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Campo scuola agosto 2002
[Ed. 14/02/2003] Montecalvo Irpino AV – Il Signore dice: ” Voi siete la luce del mondo ed il sale della terra”. Su questa tematica si e svolto a Montecalvo Irpino un campo scuola per i giovani durante la prima settimana di Agosto 2002. Sono giunti in paese 6 suore (Silvia, Maria, Rosalia, Provvidenza, Irene, Monica), della Sacra Famiglia di Spoleto con 21 giovani provenienti da: Lombardia, Sicilia, Lazio, che si sono uniti al gruppo dei ragazzi dell’Azione Cattolica della parrocchia S. Pompilio Maria Pirrotti di Montecalvo. Si e quindi svolto un cammino di fede con ricerca spirituale, volendo creare anche se in piccolo, un ambiente di intensa preghiera e fratellanza sull’esempio della G.M.G. (Giornata Mondiale della Gioventu) a Toronto (Canada). E cosi venuto fuori un simpatico motto: “A Montecalvo Irpino per vivere Toronto da vicino”.
La serie degli incontri ha avuto inizio con un intenso momento dedicato alla conoscenza reciproca dei partecipanti. In seguito alla familiarità e confidenza raggiunte si e dato il via al percorso di analisi interiore effettivo. Questo si e svolto tramite vari momenti di meditazione e riflessione accompagnati dalla preghiera nelle sue diverse applicazioni: con l’icona, con il canto, il S. Rosario, con la Lectio Divina.
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I caduti di Nassiriya
[Ed. 20/11/2003] Montecalvo Irpino AV – Anche nel paese ufitano sono state ricordate le vittime dell’attentato di Nassiriya. Sono state le massime autorità cittadini, civili e militari, che hanno voluto un ricordo fermo degli uomini che hanno perso la vita nella missione irachena. Alle 11,00 è stata celebrata una messa in piazza Vittoria, davanti al monumento ai caduti che ricorda il sacrificio umano di tute le guerre. [Nativo]
Foto Franco D’Addona / Ottone BruschinoRedazione
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Buoni postali: la via crucis di una donna
[Ed. 12/10/2002] Montecalvo Irpino AV – Dopo sette mesi ad attendere una comunicazione ufficiale, da parte dell’Ufficio Postale di Montecalvo Irpino, per una ricerca di titoli postali, la signora Gruosso Giuseppina si vede recapitare una raccomandata nella quale le si comunica che l’esito delle ricerche è risultato negativo. Nel mese di marzo la signora Gruosso ed il fratello, dopo aver pagato la relativa tassa, chiesero, tramite raccomandata, all’ufficio Postale di Montecalvo Irpino di effettuare una ricerca a nome della mamma, deceduta nel 1998 a seguito di un infarto, per sapere se a nome della defunta fossero intestati dei titoli. Passato qualche mese l’ex direttore dell’ufficio comunicò alla signora, in maniera verbale, che la ricerca fino a quel momento non aveva prodotto nessun esito, ma che avrebbero fatto altri accertamenti. Nel frattempo la signora, durante dei lavori in casa, ha trovato alcuni buoni della defunta mamma, senza comunicarne il ritrovamento all’ufficio postale. Ieri alla signora è stata recapitata una raccomandata nella quale l’amministrazione postale comunicava che la ricerca aveva prodotto esito negativo.Dopo aver letto la lettera, lo stupore prima e la rabbia poi, hanno invaso la mente della signora, che non riusciva a credere a quanto aveva appena letto. La signora si chiede “com’è possibile che mi si comunichi che a nome di mia mamma non è intestato nessun titolo e davanti a miei occhi ho due buoni postali intestati a lei, ed altri ancora li hanno i miei nipoti? Non so darmi proprio una spiegazione, posso solo pensare che nell’ufficio postale ci sia disorganizzazione e mancanza di professionalità”. Comunque la signora non è intenzionata a darsi per vinta ed è pronta a dare mandato al proprio avvocato per chiarire questa situazione, sperando che l’accaduto sia solo un errore umano e non qualcos’altro. [Nativo]
Corriere dell’Irpinia
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Le bolle della Malvizza
[Ed. 01/12/2004] Le bolle sono un fenomeno vulcanico, assimilabile vagamente ad una solfatara, con fuoruscita di gas e fango. Le emissioni mefitiche aumentano d’intensità e spettacolarità dopo le piogge. Il luogo è una “Mofeta” e nei pressi doveva trovarsi un santuario pagano dedicato alla dea Mefite, divinità degli inferi.
La Malvizza è una contrada di Montecalvo Irpino, situata ai margini nord-orientali dell’Appennino campano. Frequentata dai cacciatori del paleolitico, abitata dal neolitico, è attraversata dal tratturo, detto la “Via Della Lana”, che da Pescasseroli (AQ) consentiva, sino alla metà del 1900, ai pastori abruzzesi la transumanza con le greggi fino a Candela (FG). L’area fu conquistata prima dai sanniti e poi dai romani. Questi vi fecero passare la Via Appia-Traiana che da Roma portava sino a Brindisi. Molti reperti sono stati ritrovati nell’area, appartenenti al neolitico, all’età del Bronzo e del Ferro, all’epoca sannitica e a quella romana. Resistono alle ingiurie del tempo alcuni ponti romani, alcuni dei quali ormai diruti. -
Le bolle della Malvizza
[Ed. 01/12/2004] Percorrendo la S.S. 414 e S.S. 90 bis per le Puglie, bivio per Castelfranco in Miscano, a 15 km da Montecalvo Irpino, si raggiunge la Malvizza, sconfinata distesa di terre assolate d’estate e gelide nel periodo invernale. Essa conserva ancora il fascino di una terra che gli antichi considerarono sacra, in quanto popolata da poteri e da spiriti misteriosi con i quali era conveniente ed opportuno instaurare buone relazioni. La dea Mefite, in particolare, era la personificazione della mefite stessa , cioè del cattivo odore che fuoriusciva dalle mofete. Queste, insieme al ponte detto dei “Diavoli” o di “Santo Spirito”, costituiscono una delle principali attrattive della Malvizza visibili in attivi crateri di modeste proporzioni. La Mofeta della Malvizza è formata da salse fredde, i cui strati profondi, secondo il Salmoiraghi, constano di argille scagliose regolarmente alternate al calcare a fucoidi e brecciole nummulitiche tuttora in stratificazione regolare. I numerosi coni eruttivi che si aprono nell’area variano e si differenziano a seconda della stagione e degli anni e da essi fuoriescono ad intervalli variabili bolle di idrogeno e di fango. Gli antichi ritennero le mefiti montecalvesi, conosciute come le “bolle della Malvizza”,sede di numerosi spiriti , sia benevoli che malevoli , che intervenivano rispettivamente in difesa o in offesa dei punti cruciali di interesse vitale per le singole famiglie e per l’intero popolo, come la porta della casa, il focolare, la dispensa, i campi, i confini, i boschi, le acque. Secondo la leggenda le bolle si sarebbero formate per lo sprofondamento, ad opera del rivale Satana (secondo altri Cristo o S.Nicola , offesi dal perpetuarsi di tanta malvagità), della taverna di un malefico oste che aveva l’abitudine di cucinare la carne dei suoi clienti ,dopo averli uccisi e derubati. La tradizione popolare vuole che il 15 agosto di ogni anno si odano ancora venir su , tra il rigoglio dell’acqua , i lamenti dell’infame sprofondato. Note _ Dal complesso archeologico di San Vito in Montecalvo Irpino proviene l’iscrizione votiva dedicata a Mefite “Paccia . Q.F. Quintilla meFITI VOTum SOLVit” (C.I.L.-Vulumen Nonum,1421) [Nativo]
Giovanni Bosco Maria Cavalletti
Foto Franco D’Addona
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Montecalvo e il castello dimenticato
Lo strano destino del cinema Pappano e l’antica macelleria della signora Bellaroba
[Ed. 20/01/2002] Un difficile esercizio raccontare l’Irpinia stando in Irpinia.Un esercizio che è una forma di amore e a cui la tua terra risponde mobilitando il galateo del rancore. In genere si raccontano i propri luoghi stando lontani, al riparo dalle abitudini più corrosive. So che restando qui non riceverò alcun tipo di gratificazione per quello che faccio. Scrivo quello che scrivo solo perché me ne viene una certa contentezza e perché mi sembra utile lasciare qualche piccolissima testimonianza della transizione che stanno vivendo i nostri paesi. Non pretendo che le mie parole sappiano descrivere e definire quello che accade nei luoghi. Il mio è un resoconto parzialissimo. La vita di un paese è un film che dura migliaia di anni ed io capisco quello che si può capire entrando in sala per poche ore. Mi pare che il film stia offrendo fotogrammi importanti in cui la storia muta rapidamente. Più che una descrizione a volte mi rendo conto di svolgere l’autopsia del paesaggio. Forse scambio la parte per il tutto e la necrosi che vedo in giro è solo uno dei tanti fili in cui ogni giorno si aggroviglia il mistero di tutto ciò che appare.
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Li fierri
[Ed. 19/01/2003] A noi cinquantenni di oggi, ” li fierri” di “ncoppa la chiazza” evocano ricordi di un passato, non troppo lontano ma ormai impresso nella nostra memoria con emozioni e tristezza.
Ricordi certo di ragazzini “cianculusi” dediti ai giochi per strada, chiassosi ed indisponenti, ma conpartecipiti di una quotidianità globale che vedeva quella zona come scena unica e principale della Montecalvo prima del terremoto del 1962.Testimoni, inconsapevoli e disincantati, di una storia d’altri tempi che scorreva e traspariva dallo sguardo di una anziana femmina , stretta nel proprio dolore o da una serie di schiene curve di vecchi contadini seduti con il ” culo” sporto nel vuoto sui “ferri”. Immagini da c’era una volta, e adesso? La piazza di nessuno.
Non ci sono più ragazzini “cianculosi” e chiassosi, non ci sono più le schiene curve dei contadini, non c’è più il ciarlare degli uomini intenti a commentare le disgrazie del giorno, rimangono loro ” li Fierri” come monumento in memoria della vita, abbandonati al loro misero e desolante destino .
Li “Fierri” di “ncoppa la chiazza”, e il relativo impianto degli alberi , come noi li ricordiamo, erano stati lì sistemati all’indomani del sisma del 1930 per meglio armonizzare l’architettura della costruenda nuova sede municipale.Luogo di incontro e di dibattito politico hanno assistito alla trasformazione e alla evoluzione della storia del nostro paese dal doposisma in poi.
Avevano la stessa importante funzione dell’ Agorà di ellenica memoria, testimoni silenti di tutto il micro cosmo vitale di una popolazione, prettamente contadina, come quella montecalvese.
Luogo di battaglie sociali e politiche dure e senza tregua, punto di riferimento per massari e braccianti in cerca gli uni di mano d’opera e gli altri di guadagnarsi la giornata, centro di scambi di informazioni,richieste o lamentele da presentare all’istituzione pubblica, teatro di grandi manifestazioni in occasioni speciali ed importanti come quelle delle elezioni amministrative, quando,con gli occhi rivolti al balcone del municipio,si applaudivano o fischiavano i nuovi eletti affacciatisi per consumare l’ennesimo bagno di folla scaturito dalla vittoria elettorale.
Il tutto all’ombra frescheggiante di quei quattro alberi oggi agonizzanti per il trascorrere del tempo e un pò anche per l’incuria degli uomini, oggi, dopo settantacinque anni, uno di loro è stato abbattuto senza tanti fronzoli, ovviamente la speranza è quella di vederlo rinascere ma come in tutte le cose di questo mondo tutto cambia , sorte tristemente condivisa anche dai vecchi “fierri” di “ncoppa la chiazza”, tra l’indifferenza generale di tutti [Nativo]
Alfonso Caccese
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Origine dei cognomi montecalvesi
[Ed. 27/11/2003] Più di un mese fa, ricostruii l’etimologia di un cognome abbastanza diffuso nel nostro paese, IORILLO, su invito di una gentile rappresentante di quella famiglia che si chiama Alessandra. Presoci gusto (alle volte questi praticanti di linguistica si divertono con niente) mi sono avventurato a cercarne altre, di etimologie, quelle di cognomi appartenenti a famiglie di miei amici. Avrei voluto scriverne molte di più, ma, come mi si può credere, queste ricerche, oltre a macinare vento, sono anche molto lunghe. Le affido allo strano spazio di Internet affinché giungano agli amici e ai loro parenti come regalo per le prossime festività natalizie.
Quasi sempre nell’etimologia di un cognome vi è in estrema sintesi la storia della famiglia;[1] e spesso in esso sono contenuti anche riferimenti molto importanti alla Storia generale del nostro popolo.
Ad esempio, i cognomi degli ebrei convertiti a forza nel Regno delle Due Sicilie, dopo il 1541, quando fu applicato anche da noi, per disposizione di Carlo Quinto, l’editto delle maestà “molto cattoliche” (Isabella e Ferdinando) di Spagna emanato nel 1492, riflettono una tappa della storia religiosa e civile che ritengo cruciale per la comprensione di alcuni sviluppi nella storia non solo del nostro Paese. Per i nuovi cognomi di questi nuovi cattolici furono adottati il nome delle città in cui i convertiti risiedevano o l’aggettivo derivante da queste.
Tuttavia, nella loro maggioranza, i cognomi italiani indicano semplicemente il nome di battesimo (o prenome) del capostipite preceduto da di o de. Per altri cognomi, ma quest’uso è più diffuso nel Nord Italia, si è ricorso alla forma latina del nome (mettiamo: Martinus), e se ne è ricavato il genitivo (Martini> figlio di Martino), che non deve essere scambiato per un plurale[2]. I di e i de dei cognomi meridionali, nella stragrande maggioranza, sono caduti per sottinteso. Le famiglie che li hanno ancora sono di solito quelle che hanno conservato per motivi di vanto dinastici la forma più antica, magari perché così registrati per iscritto in vecchi documenti di famiglia custoditi con cura. Ma anche un semplice cognome come IANNONE o CHIANCONE bisogna intenderli come DI IANNONE o DI CHIANCONE (questo per ristabilire un po’ di uguaglianza sociale e civile tra le nostre famiglie) e indicava, nell’atto ufficiale di nascita o di battesimo, che si trattava del figlio o del discendente di colui che nella linea maschile di quella famiglia aveva portato per primo quel nome (nome del capostipite).
Un altro uso è la registrazione nel cognome dell’appartenenza etnica, della condizione sociale, del mestiere o della professione del capostipite (IORILLO, PARZANESE, SINISCALCHI, TEDESCO ecc.).
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Il gruppo folk in Belgio
[Ed. 23/09/2003] Montecalvo Irpino AV – L’11 al 18 Settembre ( anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle) la delegazione del Comune di Montecalvo Irpino Assessori Palladino Guido, Iorio Giovanni, Pepe Giacomo, Caccese Gina con la Pro-Loco di Montecalvo e il famoso Gruppo Folcloristico ” La Pacchiana” sono stati ospiti del comune di Doncell Provincia di Liegi in Belgio e del Sindaco Michele Paulus, per l’avvio delle cerimonie ufficiali di gemellaggio.
La visita , ha consentito alla comitiva, rappresentativa della Comunità di far conoscere la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra millenaria cultura.Questa bella esperienza fatta nelle famiglie sia Italiane che Belghe ha messo in moto una serie di iniziative al fine di dare maggiori occasioni alla nostra Comunità in un epoca di globalizzazione dei mercati, promovendo il nostro paese, trovando nuovi sbocchi commerciali alle nostre aziende, senza dimenticare che il Belgio ospita una numerosa e laboriosa comunità di Italiani e di Irpini, che con la nostra presenza hanno rivissuto quei nostalgici momenti con i colori, i sapori e la musica del loro indimenticabile Bel Paese.
In un clima commovente ed ospitale, attraverso la disponibilità di tante famiglie del posto, abbiamo vissuto questa esperienza della casa famiglia, i ragazzi del gruppo Folk e la Delegazione Ufficiale sperano che attraverso questo gemellaggio possano ricambiare la stessa ospitalità nel messe di Agosto p.v. [Nativo]Franco Aramini
L’escursione della delegazione del comune di Montecalvo Irpino, in Belgio, è stata documentata da un ampio servizio fotografico. Le foto pubblicate sono una piccola parte del documento. Qualora si desideri visionare tutte le foto, ci si può rivolgere a Franco D’Addona. Franco D’Addona. [Nativo]
Redazione
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Avviato il gemellaggio con Donceel
[Ed. 06/03/2004] Montecalvo Irpino AV – Durante l’estate montecalvese 2002,insieme con alcuni miei collaboratori, ho avuto l’onore di conoscere il Sindaco di Donceel, il Dott.Michel Paulus, ospite nel nostro paese presso una famiglia emigrata nella cittadina belga agli inizi degli anni settanta.
Nel ringraziare la comunità Montecalvese, rappresentata oggi da circa settanta nostri concittadini emigrati tra gli anni ’50 e’70,ha voluto manifestare all’amministrazione comunale di Montecalvo il desiderio e la volontà di ospitare per alcuni giorni nella sua cittadina,una nostra delegazione in occasione della “Festa degli Italiani emigrati”, che si svolge nella loro cittadina nel periodo compreso tra il 1° e il 18 settembre. Con entusiasmo abbiamo accolto l’invito consapevoli di poter far conoscere oltre i nostri confini le tradizioni centenarie del nostro piccolo paesino. La nostra delegazione,composta da amministratori locali e dal gruppo folkloristico,che se anche con molte difficoltà onora sempre il nostro paese e le nostre tradizioni,è stata accolta alla manifestazione settembrina, con solennità e simpatia, e l’organizzazione di uno stand eno-gastronomico con i nostri prodotti tipici locali ha catturato l’interesse generale degli abitanti di Donceel. Questa bella esperienza,scaturita dagli incontri con le famiglie italiane e belghe,ha messo in moto una serie di iniziative tendenti a rafforzare i rapporti con i nostri emigranti e creare nuove occasioni di promozione per il nostro paese,per le nostre tradizioni anche con la ricerca di nuovi sbocchi commerciali per le nostre aziende artigiane. Durante la nostra visita alla comunità belga i rappresentanti delle due amministrazioni hanno siglato un protocollo d’intesa e di interscambio culturale e commerciale, mentre dal 21 al 25 febbraio una delegazione di amministratori ed autorità civili, ospiti nella nostra comunità ha sottoscritto un protocollo di amicizia e avviato il gemellaggio tra le due comunità che avverrà a Montecalvo Irpino dal 13 al 21 agosto quando ad una folta delegazione di circa cinquanta persone da Donceel sarà ricambiata l’ospitalità .” [Nativo]Franco Aramini
Montecalvo Irpino Ava – Proclamato il gemellaggio con la cittadina Belga di Donceel, alla presenza dei due sindaci è stato stilato un “protocollo d’amicizia” tra i due comuni , si legge, tra l’altro,sulla pergamena, :”Proclamiamo il gemellaggio dei comuni di Montecalvo Irpino e di Donceel, in vista di promuovere dei scambi di ordine culturale, economico e sociale, interessando l’insieme delle nostre popolazioni”. Dopo il disbrigo delle pratiche amministrative, la comitiva dei Belgi è stata ospitata dall’assessore Guido Palladino per un ricco pranzo a base di prodotti tipici. Foto Franco D’Addona [Nativo]
Franco Aramini]