Natale

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    Tu scendi dalle stelle svelato l’arcano delle origini: non fu Nola la sua patria, ma Deliceto

    [Ed. 26/09/2022] E’ dal 1857 che si dibatte su dove sia nato il canto Tu scendi dalle stelle di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che ad ogni Natale incanta il mondo inserendo l’Italia nel ristretto novero delle nazioni che vantano le melodie più belle di quel mitico e magico momento. Fu appunto 165 anni fa che lo studioso redentorista Celestino Berruti, forse attingendo a una testimonianza resa per il processo di beatificazione del Santo napoletano, indicò la città di Nola quale sua patria. Dopo di lui, nel 1933, il suo confratello Oreste Gregorio, autore del noto Canzoniere alfonsiano, riprendendo la notizia, diede definitivamente l’avvio al ribaltamento della più antica tradizione che designava, invece, la cittadina di Deliceto (FG) quale culla della melodia. Da allora, al di là di sterili schieramenti campanilistici, alcuno studio, fino ad oggi, aveva mai analizzato il tema dal punto di vista storico-scientifico e i risultati di tale indagine, che per la prima volta qui rendo pubblici, sono clamorosi.

    La testimonianza di cui sopra ci mostra Sant’Alfonso in Nola, ospite della famiglia Zamparelli, che «compone», ma alla luce delle indagini condotte meglio sarebbe dire, più semplicemente, «scrive», su un pezzo di carta le parole della sua pastorale per poi cantarle, la stessa sera, in una chiesa di Nola.

    Alcuna indicazione temporale emerge dal racconto né si parla, in esso, di Novena di Natale. Soltanto apprendiamo che «Monsignore» (S. Alfonso) «con altri Padri andarono in Nola a fare «una certa missione» e stavano in casa di questo D. Michele Zambadelli».

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    Natale 2004

    [Ed. 24/12/2004] Nella storia dell’umanità, per noi credenti, due notti sono le notti più importanti del tempo e della storia. La notte di natale e la notte di Pasqua. La notte di Natale , santissima notte, come santissima è la notte di Pasqua, è la notte in cui si realizza il più grande mistero che l’uomo abbia mai potuto conoscere: Gesù nostro salvatore, appare visibilmente nella nostra carne, per assumere in sé tutto il creato e sollevarlo dalla sua caduta. ” Non temete, ecco vi annuncio una grande gioia. Oggi vi è nato il Salvatore che è Cristo Signore” annunziano gli angeli sulla grotta di Betlemme. La chiesa, in questo periodo, ricorda a tutti i cristiani di buona volontà  la speranza che non delude. Le attese di liberazione del popolo d’ Israele, alimentata dai profeti, sono immagini della nostra attesa di  liberazione. La nostra storia è come giunta ad una strettoia, dalla quale si fatica ad uscire: Senza Gesù (cioè senza morale, giustizia, verità, rispetto del prossimo) l’uomo è un fallito, o peggio ancora un illuso. Nella notte di natale simbolo del buio che tanti, anche nel nostro paese, stanno sperimentando, apparirà una Luce per chi vuole vederla. Tale luce mette a nudo i nostri vuoti e le nostre scelte errate, il nostro egoismo e le nostre miopie. Ma è anche luce di speranza per chi attende la liberazione. [Nativo]

    Teodoro Rapuano