• Politica

    Alfonso Caccese – Una vita da sindaco

    [Ed. 30/11/2002] Montecalvo Irpino AV – L’approvazione in parlamento della legge che vieta la candidatura a sindaco di chi lo è già stato per due volte consecutive, nei paesi superiori a tremila abitanti, ha tolto al sindaco uscente, geom.Alfonso Caccese, la possibilità di riconfermarsi alla guida del paese. Classe 1940, è stato primo cittadino per oltre vent’anni, ed ha avuto una discreta carriera politica. Cresciuto a pane, sport e politica, si è sempre distinto per la sua caparbietà e il suo benevolo modo di rapportarsi alle persone a lui vicine. Sposato e con una figlia, entra sulla scena locale agli inizi degli anni settanta come presidente della polisportiva montecalvo che sotto la sua vulcanica direzione raggiunge risultati insperati per una piccola realtà locale, quale Montecalvo. Per il suo impegno e la sua dedizione per il miglioramento del paese è scelto per guidare la Democrazia Cristiana e tentare di togliere l’amministrazione del paese alle forze della sinistra da sempre dominanti. Politico di razza, tenace e accorto, riesce alla fine degli anni settanta nel suo intento, e anticipando quello che in campo nazionale sarebbe stato poi chiamato “compromesso storico” realizza una giunta comunale con la partecipazione di esponenti del P.c.i. Da quel momento in poi si attiva , progettando e realizzando opere infrastrutturali tendenti alla modernizzazione del paese. Esperto navigatore e osservatore attento dei cambiamenti sociali è sempre pronto ad anticipare i tempi e ad ottenere grandi consensi nel panorama politico provinciale. Dopo il terremoto del 1980, concluso il suo primo mandato di sindaco, approda nella giunta provinciale dove ricopre la carica di assessore e nel frattempo diventa presidente della nascente ASL.N.I di Ariano Irpino. Ma non demorde. In consiglio comunale è un autentico oppositore della maggioranza, costantemente in difficoltà per la sua opera di picconatore. Spera di ritornare prima o poi sulla poltrona del sindaco. Intanto continua il suo impegno politico e raggiunge la presidenza della comunità montana dell’Ufita. Agli inizi degli anni novanta, dopo lo sfaldamento dei partiti per il fenomeno di mani pulite, coglie al volo una grande possibilità offertagli dalla confusione politica generale e con un gruppo di giovani rampanti riesce nel 1995 ad essere eletto ancora una volta sindaco. Un monocolore targato partito popolare che da lui guidato riesce in qualche modo a tenere in piedi una pubblica amministrazione ereditata sull’orlo del collasso dalla maggioranza uscente. Riconfermato nelle amministrative del 1999, sorregge con serenità, le sorti del paese fino ad oggi ,anno di scadenza del suo mandato. Ma questo per lui non rappresenta un ostacolo perchè è deciso a vendere cara la pelle e a dimostrare a tutti che non è ancora tempo di pensionamento. [Nativo]

    Alfonso Caccese

  • Beni,  BENI ARCHITETTONICI E PAESAGGISTICI

    Il Trappeto

    [Ed. 18/12/2004] Dalla via Dietro Carmine, che costeggia il lato Est della Chiesa, si diramano le vie Sotto Carmine ed Angelo Cammisa.
    Tra i vari fregi e portali che arricchiscono la zona e degna di nota la chiave di volta in Via Angelo Cammisa che rappresenta la Morte in una figura scheletrica armata di falce.
    Con ogni probabilità essa vuole essere l’agghiacciante testimonianza della terribile peste del 1656. In quell’occasione il feudo di Corsano (oggi tenimento di Montecalvo) fu interamente distrutto al punto che i pochi superstiti si rifugiarono in Montecalvo fermandosi, prevalentemente, nella zona detta del Trappeto ove si diedero a scavare nel tufo numerose grotte che bene si prestavano alle loro esigenze (e probabile comunque che le nuove caverne si aggiunsero ad altre preesistenti). Sfruttando le stesse come retroabitazioni, essi diedero vita a quella particolare forma di edilizia che ancora oggi, nonostante i recenti crolli, fanno del Trappeto una delle zone più caratteristiche di Montecalvo.
    Con il nome Trappeto si indica la zona delimitata da Corso Umberto a Nord, da Chiassetto Caccese ad Est, da Via Trappeto a Sud e dalle vie Angelo Cammisa e Sotto Carmine ad Ovest. Essa e costituita da Via Sottomonte, che corre parallela a Corso Umberto, ma ad un dislivello di circa una decina di metri e si chiude con le vie Sotto Carmine ed Angelo Cammisa ad Ovest.
    Tutto il complesso del Trappeto e adagiato lungo il pendio sud della collina e guarda gli anfratti della Costa e di Valle Paduli dai quali e separato dal Fosso Palumbo.
    Oltre agli sbocchi in Piazza Carmine ed in Chiassetto Caccese, da cui si ha una splendida panoramica dell’intero complesso, il Trappeto e collegato anche con Corso Umberto attraverso stretti passaggi coperti ed alcune scalinate in pietra scalpellata.
    In Chiassetto Caccese, incastonato sullo spigolo del palazzo Siniscalchi, e collocato il leone in pietra dalla doppia pupilla in atto di sbranare un essere umano, esempio di fattura altomedievale e nell’arte cristiana classica rappresentazione del Bene e del Male. Dopo aver ammirato gli innumerevoli fregi e portali che arricchiscono le strade ed i vicoli, la passeggiata nel centro storico si puo concludere con la visita, in via Lungara Fossi, degli imponenti ruderi dell’ospedale di S.Caterina.
    Immagine: acquerello del pittore Domenico Albanese

    [Nativo]

    Giovanni Bosco Maria Cavalletti]

  • Editoria

    Il Cardo di San Giovanni

    Quella leggenda degli amanti Vincenzo e Felicetta

    [Ed. 10/01/2005] Montecalvo Irpino svetta su un’amena dorsale, quasi un’acropoli a scrutare come una sentinella la Valle del Miscano. Il panorama è a 360° specie sul castello ducale, dove d’estate spunta esile il Cardo di S. Giovanni e richiama alla memoria il celebre romanzo del nostro vate Giovanni Bosco Maria Cavalletti, il quale dalla forbita penna di storico e con vena poetica ha voluto rievocare una struggente storia d’amore del XXVII secolo.
    In questo romanzo storico intitolato “Il Cardo di S. Giovanni”, l’autore ci fa tuffare nella Montecalvo del seicento e qui rivive D. Vincenzo Ciolla sacerdote e artista insieme a Felicetta, due cuori e un grande amore, che superano ampiamente la storia: ” al di la del fato, un amore senza tempo”.
    Chiunque passi tra i vicoli e le chiese montecalvesi, se si pone in ascolto, può, percepire tra il vento, oppure nelle calde assolate estive, una voce che riecheggia tra le pietre, i ricchi portali o al sussurrare del vento…
    Giancarla Mursia, così nella prefazione del mirabile testo, edito da Firenze libri del 2000, ” Vincenzo Ciolla uomo, prete, artista è il protagonista della vicenda narrata con matura abilità dell’autore alla sua opera prima (…) (egli) è veramente esistito e molte opere policrome si possono ancora oggi ammirare (…) in Montecalvo presso l’Oasi di S. Antonio, convento francescano tra i più belli dell’ Irpinia, a Casalnuovo Monterotaro (Fg) e nella celebre Certosa di Padula (Sa)..(…) il contenuto regolato di pacata armonia di avvenimenti, personaggi, situazioni e figure, incorniciate in un paesaggio essenziale (…)”.

    Queste sensazioni fuori dal comune si percepiscono intensamente per il visitatore che vuole visitare il centro storico, specie nel periodo invernale, o godersi gli speciali tramonti sulla campagna circostante.
    Vieni a Montecalvo o gentile turista, e scoprirai la storia di Vincenzo e Felicetta.
    Nel lontano seicento, le ragazze erano solite cogliere il Cardo di S. Giovanni, per quelle che lo trovano fiorito era foriero di un fortunato matrimonio. Così avvenne per Felicetta. Vincenzo era contrariato ed inquieto per l’ amore per Dio, la natura, l’ arte e per l’ amore sponsale.
    Ma doveva fare i conti con le credenze popolari e l’ ignoranza della gente, ancora oggi si sente l’ eco degli sfottò della gente che al passaggio del prete mormoravano alle spalle:
    “Angiolina è sconsolata / che don Diego l’ha lasciata / Agostino poveretto / Ha finito con le pezze / Chi l’altare manomette /Se ne aspetti le saette”
    Il promesso sposo di Angiolina, futura moglie di D. Ciolla era il notaio D. Agostino
    Il sacerdote artista, fedele alla sua coscienza, chiese di essere dispensato dal sacerdozio, e ridotto allo stato laicale, convolò a nozze con Angiolina, ma la sorte aveva stabilito diversamente. Sia la madre che la figlia morirono lo stesso giorno, e quando vestirono la defunta con il suo abito da nozze, nel corpetto trovarono una pezzolla dove aveva conservato il cardo fiorito, ma macchiato di sangue. La credenza popolare interpretò quel cardo macchiato di sangue come foriero di tristi sciagure. E cosi successe.
    Foto corpo testo: paliotto in scagliola policroma di Vincenzo Ciolla - Secolo XVIII [Nativo]

    [Cavalletti G.B.M., Il cardo di San Giovanni,  L’autore libri Firenze, 1994]

    Giovanni Orsogna

  • Storia,  Viabilità

    Una strada per la Storia

    [Ed. 10/02/2005] Quando più Comuni,tutti affacciantisi sulla millenaria Valle del Miscano,decidono di sedersi ad un tavolo comune per discutere del proprio futuro e di quello delle proprie genti,evidentemente,questi Comuni stanno parlando di qualcosa di veramente importante.
    Se la viabilità ha segnato per secoli,la ricchezza e la importanza di queste terre(Via AppiaTraiana,Strade consolari,Tratturo Pescasseroli-Candela………. ),mai come in questo momento la Viabilità e l’unica vera carta per un sicuro sviluppo economico della nostra regione.
    Allorché,ci si reca nei Comuni del Circondario per le necessità più varie(visita ad un amico,parente,affari o semplice acquisto di beni) si nota un generale benessere,una naturale e calda accoglienza,abbinati ad un decoro urbano e architettonico notevole(ampi spazi,strade comode,marciapiedi,illuminazione pubblica efficiente,servizi generali di assistenza e di tutela efficaci….).

  • Cultura,  Il nostro passato,  Politica,  Storia

    Verbale di Costituzione del Partito Democratico Cristiano – Sezione di Montecalvo Irpino

    [Ed. 11/03/2005] Da qualche tempo mi succede di ritrovare, tra le carte del mio grande archivio,documenti che parevano smarriti o che non avevo mai visto prima.
    La scoperta di una nuova testimonianza della gloriosa storia montecalvese, non può che rendermi euforico e un po’ nostalgico.
    Certe carte,forse per quella maliziosa capacità del destino,sembrano apparire dal nulla,in certi precisi momenti e in certi anniversari.
    Quel che il lettore, potrà consultare mediaticamente, è la copia del “Verbale di Costituzione del Partito Democratico Cristiano”- Sezione di Montecalvo Irpino, avvenuta il 15 Maggio 1944.
    Il prossimo Maggio,ricorreranno i 61 anni della fondazione di un Partito che ha veramente segnato la storia del nostro Paese.
    Nello stesso anno veniva alla luce l’altro grande partito, antagonista del primo, il Partito Comunista Italiano.
    Una storia parallela, un antagonismo forte e duro, mai violento.
    Un intreccio di esperienze, fatti di accordi e di intese, più o meno ufficiali.(Il primo centro-sinistra e il primo compromesso storico d’Italia)
    Va evidenziato come, in un’Italia ancora in guerra, in questo nostro piccolo paese nascesse una delle prime sezioni nazionali di un partito, con delle motivazioni di assoluta novità e originalità, scevra da dottrinarismi e statutismi, ricalcando l’animo libertario del popolo montecalvese, mai domato e sempre libero.
    La sezione ebbe vita alla Via dietro l’Angelo n°2 alle ore 19.00, nella casa di uno dei fondatori.
    Dei fondatori conosco ben poco, a parte alcuni che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere personalmente, per il solo fatto che quando firmarono quel documento inneggiante alla libertà, alla democrazia, alla giustizia sociale e all’ordine internazionale, erano poco più che ragazzi, tanto che ,quasi a scusante giustificazione, fu stabilito che potesse far parte del partito il cittadino che avesse compiuto il 18° anno di età.(A quei tempi la maggiore età era stabilita a 21 anni).
    Il primo segretario fu Davide Panzone, che col fratello costituì il partito, e che ho avuto quale amico e confortante consigliere nella mia lunga esperienza politica.
    So che quel Ernesto Caprini, era un confinato e che grazie al suo intento poté germogliare il seme di un nuovo impegno dei cristiani in politica.
    Sarebbe opportuno che si addivenisse ad una riscoperta dell’impegno di questi pionieri, tra cui mi preme ricordare il mio compianto prozio Comm . Domenico Stiscia già aderente al Partito Popolare fin dal 1919 e poi fondatore della Democrazia Cristiana in Montecalvo.
    1° Vice Sindaco ,nell’Italia liberata dagli Alleati, è passato alla storia per un suo diretto intervento, allorché seguito dalla guardie comunali, requisì le scorte di grano ammassate, che furono, immediatamente, distribuite alla popolazione affamata e ai forni, per la produzione del pane.
    L’Avvenimento urtò i poteri costituiti e il governo provvisorio ,preoccupati per l’ordine pubblico, ma il risultato fu che l’intera popolazione montecalvese, stremata dalla guerra, si riaffratellò intorno alle autorità comunali, scoprì la forza della democrazia ,recuperando la fierezza di un tempo.
    Sarebbe auspicabile un recupero dei tanti ricordi ,ancor vivi nella mente di tanti anziani, per dare a tutti una nuova iniezione di fiducia nelle Istituzioni democratiche.
    Nella speranza di poter leggere, quanto prima, pagine di storia politica del nostro recente passato, spero che i giovani ritornino a fare politica, non da galoppini ma da protagonisti, con quella giusta percentuale di incoscienza, che testimonia l’essere giovani e con quella creatività che è il seme del domani.
    Foto: Davide Panzone, ( in alto a destra) trai i fondatori e primo segretario del Partito Democratico Cristiano e il Comm. Domenico Stiscia, ( a sinistra) tra i fondatori del Partito e primo vicesindaco di Montecalvo Irpino [Nativo]

    Dott. Antonio Stiscia

  • Interviste,  Politica

    Intervista al Dott. Carlo Pizzillo

    [Ed. 23/04/2004] Montecalvo Irpino AV – Innanzittutto, ringraziamo il Dott.Carlo Pizzillo, per averci concesso un pò del suo tempo per tentare di fare chiarezza sull’attuale situazione politica montecalvese che in questi giorni sembra quanto mai confusa.

    Dott.Pizzillo, lei da tempo è stato designato, come futuro sindaco di Montecalvo. Oggi, qualcosa sta cambiando. Cosa la preoccupa?

    Nessuna preoccupazione. Noi prospettiamo una alternativa a questa amministrazione e in questo non ci sono nè sete di potere e nè interessi personali, ci stà a cuore solo il bene del paese e con questo spirito ci sottoponiamo al giudizio dell’elettorato con estrema tranquillità e non ci piangeremo addosso, se gli elettori dovessero non condividere il nostro progetto e non ci esalteremo in caso contrario, ci sentiremmo solo forse più motivati dalla grande responsabilità che i cittadini montecalvesi ci avranno affidato per il rilancio della collettività.”

    Da molti suoi estimatori le viene mossa la critica di voler privilegiare più i compagni della sinistra e non quelle forze ( civiche) che hanno creduto in lei, come l’unico capace di costruire un consenso al di sopra delle lobby partitiche. Come risponde?

     Sin dall’inizio l’idea di creare questa alternativa si è immessa sui binari di una lista estremamente civica, con l’obiettivo di raccogliere le forze sane e migliori del paese indipendentemente dalla colorazione politica. Lungo questo percorso, per prima, ho registrato la volontà, da parte di alcuni partiti della sinistra, a partecipare a questo progetto. Ma questo non deve apparire come una “conditio sine qua non” alla possibilità di allargamento , come dicevo prima, alle forze sane del paese, ma questa intesa va letta non in termini politici ma come un accordo tra uomini vogliosi di concorrere a migliorare le condiziono del nostro paese.”

    E’ vero che è in atto una fuga dal movimento da parte di persone richiamate alla disciplina di partito dai rispettivi gruppi di provenienza?

    “Al momento defezioni o fughe dal movimento, per quanto io ne sappia, non ve ne sono. La mia candidatura è stato solo l’atto finale di un accordo tra uomini che mi hanno delegato ad andare fino in fondo questo impegno elettorale. E’ ovvio che se vengono meno le condizioni iniziali e l’impegno degli attori iniziali, non è che la mia candidatura rimanga obbligatoria, ma diventa essenziale ad una sola condizione  che si realizza solo se la barra di navigazione , fissata fin dall’inizio nel senso di una prospettiva civica, da parte di tutte le componenti del movimento ,venga  mantenuta a dritta.”

    Come andrà a finire?

    ” Questo proprio non l’immagino. Intanto, ringrazio te Alfonso,e la redazione di www.irpino.it , per lo spazio che mi avete voluto concedere sulle vostre pagine multimediali”. [Nativo]

    Alfonso Caccese

  • Cultura,  Dispute

    La bufala del musicista russo Mussorgskij a Montecalvo Irpino

    [Ed. 24/02/2019] Il famoso musicista russo Modest Petrovič Mussorgsky (Karevo, 21 marzo 1839 – San Pietroburgo, 28 marzo 1881) fu autore tra l’altro dell’importante sinfonia ‘Una notte sul Monte Calvo’ (composta nel 1867 e rivisitata nel 1875). Pare fosse amico della famiglia del primo ministro russo Giovanni Fesenk che, assieme alla moglie Maria Kionokoff, sarebbe stato ucciso dai bolscevichi a San Pietroburgo nel febbraio 1917.
    Maria Maddalena Fesenk (Karkoff-Georgia, 1882 – Roma, 1942) era figlia del primo ministro russo Giovanni Fesenk e Maria Kionokoff e andò in sposa al duca Carlo Pignatelli (1860 – Montecalvo Irpino, 1917).
    Negli anni Ottanta del Novecento fu messa in giro la bufala, prima sul cartaceo e negli anni successivi anche sul web, che il musicista russo Mussorgsky, grazie all’ospitalità della duchessa Maria Maddalena Fesenk a Montecalvo, era stato ispirato a comporre la sinfonia ‘Una notte sul Monte Calvo’.
    A dare l’avvio alla bufala fu il giornalista Gianni Brera negli anni Sessanta, quando passò per Montecalvo Irpino una tappa del Giro d’Italia. Le strade erano così malridotte che lui ironicamente ebbe a scrivere, nella sua cronaca sulla tappa, che quello era uno dei motivi per cui Mussorgsky aveva scritto la sinfonia ‘Una notte sul Monte Calvo’.
    Il Monte Calvo di Mussorgsky si trova in Russia e lui non fu mai a Montecalvo Irpino, perché morì nel 1881, un anno prima che nascesse la duchessa Maria Maddalena Fesenk che, quindi, non poté ospitarlo nel castello di famiglia a Montecalvo Irpino.

    Angelo Siciliano

  • Cultura,  Il pane di Montecalvo

    Pane di Montecalvo – Un pane magico in un paese magico

    [Ed. 30/11/2002] Quando ci si trova di fronte ad una panella di “Pane di Montecalvo” dell’istituendo Consorzio IGP di Montecalvo Irpino e comuni limitrofi, si resta colpiti dal colore tra l’ocra e il nocciola carico e da una fragranza di profumi di lievito, farina, crusca e pane tostato. Sembra di trovarsi di fronte ad un prodotto di altri tempi catapultato, come per magia, ai giorni nostri. Sarà che in fatto di magia Montecalvo Irpino ha sempre primeggiato. Storie leggende e credenze di terra popolata da poteri e da spiriti misteriosi avvolgono le mofete della località “La Malvizza”. La suggestiva presenza, nei vicoli medioevali degli sberleffi delle maschere in pietra poste a proteggere il paese dagli spiriti maligni. Ma la testimonianza maggiore è rappresentata dalla forza descrittiva delle note della sinfonia “Una Notte sul Monte Calvo”* di Modest Mussorgsky. La tradizione vuole che il celebre musicista russo sia stato ispirato dai racconti della duchessa Maddalena Pignatelli sulle attività di streghe janare e di sabba che si svolgevano sotto il noce di Benevento. “Unguento, unguendo mandame a la noce di Benivento supra acqua et supra ad vento et supra ad omne maltempo” era la formula magica che le streghe pronunciavano prima di spiccare il volo, a cavallo delle loro scope, per raggiungere il luogo convenuto. Nel lavoro di Mussorgsky il suono alto e cristallino dei violini sopra i suoni gravi degli ottoni rappresenta i volteggi e le danze i voli che passano indenni sopra i lugubri anfratti nelle vallate e boschi, la pioggia scrosciante i lampi e tuoni, in una parola quello che l’uomo ha sempre sognato: la vincita sulla forza di gravità. Così per tutta la notte finché, in lontananza, il suono della campana di una chiesetta segna l’arrivo dell’alba ed inizia la monotonia quasi malinconica dei gesti quotidiani apparentemente sempre uguali, i lavori dei campi di ogni giorno in replica a quelli del giorno precedente. Scomparsa la magia delle streghe, inizia la magia più vera quella della quotidianità che ha consentito di raccogliere utilizzare e tramandare tutta la conoscenza del genere umano dalla Civiltà del Tigri e l’Eufrate, 10 mila anni fa, fino ai giorni nostri.

  • Editoria

    Pompilia Maria Caterina Cavalletti – Il sordomutismo

    Pompilia Maria C. Cavalletti.  Prima donna di Montecalvo autrice di un libro a stampa

    [Ed. 24/05/2022] Montecalvo Irpino AV – 1922 – 2022 CENTO ANNI FA VEDEVA LA LUCE IL PRIMO LIBRO SCRITTO DA UNA DONNA DI MONTECALVO
    Per i tipi della “Tipografia Cav. Uff. G. De Martini” in Benevento, LA MONTECALVESE POMPILIA MARIA CATERINA CAVALLETTI PUBBLICAVA “IL SORDOMUTISMO E LA SUA RIEDUCAZIONE IN RAPPORTO ALLA PEDAGOGIA”.
    Nata a Montecalvo il 26 novembre 1900 da Giuseppe e Rosa Spinelli di Faeto, Pompilia Cavalletti studiò presso la “Regia Scuola Normale femminile Eleonora Pimentel Fonseca” in Napoli e presso il “Collegio Sant’Anna delle suore dello Spirito Santo” in Ariano Irpino conoscendo personalmente la Serva di Dio Madre Giuseppina Arcucci, cofondatrice, con il vescovo D’Agostino, dell’ordine religioso delle “Suore dello Spirito Santo”.
    FU LEGATA DA STRETTA AMICIZIA CON LA NOBILDONNA MARIA PIGNATELLI DI MONTECALVO, FIGLIA DI CARLO E MARIA MADDALENA FESENK, L’ULTIMA COPPIA DEI DUCHI PIGNATELLI CHE ABITO’ IL CASTELLO MONTECALVESE.
    Una copiosa corrispondenza epistolare intercorsa con l’amica, a sua volta intima della regina d’Italia Elena di Savoia e che divenne suora carmelitana e madre Priora del monastero di Vetralla, è conservata presso l’archivio Cavalletti di Montecalvo.
    Il 5 agosto 1934 sposò Samuele Maria Maraviglia di Casalbore, esponente della nobile famiglia casalborese, discendente dei Meravigli di Milano, da cui nacque la figlia Colomba.
    Fu docente di scuola primaria prima in Montecalvo e poi in Casalbore ove fu fiduciaria di quel plesso scolastico per circa un cinquantennio.
    SI SPENSE IN CASALBORE IL 25 GENNAIO 1989.
    Immagini: archivio Cavalletti

    [Cavalletti P.M.C., Il sordomutismo e la sua rieducazione in rapporto alla pedagogia, Tipografia Cav. Uff. G. De Martini – 1922]

    Giovanni Bosco Maria Cavalletti

  • Politica

    Volantino Partito Popolare

    No alla violenza si alla politica

    [Ed. 20/11/2003] Montecalvo Irpino AV – I cittadini di Montecalvo ricorderanno “SABATO 13 NOVEMBRE 2003” come il giorno della “SVOLTA STORICA”: l’amministrazione comunale ha consegnato ai cittadini di Montecalvo i nuovi alloggi in sostituzioni delle casette asismiche, ambienti precari e malsani costruiti a seguito del sisma del 1930.
    Tuttavia il 13 novembre i cittadini di Montecalvo lo ricorderanno per un grave episodio di violenza verso il PRIMO CITTADINO ALFONSO CACCESE che è stato oggetto di un azione non consentita in una società che si autodefinisce “CIVILE”.
    Il “Partito Popolare” e i “Socialisti Democratici Italiani” esprimono insieme alla cittadinanza la piena solidarietà verso il Sindaco per l’aggressione subita e un considerevole apprezzamento all’Amministrazione Comunale che ha operato con chiari obiettivi per la soluzione di una questione annosa, su cui nessuno avrebbe mai scommesso la soluzione. [Nativo]

    Redazione