Cronaca
-
Montecalvo, il parroco dice “no” alla benedizione dell’asina ed è polemica
[Ed. 07/07/2008] Montecalvo Irpino AV – Quantomeno strano che un simpatico asino diventasse oggetto di polemica tra il parroco ed un’intera contrada.
Il buon vecchio asinello, che trova spazio ed onore anche nelle più alte “cronache” cristiane, ultimamente attraversa tempi difficili.
Fino a 50 anni fa era un ottimo e diffuso mezzo di trasporto, oggi con l’arrivo dei mezzi meccanici, rischia addirittura l’estinzione.
Grazie al palio delle contrade, a Montecalvo, è scoppiata una sorta di gara di solidarietà: i diversi rioni del paese stanno adottando un asino da far correre.
Asini che, una volta avviata la riproduzione, possono ritrovare una funzione nelle escursioni turistiche lungo i sentieri del Tratturo e ritornare ad essere coprotagonisti dell’economia locale.
Come dire: il recupero di una tradizione rivista in chiave moderna.
Ma sembra che non tutti siano d’accordo.
Una contrada, precisamente quella delle Cesine, quando ha chiesto di far benedire l’animale, si è trovata di fronte al diniego assoluto del parroco che dell’episodio, addirittura ne ha fatto oggetto di predica durante la messa.
Insomma niente benedizione per la povera Rosina, colpevole di essere un’asina e per giunta delle Cesine!.
Sembra che il rappresentante della contrada, Nicola Serafino, abbia chiesto al parroco di poter benedire l’animale durante una festa organizzata nella contrada, utilizzando però la parola “battezzare” invece che “benedire”.
A quel punto è scoppiato il finimondo. «Io ho solo chiesto di benedire un asino, non in chiesa ma nel giardino di casa mia – commenta Nicola Serafino, che specifica di parlare a nome di semplice cittadino e non di assessore al Comune – Chiedere la benedizione di un asino la trovo una cosa naturale, invece mi sono ritrovato ad essere oggetto di una predica in chiesa. Evidentemente, in questo mondo, dominato dal denaro, ho sbagliato a chiedere la benedizione per un povero ed umile animale.
Sono sicuro che se si fosse trattato della benedizione ad una Ferrari, invece si sarebbero precipitati in molti».
Non c’è che dire: tempi difficili per i poveri asinelli e pensare che hanno scaldato Gesù nella fredda notte della sua nascita. Intanto Rosina pensa al riscatto durante il palio, ma “Zì Nicola” del Piano non ha nessuna intenzione di mollare lo scettro conquistato l’anno scorso. [Nativo]Angelo Corvino
-
Inaugurati gli invasi: parte dalla Malvizza la sfida del Millennio
Angelo Corvino
[Ed. 01/06/2005] Montccalvo Irpino AV – Parte dalla Malvizza la sfida agraria del nuovo millennio con la messa in funzione dei due nuovi invasi ad uso irriguo realizzati dal consorzio di Bonifica dell’Ufita.
Una rivoluzione epocale nel modo d’intendere l’agricoltura che da “asciutta” diventa irrigua. Un cambiamento non da poco che permetterà, nei prossimi anni, la conversione di circa duecento ettari dalle colture cerealicole a quelle ortofrutticole, notoriamente più redditizie.
«Si tratta di un cambio di orientamento agrario da asciutto ad irriguo – spiega l’agronomo Giuseppe Lo Conte – stimiamo che con la conversione si avrà una triplicazione del reddito ed il raddoppio del valore fondiario. Riteniamo che a pieno regime si determinerà un aumento occupazionale di circa 150 unità dovuto alle colture irrigue che necessitano di più ore di lavoro».
La messa in funzione degli invasi arriva all’indomani della riforma della PAC (politica agricola Comunitaria) che ha introdotto le integrazioni disgiunte: da integrazioni legate al tipo di produzione si passa all’integrazione alle aziende. Si prendono a campione gli ultimi quattro anni di integrazione e dei migliori tre si effettua una media che sarà il contributo percepito fino al 2012, quando cesseranno gli incentivi.
Un’occasione per le aziende della Malvizza che potranno immediatamente reinvestire in impianti irrigui, modernizzando la produzione. Ma il consorzio intravede anche altre opportunità. “Oltre all’assistenza in fase di produzione stiamo pensando anche alla creazione di marchi per assistere i nostri consorziati anche in fase di commercializzazione” conclude Lo Conte. I nuovi impianti sono di tipo modernissimo.
Le acque vengono captate in territorio di Castelfranco, lungo l’alveo del torrente Mare dei Grilli, dove vengono decantate ed immesse in una condotta, lunga circa 10 km, per poi essere riversate nei due invasi della Malvizza.
Da qui si diramano le tre condotte principali che servono i 200 ettari a valle degli invasi. Ogni tre fondi c’è un idrante dove le aziende possono allacciarsi con i propri impianti. Un’opera di ingegneria idraulica che sfrutta esclusivamente la forza di gravità. Non esistono pompe di sollevamento. «Praticamente, da un punto di vista energetico, sono a costo zero» racconta orgoglioso Michele Gambacorta, fino a pochi mesi fa presidente del consorzio. Modernissimo anche il sistema della distribuzione delle acque che utilizza una serie di tessere elettroniche consegnate agli utenti che calcolano la quantità di acqua prelevata e funzionano, più o meno, come le tessere telefoniche. Le irrigazioni sono state pianificate ed ogni utente potrà usufruire del servizio nelle ore e nei giorni stabiliti, non c’è necessità di nessun intervento umano, il dispositivo elettronico provvede ad aprire e chiudere l’erogazione dell’acqua, oltre che a calcolarne il consumo. All’occorrenza, tramite le tessere utenti, è possibile sospendere l’erogazione. «Questi invasi rappresentano l’elemento per far diventare fiorente l’agricoltura di queste zone – dice Giovanni Cusano, neo presidente del Consorzio di Bonifica dell’Ufita – anche in valle Ufita stiamo lavorando per sollevare le sorgenti che si erano abbassate».
Alla manifestazione di inaugurazione erano presenti l’arcivescovo di Benevento Mons. Serafino Sprovieri, il senatore Tanga, Domenico Covotta, Mario Pepe, Giancarlo Di Rubbo, Pietro Gaillonardo Domenico Gambacorta, Giovanni Ianniciello ed il consigliere provinciale Generoso Cusano. [Nativo]
[Credit│Foto - Archivio F. D'Addona] -
Il trasferimento del mercato
Antonio Stiscia
[Ed. 00/00/0000] Montecalvo Irpino AV – Tanto per essere originale, vorrei parlare del mercato.
Non entro nel merito della questione, pur non sembrandomi il mercato tra i problemi impellenti della nostra sventurata comunità.
Le domande che mi faccio sono altre. E diverse.
E’ stata fatta una scelta: spostare il mercato dal mercoledì al sabato, perchè qualcuno aveva pensato di aver scoperto la panacea di ogni male o, che è lo stesso, il formidabile volano per lo sviluppo montecalvese.
Qualcun altro – avendone titolo: si trattava degli ambulanti “sfrattati” – ha fatto ricorso al TAR ed ha avuto ragione (ad una valutazione superficiale, invero, la decisione appre un po’ formalistica), per il momento.
Il Comune, ritenendo che il TAR avesse sbagliato, ha pensato : 1) di fare appello dinanzi al Consiglio di Stato (ha fatto bene, se ha ritenuto di aver subito un “torto” dal Tribunale Amministrativo); 2) di adottare un altro provvedimento confermativo di quello sospeso.
Una prima considerazione: nel sistema di diritto i provvedimenti dei Tribunali, favorevoli o sfavorevoli, si accettano e si eseguono. Ciò non vale per il nostro Comune e, forse, vi si devono scorgere le premesse per la fondazione di una Repubblica Autonoma.
Gli originari ricorrenti impugnano anche il nuovo provvedimento ed ottengono una tutela immediata (Decreto Presidenziale n. 980/05 del 16.9.2005): l’atto che, per la seconda volta, spostava il mercato al sabato, per il momento, non produce effetti.
Essendo stati sospesi tutti i provvedimenti che stabilivano lo spostamento del mercato al sabato, giocoforza il mercato doveva avere luogo il mercoledì.
Pare che, al contrario, l’Amministrazione non abbia consentito agli ambulanti presentatisi mercoledì scorso di svolgere il mercato: eppure gli unici atti amministrativi esistenti e produttivi di effetti erano quelli “inutilmente” modificati. Detto altrimenti, tornavano in vita i vecchi atti amministrativi: come se il mercato non fosse stato mai spostato.
Nella nostra ridente repubblica autonoma – come nel paese di Alice – le cose si deformano e nulla è come dovrebbe essere. La pervicace volontà degli amministratori prevale sulle “carte” e sulle decisioni dei Giudici. -
Il mercato settimanale di Montecalvo
Antonio Stiscia
[Ed. 00/05/2007] Montecalvo Irpino AV – Ancora una volta le sacre scritture di archivio, ci vengono in soccorso per portare un po’ di luce nel fatuo regno della stupidità, pianta sempre verde, mercanzia a buon mercato. Come non rilevare che il mercato settimanale, portato al Mercoledì, sia solo un episodio di una storia infinita, di una sana evoluzione commerciale. Si sa per certo che il Mercato settimanale di Montecalvo, almeno fino al 23 Novembre (data fatidica) 1863 è stato effettuato il Sabato, per essere poi spostato alla Domenica. Questi pochi dati basterebbero a giustificare ogni ipotesi di cambiamento, come a zittire la voce di tanti banditori, che accampano e sventolano motivazioni storiche e culturali, dimenticando che questi valori non possono essere mercanteggiati o sviliti. Va detto, che per il passato, vi è stato un adeguamento costante delle Fiere e mercati alle mutate ed evolutive esigenze dei Montecalvesi.( cfr. Fiera di Santa Caterina 20/21e22 Novembre).La fine del mercato settimanale ha avuto inizio, allorché il Comune di Montecalvo acconsentì (parere obbligatorio e vincolante del Consiglio Comunale) a che il vicino-confinante Comune di Ariano Irpino, esercitasse e spostasse il mercato settimanale nello stesso giorno (Mercoledì) di quello montecalvese, decretando, in tal modo, una lenta inesorabile agonia commerciale prima e ristorativa poi. ( A parte qualche isolato cittadino o inascoltato commerciante nessuno manifestò il proprio dissenso). Un errore strategico e una prima manifestazione negativa di vassallaggio elettorale , vero cancro di un paese, che perde peso politico col perdere residenti, in una sorta di corsa all’autolesionismo o masochismo mentalpedevolutivo. Il mercato settimanale montecalvese, appare come un mercato cadetto, limitato nei consumi e nell’offerta, con una disposizione inconcorrenziale delle bancarelle ,senza prospettive di sviluppo, in una perversa logica del tanto meno-tanto meglio.
Che fare ? Difficile dirlo! Spostare il mercato? Ormai oltre che tardi, è inutile ! Cambiare il giorno ? A che serve !
Sulla politica commerciale del paese, dovrebbe ascoltarsi principalmente la voce dei cittadini e non quella dei commercianti, essendo del tutto sciocchevole pensar di far progettare il gallinaio alle volpi. Da tempo, molte amministrazioni comunali, sulla scorta degli intendimenti di governo e del Parlamento stanno favorendo la liberalizzazione commerciale, senza i laccioli delle chiusure, degli orari,dei riposi, delle distanze e di tutte quelle inutili regole che hanno alimentato il sottobosco dei consulenti e praticoni del cas-so(errore voluto), vero unico male allo sviluppo. Ha un senso, che un paese che si propone ad un turismo religioso, culturale e paesaggistico, trovi tutte le attività negoziali chiuse proprio il giorno di Domenica? Ha ancora un valore l’orario di chiusura infrasettimanale e serale, in un paese dove è palpabile una lenta agonia esistenziale e un vuoto stradale preoccupante ? Ha ancora un senso la insana gelosia di mestiere, quando la gran parte del pil montecalvese viene consumato nei super-ipermercati di Ariano Irpino e Mirabella, o quando per quella atavica smania esterofona, si continua a considerare meglio ciò che è foresto? E poi, manca una certa affabilità, quella giusta percentuale di cortesia e di gentilezza che va profusa sempre e comunque ad ogni cliente, anche se è un parente strettissimo,recuperando quella complicità e fiducia col negoziante, fenomeno in evidenza nelle grandi città,dove la gente ha ripreso ad andare dal pizzicagnolo sotto casa o dal fruttarolo di quartiere. E’ inconcepibile che un paese fondamentalmente agricolo, non ha ancora predisposto uno spazio coperto per i coltivatori diretti, dove poter acquistare (giornalmente) i sani prodotti della terra, favorendo ed integrando la microeconomia di tante aziende agricole. Per concludere una amarezza conclusiva, dopo anni di promozione nazionale ed internazionale del buon Pane di Montecalvo,a parte i tanti progetti e le iniziative,non si è trovato il tempo (sigh!) o il denaro, per scrivere sulla cartellonistica stradale “Montecalvo Irpino- Città del Pane”, a volte basta poco, evidentemente non abbiamo compreso nemmeno quello. [Nativo] -
Mercato ambulante di sabato il Tar boccia il nuovo ricorso
[Ed. 30/10/2005] Montecalvo Irpino AV – Dopo due ordinanze comunali e due sospensive da parte del Tar di Salerno la giornata del mercato resterà al sabato.
A stabilirlo è stata la seconda sezione del tribunale amministrativo di Salerno che ha respinto il ricorso presentato da un gruppo di commercianti ambulanti ai quali non andava giù lo spostamento della giornata del mercato dal mercoledì al sabato. Soddisfazione da parte dell’assessore al commercio del comune di MONTECALVO Irpino, Nicola Serafino, che si è fortemente battuto per spostare al sabato la giornata del mercato settimanale e del consigliere Goffredo Ceccese. “La seconda sezione – afferma l’assessore Serafino – ha confermato l’illogica contestazione da parte dei commercianti ambulanti. Non c’erano ne vizi di forma e ne altri elementi che potessero far invalidare una decisone della giunta guidata dal sindaco Giancarlo Di Rubbo. Una decisione che secondo noi non può altro che portare benefici per il nostro comune”. La decisione dell’amministrazione comunale aveva trovato una ferma opposizione da parte di un gruppo di ambulanti che aveva deciso di rivolgersi al Tar per far invalidare la decisione dell’amministrazione comunale. In un primo momento il Tar aveva dato ragione agli ambulanti, perché l’amministrazione nel prendere la decisione non aveva ascoltato le associazioni dei consumatori. Il sindaco Di Rubbo per scavalcare la decisione del Tar aveva emanato un’ordinanza di spostamento al sabato del mercato settimanale. I commercianti per l’ennesima volta avevano fatto di nuovo ricorso al Tar. Anche questa volta il Tar invita il Comune a riportare al mercoledì la giornata del mercato. Questa volta però il giudice rivia qualsiasi altra decisione alla seconda sezione del tribunale amministrativo di Salerno. [Nativo]
[Credit│Il Mattino]Redazione
-
Alla ricerca delle menti perdute
Angelo Siciliano
[Ed. 04/12/2002] Trento – La follia, questa subdola sconosciuta, non fa differenza tra classi sociali o categorie professionali, nel senso che può cogliere chiunque, costringendolo poi ad un calvario personale, talvolta infinito e senza via d’uscita. Tuttavia, per quanto riguarda il suo trattamento e la sua cura, qualche differenza o meglio discriminazione l’ha sempre fatta, nel senso che i matti poveri erano affidati a qualche manicomio e lì gioco forza abbandonati, quelli ricchi potevano cavarsela molto meglio, in qualche clinica privata.Quindi, la sventura peggiore per un matto era ed è quella d’essere povero. E la povertà, in questi casi, è sinonimo di solitudine, dimenticanza, abbandono anche da parte dei parenti prossimi, soprattutto quando ad avere il sopravvento è il pregiudizio. Cesare Zavattini diceva che i poveri sono matti.
Io mi ricordo com’era per i matti del Sud, dove trascorsi la mia giovinezza. Una volta, da ragazzino, assistetti, nel mio paese natio, Montecalvo Irpino, alla caccia data ad un pazzo, un vedovo di mezza età scappato lungo un vallone, tra lu Punticiéddru e la Ripicèddra. Inseguito e braccato come un animale selvatico, da decine di uomini, fu catturato, legato come un salame con una lunga corda, di quelle che si adoperavano per gli asini, e consegnato ai carabinieri davanti alla cantina Pirrotti, dove s’era addensata una folla vociante degna della fiera di Santa Caterina. I carabinieri, si seppe poi, l’avevano affidato al manicomio d’Aversa.
Di questo matto, negli anni successivi, non si ebbero più notizie. Come di tanti altri matti del paese che, una volta varcato il cancello di un manicomio, erano dimenticati, in quella sorta di reclusorio infernale, e ne uscivano solo da morti. La loro salma non era nemmeno reclamata dalla famiglia. Il funerale avrebbe aggiunto solo altra vergogna e fatto parlare la gente. Ma nel cuore delle madri di quegli sventurati permaneva una ferita che non si cicatrizzava.
Capitava pure che qualche depresso non finisse in manicomio, perché non era molesto. Se però il suo stato evolveva verso la demenza, allora era trattato come lo scemo del villaggio, diventando per anni lo zimbello di tutti.
Talvolta la follia irrompe improvvisamente nella cronaca nera, quando ci casca il morto, vittima, come si dice in questi casi, di un eccesso di follia di qualcuno, apparentemente normale o che qualche segno di squilibrio, in precedenza, l’aveva già dato. [Nativo]
[Credit│"Persone" - Dipinto di A. Siciliano] -
Manifestazione teatrale – Scugnizzi
[Ed. 10/06/2005] Montecalvo Irpino AV – Si è svolta ieri, 9 giugno 2005, presso il cinema Pappano di Montecalvo l’oramai tradizionale manifestazione teatrale di fine anno scolastico. Alla presenza delle istituzioni scolastiche e amministrative locali, i ragazzi dell’Istituto comprensivo di Montecalvo si sono cimentati nella messa in scena di una piece teatrale dal titolo: “Storia e mito di Montecalvo Scugnizzi”.
Il progetto è stato curato dagli insegnanti delle scuole elementari e medie, con l’aiuto e la consulenza dello storico locale G.B.Cavalletti.
Ala fine della manifestazione si è dato luogo alla premiazione del concorso: “Premio Giuseppe Lo Casale – maestro di scuola”. [Nativo] [Foto Franco D’Addona]Redazione
-
Nasce a Montecalvo un centro per la formazione di immigrati
[Ed. 07/06/2005] Montecalvo Irpino AV – Grande soddisfazione, il giorno dopo la conclusione della manifestazione inserita nell’ambito del: Progetto Integrazione tra i popoli, Italia – Camerun, patrocinato dal Comune di Montecalvo Irpino in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Pirrotti, l’Antenna sociale e l’Associazione Amici del Camerun. Nella tarda mattinata l’arrivo presso la sede comunale montecalvese del primo consigliere plenipotenziario del Camerun S.E. Prosper N.Bomba, accolto da una delegazione della amministrazione comunale con in testa il Sindaco, Giancarlo Di Rubbo, il funzionario amministrativo Dott.Antonio Stiscia, il vice sindaco Gianni Iorio e vari rappresentanti del consesso assembleare del comune irpino. Dopo gli scambi di rito e i saluti diplomatici alla presenza del console onorario del Camerun in Napoli, Ing. Albero Salvatori le delegazioni si sono dirette verso il complesso dell’Oasi M.Immacolata, dove ad attenderli c’erano autorità civili e religiosi. In primis la dirigenza dell’Istituto Comprensivo Pirrotti con la presenza della dirigente scolastica Flora Carpentiero ed il docente vicario Pietro Cavalletti. Di rilievo la presenza del Dott. Carlo Pizzillo, capo gruppo della minoranza che cosi ha inteso dare un messaggio di distensione dopo tante polemiche sorte in ambito amministrativo. Tra gli intervenuti alla manifestazione anche gli assessori provinciali, Eugenio Salvatore, di Casalbore, e Francesco Lo Conte, di Ariano Irpino , oltre al Dott. Giuseppe Solimene,presidente della Comunità Montana dell’Ufita. Il plenipotenziario camerunense N.Bomba, sotto la guida di P.Fillippo Lucarelli, direttore dell’Oasi M.Immacolata, ha avuto modo di apprezzare i prodotti tipici locali , visitando gli stand per l’occasione allestiti dalla Pro-Loco montecalvese. Ma ad entusiasmare l’ambiente rendendolo meno formale ci hanno pensato gli alunni delle scuole che hanno,subito familiarizzato con i loro coetanei camerunensi, dando vita a curiose e goliardiche attività ludiche. Dopo le foto di rito i convenuti hanno avuto modo di gustare le pietanze locali in un pranzo ufficiale dove lo chef di turno, l’ormai famoso Altieri, ha per loro approntato un menù di alto e squisito gusto nostrano. La manifestazione è proseguita nel tardo pomeriggio e dopo la visita alla mostra con la promozione e degustazione dei prodotti tipici del Camerum ha avuto il suo epilogo in Piazza Vittoria con uno spettacolo tendente a rappresentare la cultura etnica del popolo Camerunense. [Nativo] [Foto Franco D’Addona]Redazione
-
Arresti eccellenti per fondi terremoto ’80
[Ed. 10/07/2007] Montecalvo Irpino AV – I militari della Stazione Carabinieri di Montecalvo Irpino, guidati dal maresciallo Vincenzo Vernucci, alle prime luci dell’alba di ieri hanno tratto in arresto quattro persone, due amministratori, un dipendente comunale ed un geometra.
Le misure cautelari sono il risultato di minuziose indagini svolte con il coordinamento della Procura di Ariano Irpino. Il procedimento è stato avviato e condotto dal Procuratore Capo Amato Barile e dal Sostituto Michela Palladino ed ha consentito di far luce sulla distorta gestione delle pratiche riferite alle leggi con cui lo Stato ha erogato a privati ed enti pubblici somme di denaro per la ricostruzione e la riparazione delle abitazioni colpite dai terremoti del ’62 e del 1980.
All’alba di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Ariano Irpino hanno tratto in arresto, su ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Ariano Irpino Dott.ssa Floriana Consolante e richiesta dalla Procura della Repubblica arianese, Parzanese Gaetano, geometra dell’U.T.C. di Montecalvo Irpino, Caccese Goffredo, avvocato, insegnante presso l’Istituto Tecnico di Ariano Irpino nonché consigliere di maggioranza del Comune di Montecalvo e Durzino Antonio, geometra, traducendoli, dopo le operazioni di rito, presso la Casa Circondariale di Ariano Irpino.
Il quarto arrestato, Alfonso Caccese geometra già sindaco di Montecalvo Irpino fino al giugno 2004 e attualmente consigliere di maggioranza presso il Comune montecalvese e Vice Presidente del Consorzio Smaltimento Rifiuti AV/2 di Ariano Irpino, è stato invece tradotto agli arresti domiciliari. Essi, secondo l’ordinanza, si sarebbero resi responsabili di concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, in abuso d’ufficio, in falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico e in certificati e autorizzazioni amministrative e in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. -
Presentato il programma per la raccolta differenziata
[Ed. 11/02/2008] Montecalvo Irpino – Il Comune si attrezza per contribuire a risolvere il problema relativo alla emergenza rifiuti ed individuare alcune aree potenzialmente idonee per lo stoccaggio: si tratta delle zone Valli, Trigna-Mauriello e Brecce. La decisione è emersa al termine della conferenza dei capigruppo, che si è svolta ieri sera nella sede del comune di Montecalvo Irpino, alla presenza del sindaco Giancarlo Di Rubbo. Il tema in discussione riguardava la condivisione delle problematiche legate ai rifiuti, l’esame della ordinanza emessa dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, l’individuazione delle aree di conferenza provvisoria e la programmazione della raccolta differenziata. Il primo cittadino ha espresso sconcerto per l’assenza delle organizzazioni sindacali, “perché – ha affermato – mai come in questo caso la solidarietà delle istituzioni e delle rappresentanze sindacali deve realizzare l’azione di corretta informazione e di supporto al Commissario delegato per porre finalmente la parola fine a decenni di incuria ed incapacità”. I capigruppo, Alfonso Caccese e Carlo Pizzillo hanno condiviso l’iniziativa assunta da Di Rubbo e l’assessore Carlo Serafino ha proceduto a presentare la bozza di programma per la raccolta differenziata, basata sul codice identificativo del produttore a lettura elettronica con scheda personale di carico, dal cui novero, a fine anno saranno calcolate le detrazioni dall’importo della tassa. [Nativo]
[Credit│irpinianews.it]Redazione






























