, quando ancora la musica folk teneva testa all’avvento della musica pop, proposta prima dalla radiofonia ed in seguito dalla nascente televisione,  in contrapposizione alla musica classica; quest’ultima sì, certamente, poco popolare, e riservata, per lo più, ad audiofili raffinati.

  • Forum

    Saluti da lontano

    [Ed. 17/09/2002] Saluti da lontano. Curiosando tra le pieghe del web mi sono imbattuto nel Vostro sito che , inutile negarlo , mi ha emozionato non poco visto che ho vissuto gran parte della mia vita in quei luoghi.
    Mi complimento con l’organizzazione e spero che non sia uno dei soliti siti abbandonati a loro stessi e riattivati in occasioni esclusivamente particolari.
    Aspettando di vedervi spesso aggiornati , nel frattempo Vi inserisco tra i ” preferiti “.
    Un solo suggerimento : chi si collega desidererebbe rivedere i luoghi cari ; non sarebbe per niente errato inserire una serie di webcam.
    Cordiali saluti . [Nativo]

    Antonio Cipolletti

  • Gruppo Folk di Montecalvo

    Il gruppo folk alla festa del vino di Bussigny

    [Ed. 06/02/2003] Montecalvo Irpino AV – Dopo lo straordinario  succes­so riscosso in Svizzera il gruppo folkloristico “La Pacchiana”  è  stato invitato per la festa del vino di Bussigny sempre in terra elvetica. La notizia, se pur non ancora  ufficiale, è stata comunicata ieri al presidente della Pro Loco Montecalvo, Franco Aramini, da Gino Amendola responsabile dell’associazione Regionali Emigrati Italiani. Grande è stata la soddisfazione di tutto lo staff dell’associazione che sta raccogliendo i frutti di un lavoro partito nella meta de­gli anni novanta.
    Soddisfazione anche da parte degli amministratori che vedono nel gruppo folkloristico un grande veicolo economico e culturale che potrebbe far fare alla stagnante economia quel salto di qualità che tutti si augurano. L’am­ministrazione comunale, in segno di gratitudine per I’ospitalità ricevuta durante I’esibizione in terra elvetica, ha deciso di donare all’associazione di italiani all’e­stero, riferimento culturale per tutti gli italiani del cantone di Vaduz, una perga­mena. Tra qualche giorno il signor Gino Amendola riceverà nella sede di Bussigny il ricordo dei connazionali che vivono in Irpinia. La Pro Loco, comunque, sta anche lavorando per preparare al meglio la festa che si terrà nel mese di marzo per festeggiare i trent’anni di attività. Durante la manifestazione saranno premiati tutti i presidenti che I’associazione ha avuto durante i suoi anni di atti­vità. Alla manifestazione saranno presenti anche il responsabile delle Pro Loco provinciali e quello regionale. [Nativo]

    Redazione

  • Calcio,  Sport

    GI.FRA. Montecalvo – Cosa succede?

    [Ed. 26/11/2002] Montecalvo Irpino AV – Dopo la non brillante esibizione della squadra, allenata da Mister Iorillo, nella trasferta di Sabato 23 novembre a Savignano, si iniziano a sentire voci non rassicuranti per il buon prosieguo del torneo di calcio di seconda categoria.
    Infatti,  il secco 2-0 subito contro la Savignanese, scopre il fianco a polemiche ed illazioni da parte dei calciatori e di alcuni amici vicini all’organico. In questi casi la colpa può essere attribuita a tutti gli attori ma come sempre le soluzioni sono introvabili.
    Le ipotesi di un’avvicendamento tecnico alla conduzione della squadra si fanno sempre più insistenti ma si fa strada anche l’ipotesi di una conduzione collegiale della formazione da parte degli elementi più rappresentativi.
    Intanto, vitale importanza assume la prossima trasferta dei giocatori granata in quel di Flumeri di Sabato prossimo dove la conquista dei tre punti oltre a far risalire la squadra in classifica, servirebbe alla dirigenza per poter con serenità risolvere i problemi di natura tecnica. [Nativo]

    Redazione

  • Cultura,  Il nostro passato,  Storia

    Ferdinando IV di Borbone

    [Ed. 04/03/2005] In questi giorni di intenso freddo e di copiose piogge,si riaffaccia il solito problema delle frane e degli smottamenti,che oltre ad arrecare disagi alla popolazione,sono causa di innumerevoli costi alla intera collettività.
    Quel che è evidente a tutti è il totale abbandono in cui versa l’intero territorio,senza cioè quel sano controllo,unico preventivo rimedio ai danni della natura e dell’uomo.
    In questi giorni di frenetica attività istituzionale,solo perché si andrà a votare per il rinnovo del massimo organismo territoriale,si riaffacciano le problematiche del meridione,i ritardi nello sviluppo,la disoccupazione,le zone interne e quant’altro possa servire a mortificare il cittadino,che alla fin fine si sente l’unico responsabile e perciò costretto col suo voto a rimediare ai danni arrecati alla propria terra.
    Lasciamo perdere!
    Mi piace ricordare un aforisma,ascoltato alcuni anni fa in una tribuna elettorale e che val la pena ricordare:
    “……….non è un caso che per il vostro partito sia stato il primo a chiamare il sud Italia,il nostro Mezzogiorno,perché è a mezzogiorno che si mangia e si beve alla faccia…….”
    Se il lettore pone mente ai programmi delle precedenti elezioni,non troverà nulla di nuovo,quel che è cambiato è qualche simbolo e forse qualche slogan,in più dovremo sorbirci i faccioni sorridenti e ammiccanti di personaggi equivoci e altalenanti tra schieramenti mai definiti e mai completati,rubando lo spazio a qualche cartellone pubblicitario di qualche ragazza prorompente,che ci ricorda la bellezza della vita e che ci aiuta a vivere con quel giusto equilibrio di sapori all’agrodolce.
    Perché questo scritto?