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Felice da Corsano – Le fonti della beatitudine e l’avventurosa peregrinatio delle sue reliquie

Montecalvo Irpino AV – «Felice da Corsano – Le fonti della beatitudine e l’avventurosa peregrinatio delle sue reliquie»: è il titolo della conferenza tenuta ieri sera dallo storico Giovanni Bosco Maria Cavalletti presso la “Sala del Cenacolo” del convento di Santa Maria della Consolazione in Deliceto (FG).

L’Agostiniano padre Felice da Corsano nacque nella prima metà del XV nel borgo di Corsano oggi frazione di Montecalvo Irpino.
Negli antichi cataloghi agostiniani, nonché nella ricca bibliografia agiografica che lo riguarda, il nome di fra’ Felice da Corsano è indicato con il titolo di Santo o Beato e come tale, ancora oggi, è venerato nei luoghi che massimamente furono interessati dalla sua opera riformatrice. Nel 1775 l’ordine religioso degli agostiniani nel nome del priore generale padre Francesco Saverio Vasquez, e l’ordine del Santissimo Redentore rappresentato dal rettore maggiore padre Alfonso Maria de’ Liguori, (il futuro santo patrono dei moralisti), postulatore il padre redentorista Antonio Maria Tannoja, promossero un regolare processo canonizzazione. La strategia processuale fu impostata secondo i dettami dei decreti emanati da Papa Urbano VIII nel 1634.  Questi riconoscevano la santità pubblicamente acclarata da almeno cento anni prima di tale data.  Il non conoscere ancora, all’epoca del processo, il dies natalis di Felice da Corsano ne impedì la felice conclusione
(cfr. G. B. M. Cavalletti).

Durante il convegno il Cavalletti ha evidenziato, attraverso un’accurata documentazione, come Felice da Corsano fosse già da tempo, sebbene mancasse l’ufficialità ecclesiastica, venerato come Beato anche da santi della chiesa cattolica come, tra gli altri, S. Alfonso Maria de’ Liguori e San Gerardo Maiella.

Lo studioso ha inoltre ripercorso le vicissitudini del processo canonico, iniziato nel 1775 presso la curia vescovile di Bovino durante l’episcopato di mons. Tommaso Pacelli, e bloccatosi a causa di gravi lacune documentarie oggi ampiamente colmate dalla nuova ricerca che egli stesso ha condotto unitamente al rev. don Teodoro Rapuano, attuale Delegato Arcivescovile di Benevento per la causa di canonizzazione di Felice da Corsano.   Il ritrovamento dei preziosi documenti che indicano la data di morte del beato, avvenuta il 20 settembre dell’anno 1526, rappresenta il motivo principale per cui la causa iniziata oltre due secoli fa potrà giungere ad una felice conclusione

Il reverendo Don Teodoro Rapuano, oltre che Delegato Arcivescovile per la causa di canonizzazione del Beato Felice da Corsano, anche coautore, con il Cavalletti, delle ultime ricerche sulla vita e le opere del Beato, ha presentato una relazione sul tema: “Felice da Corsano: il racconto di una storia ritrovata” ponendo in evidenza la provvidenzialità delle varie situazioni che hanno accompagnato e caratterizzato taluni retroscena della faticosa, ma fruttuosa ricerca.

In una sala gremita in ogni ordine di posto, dopo i saluti di rito delle autorità locali, tra le quali il sindaco dott. Pasquale Bizzarro, il rettore del santuario della Consolazione il reverendo padre Luca Preziosi e l’assessora alla cultura del comune di Deliceto la dott.ssa Adriana Natale, la riunione è stata presieduta dal presidente dell’Archeoclub, Paolo Carmine Pacella.

Tra gli intervenuti, unitamente ai cittadini delicetani, era presente una folta schiera di Montecalvesi fra i quali alcuni provenienti direttamente da Corsano, la patria del beato Felice.

Tra gli altri erano presenti il presidente della Pro Loco di Deliceto Benvenuto Baldassarro, lo storico delicetano Mattia Iossa e l’editore Claudio Grenzi di Foggia.

Redazione

[Bibliografia di riferimento]
[Cavalletti G.B.M. Felice da Corsano – Un raggio agostiniano tra i santi riformatori del XVI secolo , Irpinia Libri, Avellino, 2015]

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