Guerra,  I confinati

La maestrina Maria Aymini

Mario Aucelli

Maria Aymini

Da noi, a quell’insegnante, presunta fiamma del monaco innamorato, fu “appiccicato” il nome: “La signurina Imini“. Il nome corretto era: Maria Aymini (nata il 22 gennaio 1914), colta docente, inviata a Montecalvo Irpino, dalla provincia di Cuneo in “confino” perché contraria alla “filosofia mussoliniana“. Giovanissima (a vent’anni, il 22 ottobre 1934) fu inviata, suo malgrado, a insegnare nel nostro paese (dopo essere transitata per il “confino” di San Bartolomeo in Galdo in provincia di Benevento) e vi restò fino al 18 maggio 1951 (insegnò a Montecalvo per 17 anni), allorquando si traferi a Savigliano, in provincia di Cuneo, paese d’origine della mamma. In lei, dopo 1’8 settembre 1943, prevalse lo spirito “barracadiero” lasciata la casetta asismica dove viveva con la madre alla base della pineta comunale, si uni ai partigiani e andò verso Cassino a fare la crocerossina in un ospedale da campo, precisamente a Capua, nel Casertano. Per questo, al termine della guerra, fu premiata con una medaglia. Alla fine delle ostilità ritornò a insegnare a Montecalvo dove la mamma era rimasta in attesa del suo ritorno nell’alloggio precario della pineta.

Il 18 luglio 1975, il Presidente della Repubblica concesse alla cara e indimenticata maestra Aymini, il “diploma di benemerenza di prima classe per otto lustri di lodevole servizio nelle scuole elementari” con facoltà di fregiarsi di medaglia d’oro al merito. Nel 2014, per i tipi di Irpinia Libri (curatore Alfonso De Cristofaro), il professore Mario Sorrentino, dedicò alla sua maestra Maria Aymini, un bel libro di ricordi dal titolo “Dall’irpinia a Cassino

[Bibliografia]
[M.Aucelli, Il fascismo a Montecalvo Irpino, Irpinia Libri, Monteforte Irpino AV, 2019]

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