Politica,  Verso le elezioni amministrative del 2024

Il ritorno alla politica di Carlo Pizzillo

Francesco Cardinale

Montecalvo Irpino AV – Con l’entrata in campo del Dott. Carlo Pizzillo, lo scenario politico in vista delle prossime amministrative entra nel vivo. Pizzillo, per la presentazione del suo nuovo progetto politico, ha scelto l’agriturismo Le Bolle della Malvizza, proprio lì dove circa venti anni fa aveva fondato il movimento civico “La Campana”, che lo portò all’elezione a sindaco durante le amministrative di giugno 2009.
Almeno cinquanta persone sono accorse ad ascoltarlo. Tra i presenti, il movimento “Consenso Civico” fondato dall’Avv. Giuseppe De Cillis, il gruppo “La Rondinella”, e alcuni noti imprenditori locali; questi e altri politici non ancora ben delineati dovrebbero convergere nel nuovo soggetto di cui  ieri sera è stato presentato il simbolo: L’ Orologio , con la scritta “Montecalvo Domani – Carlo Pizzillo Sindaco”.
Pizzillo ha preso la parola per pochi minuti, con un tono pacato, quasi dimesso, tutto sommato sobrio. Probabilmente, questo approccio umile a significare la gravità del momento. Il suo intervento, tra l’altro, si è focalizzato sulla desertificazione in atto nella nostra piccola comunità. Non è più un mistero che da qualche anno i decessi superano le nascite. Per cui, a meno di eventi straordinari, Montecalvo, al pari di Greci, Savignano e Montaguto, i nostri paesi vicini sul versante pugliese, sarà destinato a privarsi dei servizi essenziali che lo caratterizzano come paese.
I primi servizi a venir meno potrebbero essere le scuole.
Infatti, per garantire un’adeguata istruzione ai loro figli, i genitori dei bambini nei paesi sopra menzionati devono percorrere parecchi chilometri ogni mattina per raggiungere l’istituto scolastico più vicino, che si trova ad Orsara. È questo lo spettro con il quale Montecalvo deve  fare i conti negli anni a venire. Chi si aspettava un attacco critico sull’attuale operato amministrativo sarà rimasto deluso. Sembra che la linea da seguire sia incentrata su una visione politica dell’immediato, piuttosto che su ciò che andava fatto e non è stato realizzato.

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