Approfondimenti

  • Approfondimenti,  Politica

    Viaggio nel mondo della politica. Un simpatico incontro

    Alfonso Caccese

    [Ed. 00/02/2004] Montecalvo Irpino AV – In uno dei tanti pomeriggi mesti e silenziosi ci siamo imbattuti in un gruppo di anziani che seduti su una panchina in piazza Carmine, discutevano di quello che a loro in questo momento interessa di più:lo stato ed il futuro del sistema pensionistico. Incuriositi dal caloroso tono della discussione ci siamo avvicinati e pian piano siamo entrati nella discussione che volutamente abbiamo fatto scivolare su problemi di politica locale. Abbiamo chiesto il loro parere sui comportamenti degli amministratori attuali e se erano soddisfatti del loro operato. Ci hanno risposto,con ampi gesti di rassegnazione,che più di tanto non potevano fare per il paese, vuoi per la scarsa capacità progettuale degli assessori locali vuoi per la grande confusione che regna a livello di competenza provinciale,regionale e nazionale, e che nonostante tutto l’amministrazione guidata dal sindaco uscente Alfonso Caccese è stata di garanzia alla conservazione dei diritti inerenti alla loro condizione di anziani. Su alcuni giovani assessori colorito e netto è stato il giudizio:”songu buoni uagliuni ma non ea cosa loro piglià lu posto di Fonzo”,tradotto per i non montecalvesi :”sono bravi ragazzi ma non è nelle loro capacità sostituire il sindaco Alfonso. A questo punto abbiamo chiesto loro come giudicano il fatto che il sindaco non si possa più candidare. Scrollando le spalle il più anziano di loro ci dice che moralmente la legge è giusta, ma si mostra preoccupato “pi dinta a quali manu amma ii a finii”,non sapendo indicare quale possa essere la persona giusta alla carica di sindaco:“ci stà quaccheduno che ci sape fà pi la gente ma nunnea come l’ati ch’anno diventatu sinnaco”. Di nomi neanche a parlarne sottovoce paventando una discrezionalità di antica data e saggia esperienza. Nonostante  l’incontro volga al termine hanno uno scatto,un sussulto e nel momento in cui stiamo per lasciarli ci chiedono all’unisono:”e bbui co’ chi state”, cu’ li russi o cu’ li janchi?”,impreparati nel rispondere all’inaspettata domanda rispondiamo amaramente “cu nisciuno”. [Nativo]

  • Approfondimenti,  Cultura

    Lezioni apprese

    Mario Corcetto

    [Ed. 09/12/2007] Nel suo libro “Partenopeo in esilio”, Riccardo Pazzaglia narra un episodio di quando lui era bambino: un giorno si presentò nella sua classe una giovane donna, molto ben vestita, che, per conto della compagnia di assicurazioni per cui lavorava, parlò ai ragazzi dell’utilità di avere una polizza assicurativa sulla vita. Perché i bambini meglio comprendessero l’importanza di quanto proponeva loro, parlò diffusamente delle disgrazie che possono accadere ad un individuo: dall’incidente di macchina, alle malattie, alla tegola che gli cade in testa, al lampo che lo fulmina per strada. La cosa impressionò molto i bambini che, tutti insieme, proruppero in pianto. Per non dire, poi, delle reazioni dei loro familiari: sentito il racconto dei bambini spaventati, tutti si affrettarono a fare gli scongiuri, indirizzando alla signorina i peggiori epiteti di cui erano capaci. Il giorno dopo, tutti i bambini tornarono a scuola con l’abitino della Madonna appeso al collo, allo scopo di allontanare tutte le disgrazie paventate ai loro danni.

    Questa breve digressione mi serve ad introdurre l’argomento che vorrei trattare, togliendo ai buontemponi l’originalità delle battute di spirito e sperando di non indurre nessuno a correre con la mano a quella parti del corpo ritenute punti cruciali per le pratiche antijettatorie.

    Se si apre il libro di Gian Bosco Cavalletti “Dalle pietre alla storia”, si nota che la storia di Montecalvo è possibile narrarla passando di terremoto in terremoto. Tanti dei montecalvesi di oggi ne ricordano almeno due, se non tre: quello del 1962, quello del 1980 e, i più anziani, anche quello del 1930. Quindi si può ben dire che la nostra terra è a forte rischio sismico. Io personalmente non ricordo quello del 1962 (avevo solo 10 mesi), mentre ho ben presente quello del 1980. Per fortuna Montecalvo non ebbe crolli di edifici (quelli li fecero notte tempo gli amministratori affinché si eliminassero alcuni edifici pericolanti – o presunti tali). In ogni caso, la paura della gente fu tanta e tutto il paese passò la notte, e molte di quelle successive, per strada, in macchina o nelle baracche ancora presenti dal 1962. Successivamente giunsero in paese delle roulotte provenienti da tutt’Italia e convogliate anche da noi da chi coordinava i soccorsi, nonostante nessuno avesse avuto la casa distrutta.

    Passata la fase acuta, si cominciarono le prime riattazioni delle case danneggiate e, via via, è stata ricostruita gran parte del paese, che è ora quello che conosciamo.