Cronaca,  Il nostro passato

Il tempo, forse, ci restituisce le vestigia del Largo “Magazéo” ?

Alfonso Caccese

[Ed. 12/11/2008] Montecalvo Irpino AV – Durante i lavori di abbattimento di alcune abitazioni fatiscenti compresi tra i vicoli: Acquanetta e Manzelli lungo la direttrice di Corso Umberto nel centro storico di Montecalvo, sono affiorati dei manufatti, in buono stato, che tante ipotesi stanno suggerendo agli esperti del settore. Infatti il ritrovamento di una costruzione di epoca remota costituita da un arco ben visibile con attacchi di soffitti (probabilmente a crociera o a botte) lascia spazio a numerose e svariate indagini di natura architettonica, antropologica e sociale. Anche noi, basandoci su ricordi e testimonianze tramandatesi oralmente negli anni, proviamo a formularne una. Partiamo da  indizi peculiari, come i rilievi  tecnici, che forniscono quasi verosimilmente la probabile larghezza della base del manufatto che secondo alcuni si aggirerebbe intorno ai 150-200 mq. La presenza di altri archi laterali a destra, diruti, a sinistra ancora visibili, ci fanno optare per una ipotesi ragionevolmente fondata, cioè quella che ci troviamo in presenza del probabile ingresso sotterraneo del leggendario “Magazéo” , cioè il magazzino dove i latifondisti consegnavano, per le misurazioni, le derrate alimentari ai signori del luogo.

Perché accesso sotterraneo?

L’accesso sotterraneo poteva essere utile anche in caso di assedio, difesa o rivolte popolari.

Ma c’è anche un altro motivo oggettivo. Cioè quello che, le carovane dei carri trainate da buoi in pariglia, non potevano accedere facilmente alla quota della Rocca o del Castello Ducale per via dei vicoli stretti e parzialmente costruiti a gradoni, quindi è verosimile pensare ad un altro accesso a quota più bassa, a livello stradale, accessibile, ampio e manovriero, noi pensiamo, esattamente dove adesso si stanno effettuando gli abbattimenti. Si intravedono inoltre gli attacchi di sostegno di soffitti, dove, a livello superiore, potevano insistere edifici usati dagli incaricati dei latifondisti per le operazioni di carico e scarico delle merci, ecc.

Poi la presenza nel centro storico di una fitta rete di cunicoli naturali e artificiali che si diramano, a partire dal Castello Ducale, in ogni direzione, fanno altresì pensare che in epoca lontanissima possa aver rappresentato una zona “ante murale”, soddisfacente le operazioni di difesa avanzata rispetto al mastio  o alla rocca antica vera e propria.

Si deve inoltre considerare, senz’altro, che il manufatto è preesistente alla costruzione dei palazzi signorili che oggi fanno da contorno al Castello Ducale, e che quindi rappresenti una realtà storica antecedente ai secoli  XVIII e XVII (millesettecento-milleseicento), e che poi sia stato inglobato nelle continue edificazioni nella zona fino poi a scomparire dalla vista. Quindi è molto probabile, che in seguito a questi abbattimenti  di oggi e la futura costruzione di un nuovo comparto abitativo, si distruggano le ultime vestigia del “Magazéo” ducale, o quello che l’importanza dell’arco a “tutto sesto”, abbia  potuto rappresentare in passato. Non occorre, infatti, fare ulteriori considerazioni storiche per sottolineare l’importanza culturale, sociale e per l’economia locale agricola e pastorale della comunità montecalvese, che vedeva da una parte, con opposizione di interessi spessissimo conflittuale, i  proprietari latifondisti e dall’altra il popolo dei mezzadri, coloni, braccianti ,ecc.

Si tratta forse di pura fantasia?

Crediamo di no, perché pensiamo sempre che il tempo ogni tanto si sbizzarrisce a presentarci e farci ricostruire un pezzo della nostra storia millenaria e noi o non apprezziamo o addirittura distruggiamo. [Nativo]

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *