Cultura,  San Pompilio

I MIRACOLI E SAN POMPILIO

Padre Martino Gaudiuso

[Edito 08/05/2006] E’ un riferimento ricorrente – quasi, ormai, un luogo comune – pensare ai Santi come a persone che hanno in esclusiva il racconto di una vita ricca di comportamenti e di episodi fuori dall’ordinario unitamente alla capacità di far miracoli, soprattutto dopo la morte.Non dovrebbe meravigliare più di tanto se si considera che proprio Gesù nell’inviare i suoi Discepoli in missione diede loro autorità sugli spiriti maligni e il potere di guarire le malattie (Lc. 9.1). E ancora, dopo la resurrezione, disse agli stessi Discepoli: quelli che avranno fede faranno segni miracolosi: cacceranno i demoni invocando il mio nome, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e berranno veleni senza aver nessun male: poseranno le mani sui malati e li guariranno (Mc. 16. 17-18).Il carisma dei miracoli è presente già nelle prime Comunità cristiane e sempre è rimasto nel vissuto della Chiesa. Ma ciò che a prima vista potrebbe sembrare la competenza di una categoria di persone all’interno della Chiesa, di fatto era ed e l’ovvia manifestazione della verità e della forza della Parola di Dio, JHWH dice e crea (Gen. 1 e 2): Gesù agisce nella stessi maniera del Padre: egli e il Verbo di Dio! L’ufficiale dell’esercito romano si rivolse a Gesù con questa fede; gli disse: basta che tu dica soltanto una parola e il mio servo sarà guarito (Mt. 8.8).Il miracolo non è venuto mai meno ncll’csperienza della Chiesa: l’umanità ha ancora un cuore ed un volto sofferente, che soltanto la carità di Cristo può guarire e salvare.Certamente è aumentata la fede dei cristiani, per i quali la Parola stessa e salvezza: le tue parole, Signore, sono spirito e vita. ripetiamo spesso nella Liturgia. E’ questa convinzione che si fa preghiera al momento opportuno: preghiera di intercessione per chi è nel bisogno estremo, sia del corpo, per una sanità in pericolo, sia dello spirito, per la sua debolezza.

E’ facile classificare i Santi (gli intercessori presso Dio) in due categorie: quelli miracolisti, perciò più … popolari, e gli altri più … riservati, e quindi meno noti, ma non per questo meno interessanti!

fede: la comunione dei Santi.Loro sono ora amici e coeredi di Cristo; “a causa infatti della loro più intima unione con Cristo i Beati rinsaldano tutta la Chiesa nella Santità, nobilitano il culto che essa rende a Dio qui in terra e in molteplici maniere contribuiscono ad una più ampia edificazione. Ammessi nella patria e presenti al Signore, per mezzo di Lui, con Lui e in Lui non cessano di intercedcre per noi presso il Padre, offrendo i meriti acquistati in terra mediante Gesù Cristo, unico Mediatore tra Dio e gli uomini. servendo al Signore in ogni cosa e dando compimento nella loro carne a ciò che manca alle tribolazioni di Cristo a pro del suo Corpo, che e la Chiesa. La nostra debolezza quindi o molto aiutala dalla loro fraterna sollecitudine” (Cono. Val. li, L.G  49).

Ciò che tra noi vediamo e sentiamo diversamente dalla Dottrina della Chiesa non e altro che la nostra cultura utilitaristica, totalmente fuori dai criteri della fede pura. Pertanto non possiamo ridurre i Santi alle nostre esigenze.

Con quanto gusto ammiriamo il culto che dappertutto, senza clamori, circonda San
Pompilio!

Il nostro Santo, già noto in vita per la sua manifesta santità, anche dopo la morte lasciò segni miracolosi, subito registrati dai contemporanei. Purtroppo il successivo contesto storico e sociale (la
Repubblica Partenopea e l’occupazione napoleonica) non consentì la continuità della memoria della sua vita santa, perché fosse nota ad un più vasto pubblico di cristiani.

Casa di Campi (1834) delle  testimonianze scritte al momento della morte del P. Pompilio. Dopo cento anni di studio, di verifiche e di altri segni meravigliosi, il 19 marzo 1934 la Chiesa, nella
persona del Pontefice Pio XI ha proclamato la sua santità come un’autentica testimonianza di vita per tutti i cristiani.San Pompilio non si è fermato al momento della proclamazione della sua santità.
Egli continua ancora ad impegnare la sua “fraterna sollecitudine”.Dal 1979 incontro nel nostro Santuario fedeli, devoti e pellegrini, ciascuno con una
propria ammirazione per il Santo Confratello; ma un fattore accomuna tutte le loro testimonianze e cioè il rilevare una sua presenza discreta e silenziosa presso chiunque lo invoca: l’apparizione serena e rassicurante con chiari gesti indicativi e benedicenti, e poi … il miracolo ad occhi aperti.
come se fosse la cosa più ovvia …

Ecco due testimonianze, le più recenti, giunte opportunamente per iscritto.

Tornavamo un pomeriggio da lavoro. Ad una curva la nostra macchina si scontrò con un’altra macchina. L’urto fu violento. Nello scontro invocai con fede S. Pompilio, che mi aiutò visibilmente.

Sono grata al Santo e desidero che sia conosciuto il suo intervento. Bruno Maria, via Cialdini, 15. Campi Salentina, 4 dicembre 1994″.

“Ringrazio San Pompilio per aver ricevuto la grazia della mia guarigione. Dopo quattro giorni che non riuscivo a mangiare niente a causa di vomiti continui, la notte del 2 agosto 1994 ho visto il
Santo in sogno. Mi sono svegliato sentendomi bene: infatti Ilo bevuto dell’acqua che sono
riuscito a mantenere. L’indomani ho cominciato a mangiare e ancora oggi non ho nessun  problema. Chicdo che questa mia testimonianza venga pubblicata per testimoniare che San Pompilio continua a fare miracoli ed io continuo a pregarlo. (G.C. Campi Salentina).Si dirà: niente di straordinario!: può essere. Ma il miracolo, non sta proprio in questo: cogliere il mcraviglioso in ciò che è più ordinario, nella presa di coscienza del valore della propria esistenza,
nella scoperta che Dio li rimane vicino proprio quando un inconveniente qualsiasi riesce
a mettere in dubbio le tue sicurezze e la tua stessa vita?

  1. Pompilio scriveva alle sorelle Sirsi di Campi in quell’ultimo anno della sua vita:

“Ne mi recano meraviglie le tante, che accadono in casa. Anzi, Figlie mie, e un miracolo, che non succedano cose di peggio (…). Figlie, lasciamo fare a Dio, perché Dio opererà per voi. E voi siate spose fedeli che dolcissimo Amante, e poi l’Amante sarà per essere tutto per aiutarvi” (Lettere di
direzioni; spirituale, pag. 595, n. 20).

S. Pompilio aveva fatto suo l’insegnamento evangelico.Natanaele rimase meraviglialo che Gesù avesse riconosciuto la sua autentica personalità perché l’aveva semplicemente visto in un momento ordinario; ne tu talmente ben colpito che trasformò quell’accaduto in un atto di lede personale: “Maestro, tu sei il Figlio di Dio! Tu sei il red’Israele
Gesù replicò: lo ho detto che ti ho visto sotto il fico e per questo tu credi in me? Vedrai
cose ben più  grandi!” 
(Gv., 1, 49-50). Quando ogni sera, e soprattutto durante la liturgia del 15 del mese, affidiamo alla preghiera tutte le intenzioni e le situazioni sofferte dei Devoti di S. Pompilio sparsi nel mondo, non contiamo su una facile fede miracolistica, ma sulla vera lede nel Signore che salva.

E il Signore, per l’intercessione di San Pompilio, ci ascolta e spesso ci esaudisce.
[Credit foto│Catalogo Beni Culturali]

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