Cultura,  San Pompilio

I MIRACOLI DI S. POMPILIO

Dal decreto di approvazione della Congregazione Preparatoria

Redazione

[Edito 00/00/2004] Pubblichiamo una parte del decreto di Pio XI e il verbale della Congregazione dei Santi, circa il riconoscimento dei due miracoli compiuti da S. Pompilio, necessari per la sua canonizzazione.
Il merito speciale che S. Giuseppe Calasanzio ebbe verso la Chiesa e la società civile, è quello di aver fondato, per primo – prefiggendosi lo scopo tanto utile alla salute delle anime, di educare cristianamente i fanciulli – un istituto religioso che tenesse le scuole popolari; il quale, sorto dapprima in Roma al principio del secolo XVII, si diffuse poi ampiamente in Italia e in tutta Europa. Di questa famiglia Calasanziana sceltissimo fiore e nobile ornamento B. Pompilio Maria Pirrotti, che nel decorso del secolo XVII fu insigne per santità. Nacque nel 1710 da famiglia rispettabilissima in Montecalvo Irpino, nell’Archidiocesi di Benevento, e mori nel 1766 a Campi Salentina della diocesi di Lecce, in età di 56 anni. Trascorsa innocentissima l’adolescenza e accolto per tempo nell’Ordine Calasanziano, in tutto il corso della sua vita, sia istruendo i fanciulli nelle scuole. sia predicando la divina parola al popolo in molti luoghi d’Italia, esercitò un mirabile apostolato, al quale diede alimento e forza con la santità della vita, con la mortificazione continua del suo corpo e con l’assiduità nella preghiera. Mentre egli viveva, sì grande era la fama della sua santità che le popolazioni con assiduità incredibile e in gran numero accorrevano, anzi si precipitavano ad ascoltarlo, come una volta le turbe a Gesù che annunziava il regno di Dio. Ne dopo la sua morte beata questa fama si attenuò, ma, soprattutto nell’Italia meridionale, si mantiene ancora, e benedetto, il ricordo di si grand’uomo. Gli onori della Beatificazioni gli furono concessi il 26 gennaio 1890 da Leone XIII, di gloriosa memoria; che contribuiva ad istruire i processi per questa Causa, quando era a capo della Delegazione di Benevento. Essendo poi stati attributi al Servo di Dio nuovi Miracoli dopo la venerazione accordatagli, fu riassunta la Causa per autorizzazione dello stesso Sommo Pontefice e si fecero i processi Apostolici su due guarigioni che si credette dover attribuire a miracolo. L’uno fu istruito a Lerida nella Spagna, l’altro a Napoli, e la loro forma legali fu approvata con decreto di questo sacro Dicastero del 10 dicembre 1910.

Matilde Ireugas Carcamo y Abuin in Tamarite, villaggio della provincia di Huesca nella Spagna, all’età di 7 anni si ammalò: dopo una otite purulenta fu tormentata da febbri infettive e dimagramento, e circa 40 giorni dopo incominciato il male, ossia il 13 dicembre 1892, fu colta improvvisamente da broncopolmonite catarrale con pleurite. E il male si aggravò talmente, che scorsi appena tre giorni il medico curante aveva già perduta ogni speranza, e la fanciulla sembrava prossima a morire. Ma in quel frangente sapremo, avendo il padre dell’inferma applicato per la terza volta sul corpo di lei una reliquia del B. Pompilio, cessato ogni male, la fanciulla annunzio ai presenti stupefatti che stava bene. In quello stesso giorno, 16 dicembre quando venne il medico, trovò con sua meraviglia ch’erano scomparsi tutti i sintomi mortali della malattia; e in seguito la fanciulla istantaneamente guarita non fu più ripresa dal male. Il medico curante lo proclamò un miracolo, e con lui si trovano d’accordo il perito che in queste cause si chiama ad opportunitatem e due altri designati della Sacra Congregazione come peritiores. I rigorosi esami di questi ultimi, vagliati per ogni parte, concordano così nella diagnosi suddetta, come nell’attribuire a miracolo una guarigione sì repentina e perfetta.

L’altro miracolo avvenne a Napoli. Domenica Maria Melisci, nubile, che dal sedicesimo anno d’età aveva sofferto per alcuni anni di un leggero tumore, simile ad una piccola nocciola, alla mammella destra, non ne sentiva più l’incomodo e, godendo buona salute, si occupava nelle faccende domestiche. Ma passato molto tempo, tutt’ad un tratto il 14 settembre 1891, quando aveva circa 43 anni, sentì un dolore acuto alla stessa mammella e la vide tumefarsi. L’enfiagione crebbe in breve tempo, e il medico chiamato trovò all’interno della mammella una massa dura e di maggior mole, avente tutti i caratteri di un tumore neoplastico di indole cattiva. Dopo aver prescritto per prova alcuni rimedi che riuscirono inefficaci, e fatta una nuova ispezione, il medico, convinto ormai che il tumore era maligno, consigliò di tagliarlo. Esita l’inferma per il timore e trepidante ricorre ad implorare con fiducia l’aiuto del B. Pompilio. Passati tre o quattro giorni si trova che il tumore, come videro molte persone, era scomparso improvvisamente e il dolore cessato. E ciò fu confermato dopo alcuni giorni dal medico curante che procedette ad un esame e non trovò nessun vestigio del precedente tumore; egli riconosce il miracolo, e in ciò convengono con lui due altri medici chiamati dalla Curia Napoletana. L’Antepreparatoria su questi due miracoli fu tenuta dinanzi all’È.mo Cardinale Serafino Cretoni, di felice memoria, Ponente o Relatore della Causa, il 22 dicembre 1903; se ne discusse di nuovo nella Congregazione Preparatoria del 15 gennaio 1905. Sopravvenute poi varie difficoltà, dovute ai tempi che correvano, questa Causa tacque per lungo tempo. Ultimamente accordatane la facoltà della Santità di N.S., la Causa fu nuovamente sottoposta ad esame, e così fu tenuta una nuova Seconda Congregazione Preparatoria, il 20 giugno dell’anno corrente, e la generale alla presenza della stessa Santità Sua il 7 di questo mese. In essa l’È.mo Cardinale Alessandro Verde Ponente o Relatore della Causa, propone il dubbio: Se e di quali miracoli consti, dopo accordata la venerazione allo stesso Beato, nel caso presente e allo scopo di cui si tratta. Tutti i presenti, R.m. Cardinali, Officiali e Consultori, diedero il loro voto; ma Sua Santità differì a pronunziare la sua sentenza fino a questo giorno 12 novembre del mese corrente, Domenica XXIII dopo la pentecoste, per pregare frattanto il padre dei lumi. Chiamati pertanto gli E.mi Cardinali Cannilo Laurenti, Prefetto della S.C. dei Riti ed Alessandro Verde, Ponente o Relatore della Causa, nonché il R.P. Salvatore Natucci, Promotore generale della Fede, e me Segretario sottoscritto, e celebrato religiosamente il sacrificio Eucaristico alla loro presenza, sentenziò: Che consta dei due miracoli operati da Dio per intercessione del B. Pompilio Maria Pirrotti; ossia: dell’istantanea e perfetta guarigione così di Matilde Iruegas Corcamo y Abuin da una gravissima pleuropolmonite catarrale, come di Maria Melisci da un epitelioma glandolare l’indole maligna, nato nella mammella destra e crescente di giorno in giorno con somma rapidità.

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