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I PROTESTANTI A MONTECALVO IRPINO
Storia della comunità rurale protestante montecalvese gelosa custode della propria autonomia e identità.
Angelo Siciliano

[Edito 22/08/2000] I protestanti di Montecalvo Irpino (AV), li putristànti, nel 1947 si costituivano in Chiesa Evangelica dei Pentecostali, con sede a Corsano, contrada in cui esisteva un antico e orgoglioso castello, retaggio di un feudo indipendente nei secoli passati, ancora integro, seppure danneggiato dal sisma del 1930. Lo avrebbe sgarrupàtu il sisma successivo, quello del 1962, e danni ulteriori li avrebbe arrecati il terremoto del 1980. Poi, l’incuria dei proprietari, e quella assai più grave delle amministrazioni locali, succedutesi nei decenni successivi, lo avrebbero condannato a perpetuare di sé una testimonianza di indegne macerie, invase inesorabilmente dalla boscaglia.
La gente del posto era portatrice di una spiccata identità etnica, con distintive connotazioni rispetto a quelle degli altri montecalvesi. Forse era alimentata non solo dalla presenza del castello suddetto, ma anche dal fatto che alcuni curzanìsi non erano nativi del luogo, oppure erano discendenti da immigrati da qualche paese del beneventano, che avevano trovato in questo territorio una sistemazione definitiva o delle soddisfacenti opportunità di lavoro.
L’evangelizzazione era cominciata nel 1942-43, con la conversione, grazie ad un pastore di Cervinara (AV), Giuseppe Paduano, di una contadina di contrada Sauda e suo suocero. Poi si erano convertiti il marito di costei e altri contadini, grazie ad un fervente proselitismo.
Il fascismo, che perseguitava e vessava i protestanti, con sequestri personali e ammende, anche su istigazione del clero, a Montecalvo, per ragioni temporali, non faceva in tempo ad intervenire con i suoi metodi autoritari e coercitivi.
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Possessori feudatari di Montecalvo ai tempi dei Normanni
 [Ed. 00/00/0000] Ruggiero, che fu poi re di Puglia e di Sicilia – dopo le guerre con Ruggiero conte di Ariano, lo esiliò in Sicilia, e fondò la Contea di Buonalbergo – in terra beneventana, alla quale fu aggregata Montecaivo come terra feudale – e fu posseduta dal Conte Ruggiero di Buonalbergo. In quei tempi il titolo insigne di conte era di pochissimi. Prima di re Ruggiero, fondatore della monarchia – senza dubbio la nostra terra era inclusa nella contea di Ariano, fin dalla spartizione delle terre — fatta tra i conquistatori normanni.
Con il declino dell’impero Romano d’occidente, Montecalvo assume una propria identità, e le cronache del tempo registrano già nel 1099 la partenza di una sessantina di propri militi alle crociate per la liberazione di Gerusalemme. La prima famiglia che ha avuto il possesso del feudo Montecalvese, della quale si ha notizia, è quella dei Portofranco. Dal catalogo dei baroni normanni, compilato ai tempi di re Guglielmo il Buono – che si conserva nell’Archivio di Stato di Napoli – rileviamo al N.° 351 – che Montecalvo rimase infeudata alla moglie di Pietro Franculo, e alla moglie di Guglielmo Potofranco, sorelle. — Queste erano le feudatarie del Conte di Buonalbergo, che avevano la signoria della nostra terra — ed erano tenute a servire il re con quattro militi, per il feudo di Montecalvo — e con un sol milite per il feudo di Ginestra, ma ne offrirono dieci militi per il servizio militare della crociata. « Ogni milite era un nobile, porta seco altri tre cavalieri ignobili – tale era l’usanza militare e cavalleresca dell’ epoca. Ecco le parole: Uxor Petri Franculi et Guillelini Potifranci sorores – tenent Montem calvum, quod est feudum quatuor militum et Genestram feudum unius militis – et cum augumento obtullt milites decem. Nei regni di Sicilia – dopo re Ruggiero – successero l’un dopo l’altro, i due re normanni Guglielmo il Malo e Guglielmo il Buono. La prima luce intorno a Montecalvo balza ai tempi di questo re. – La notizia precisata dai documenti del R. Archivio di Stato di Napoli ci illumina, relativamente, l’ambiente e l’epoca – getta una luce rivelatrice sul passato – ci permette di parlare con sicurezza di essa terra, e ci dimostra, in direttamente, che vantava la sua esistenza anche pri ma del regno di questo re.Difatti, se non fosse stato così, noi dovremmo pen sare che Montecalvo sia apparsa, improvvisamente, alla ribalta della storia ai tempi normanni – ed avrebbe avuta la sua fisionomia iniziale e la sua fondazione originaria tutta normanna. Ciòè a dire, ai tempi delle crociate contro gli infedeli, quando le armi cristiane vittoriose andavano a difendere il sepolcro di Cristo- ed erano in movimento migliaia di cristiani. In quegli anni, quando ogni cittadino si trasformava in un crociato, ed aspirava a riposare sotto le mura di Gerusalemme.Viceversa, noi da questi riflessi – apprendiamo chiaramente, che quello non era il suo stato embrionale, e perciò le sue origini dovevano essere molto più antiche di quell epoca. Questa affermazione si rafforza al riflettere che non si poteva improvvisare, da un momento all’altro, un grosso centro abitato.Queste considerazioni ci autorizzano ad affermare, con fondatezza, che la sua epoca ultra normanna – e ultra longobarda.Però, la mancanza assoluta di documenti e di noti zie cronistoriche al riguardo, non ci permette di stabilire altro prima dei tempi anzidetti – e ripetiamo che a nulla è valsa – almeno sinora – ogni nostra indagine. Indubbiamente, se esisteva ancora prima – la sua storia è collegata alla storia di Benevento, perché compresa nel dominio beneventano.È a notarsi in ultimo che intorno ai medesimi tempi di Guglielmo il Buono, troviamo Montecalvo nel Giustiziariato di Principato — e giustiziere ne era il Prelato Abate di S. Elena, il quale era anche feudatario. Ecco le parole: Abbas S. Helenae tenet Montem Calvum, quod est feudum unius militis – Era tenuto a servire il re con un sol milite per il feudo di Montecalvo.Come pure è a sapersi che il Catalogo dei baroni normanni, che presero parte alla spedizione militare di Terra santa – fu fatto in dieci o dodici anni. Ciò spiegherebbe questi nomi. – Riguardo al titolo di S. Elena – crediamo fosse stata S. Elena Vergine arianiese – il di cui corpo fu trovato con tale iscrizione nel rifarsi l’altare maggiore della Cattedrale di Ariano, Con altre reliquìe. ( Vedi Vitale) [Nativo]Redazione
[Bibliografia di riferimento]
[P. Santosuosso B., Pagine di storia civile di Montecalvo Irpino, Tipografia Fischetti, Sarno SA, 1913] - 			
La Masseria Stiscia
Antonio Stiscia
[Edito 23/04/2005] La Masseria Stiscia è databile alla metà del 1600, e comunque edificata su più antiche vestigia, legate alla presenza delle Bolle della Malvizza e all’antichissimo Tratturello che da Casalbore attraversava la Malvizza e si congiungeva al Grande Regio Tratturo (Pescasseroli-Candela) nonché alla Via Traiana, per sconfinare nelle fertili pianure pugliesi. La masseria Stiscia occupa la parte centrale di una vasta area (Campana) di circa 1 Ha  e comprende mandrie, ovili, pollai, orti e una sorgente. La mancanza di strutture difensive, testimonia una certa tranquillità del sito, dovuta anche alla presenza di un posto di guardia e/o stazione di sosta per i cavalli (Taverna del Duca), lungo uno delle direttrici più antiche. La masseria ha dato comoda ospitalità fino a 30 persone, in quella straordinarie famiglie patriarcali, dove vi era un saggio e proficuo utilizzo della forza lavoro e una rigida divisione dei compiti. La famiglia era composta da un Patriarca, dalla moglie, dai figli maschi con le rispettive mogli e figli, e dalle figlie nubili.Ognuno aveva degli spazi alloggiativi propri, nel mentre la grande cucina e sala da pranzo, vedeva allo stesso desco l’intero nucleo familiare, che si ampliava enormemente con l’aggiunta dei tanti braccianti durante la mietitura. La presenza di 2 grandi Stalloni (Cavalli e Vacche), di 1 piccionaia, di 2 grandi ovili, di grandi recinti per i cavalli (malvizzani), e le tante camere da letto, con numerose  altre costruzioni, posizionate perfettamente sull’aia, davano alla struttura la configurazione di una piccola cittadella autonoma,considerando la notevole estensione dei terreni da coltivare  300 Ha circa, (compreso il feudo di Pietra Piccola), posti anche nei territori dei vicini Comuni di  Casalbore, Castelfranco, Ginestra, Ariano. [Nativo] - 			
La Chiesetta dedicata a San Gaetano Thiene in C/da Malvizza
Antonio Stiscia

Masseria Stiscia sec. XVII [Edito 23/04/2005] Mi sono deciso a scrivere questo piccolo saggio, non per divulgare o promuovere qualcosa, ma solo per rispettare la tradizione storica e religiosa di questa terra,che insegue le mode e ingigantisce le normalità, dimenticando i valori e le tradizioni fondanti.
E’ proprio strano, ma sa di rancido, questo esasperato ecumenismo, intriso di goliardia e dionisismo, frutto del protagonismo e non della vera fede. Altro non può essere,se si pensa al chiaro contraddittorio porsi nei confronti dei sentimenti umani e delle miserie della vita.Come può accadere che incredibili testimonianza di vera fede e nobile tradizione,vengano abbandonate alla sicura distruzione ed all’oblìo? Forse perché viene graduata la spiritualità dei luoghi in base alla loro grandezza e magnificenza? Non è stato proprio il Poverello di Assisi,ad insegnarci che il Buon Dio abita le case più umili e le chiese abbandonate (Porziuncola)? - 			
In difesa del centro storico
Carlo Cavotta
[Edito 00/00/2004] Passeggiare lungo le strade del centro storico di Montecalvo, rito che peraltro compio sempre con estremo piacere, è occasione per partorire valutazioni e osservazioni foriere di sana frustrazione. Visitare e perlustrare altre realtà cittadine, limitrofe o lontane che siano, qualche volta più sfortunate della nostra, è motivo di ulteriore avvilimento, che si origina dalla comparazione delle nostre condizioni urbanistiche con gli assetti decorosi che altre comunità hanno saputo dare ai propri luoghi.
Alle rovinose aggressioni dei cataclisma, succedutisi nel corso della storia, hanno fatto seguito, con conseguenze non meno dannose, l’incuria e l’imperizia di chi è stato chiamato a tutelare il nostro territorio, di chi, forse per incapacità o negligenza, non è stato in grado di preservare le antiche vestigia della bella Montecalvo.
E’ scoraggiante constatare, giorno dopo giorno, lo stato di abbandono e degrado a cui è stato condannato il nostro amabile centro storico, relegato ad un luogo di fugace passaggio o ad un peripatetico trastullo.
Comunità, ispirate da alto senso civico, hanno reso il centro storico lo spazio vitalizzante di ogni attività, l’area in cui consumare le esperienze quotidiane, il momento centrale della vita cittadina. Perché da noi questo non è possibile? Qual è il progetto sul nostro centro storico?
Credo che manchi un reale disegno lungimirante, un investimento culturale di ampi orizzonti. Montecalvo non può permettersi altri differimenti: si rende urgente e necessario intervenire. In che modo?
In primis, convogliare nel centro storico interessi, attività, iniziative.
Sarebbe stato opportuno, in tal senso, spostare gli ambulanti, accorsi in occasione della fiera di Santa Caterina, allocare stands e banchi espositivi lungo Corso Umberto; si sarebbe potuto installare anche nella zona antica le luminarie natalizie. Si potrebbero prevedere sussidi e sconti fiscali per chi intenda trasferire la propria dimora nel centro storico; favorire allo stesso modo l’apertura di attività commerciali; occupare immobili abbandonati e utilizzarli come sedi di associazioni, circoli, partiti; elaborare la possibilità di rendere lo spazio isola pedonale, se non permanente, almeno ogni domenica, data l’affluenza dei fedeli presso la chiesa Collegiata. Il tutto sorretto da un serio programma di interventi urbanistici e architettonici, diretti a preservare e soprattutto ristrutturare, nel pieno rispetto dei canoni estetici e dei criteri normativi, gli spazi e gli edifici in rovina. Ben vengano le opere di recupero, ma che siano compiute con gusto, con cura e con l’attenzione rivolta al possibile utilizzo del bene: non si interviene per stravolgere bensì per abbellire e funzionalizzare. Si predispongano incontri, tavole rotonde attorno alle quali confrontarsi pacificamente, con spirito collaborativo e prospettive di feconde finalità.
Perché attendere?
Costa dell’Angelo non può soffocare sotto le lastre di cemento che ne hanno deturpato la grazia; corso Umberto soffre una pavimentazione di basolato frammista a cemento e catrame; i vicoli che si inerpicano fin su a Santa Maria meritano più decoro e valorizzazione, al pari dei vichi che da corso Umberto in picchiata si tuffano in Via Santa Caterina, in via Lungara Fossi o verso il Tappeto. E basterebbe veramente poco: pulizia, riassetto pavimentazione e illuminazione. Il Trappeto, gioiello del nostro centro storico, dichiaratamente castigato e condannato all’oblio.E si potrebbe continuare, ma qui ora non preme fare elencazioni. Urge assolutamente intervenire!!
Io, giovane di Montecalvo, amante della mia terra, elevo un grido: difendiamo il centro storico.[Credit│alternativapermontecalvo.it]
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MENSA SCOLASTICA
[Edito 30/09/2004] Montecalvo Irpino AV – La presente lettera riservata del Consigliere De Cillis è stata inviata il 28 agosto c.a. al Sindaco, senza ricevere alcuna risposta, né di cortesia e né chiarificatrice. Di fronte al perdurante silenzio, l’Avv. De Cillis, a un mese dall’invio, ha ritenuto opportuno renderla pubblica.“L’imminente inizio dell’anno scolastico pone la necessità di procedere all’appalto del servizio di mensa.
In data 6 giugno 2004, pubblicamente, nel corso di un comizio elettorale, denunciai come la cooperativa Multiservice a r.l., già titolare dell’appalto per l’anno scolastico 2003/04, avesse fatturato e riscosso somme eccedenti il servizio autenticamente fornito; complessivamente, alla detta cooperativa, fu pagato l’equivalente di oltre milleduecento pasti in più rispetto a quelli forniti per il servizio appaltato, con esborsi indebiti, per il comune, di alcune migliaiadi euro.
Devo presumere che, quantunque anche voi impegnato ai massimi livelli nella competizione elettorale, non abbiate avuto notizia della mia denunzia o che, circostanza certamente più grave, l’abbiate ignorata.
Con la presente , pertanto, vi informo ufficialmente di una tale inquietante vicenda e vi invito:
A) Ad accertare ogni responsabilità;
B) A disporre ogni utile iniziativa per il recupero, alle casse comunali, delle somme indebitamente corrisposte;
C) Di disporre la preventiva esclusione della cooperativa Multiservice a r.l. dalla gara di appalto per l’anno scolastico 2004/05.Resto a disposizione per ogni chiarimento dovesse necessitare ed in attesa di conoscere ogni vostra determinazione.”
[Credit│alternativapermontecalvo.it] - 			
Gemellaggio con Donceel
Alfonso Caccese
[Edito 00/09/2004] Montecalvo Irpino  AV – Dopo l’arrivo di Sabato scorso a Montecalvo Irpino, i Doncellesi hanno siglato mercoledì il gemellaggio tra le due comunità. Ma i progetti sono numerosi.Giancarlo Di Rubbo e Michel Paulus sono i sindaci dei due paesi ormai destinati a vedersi più di frequente. Non facile dunque è il compito loro assegnato dagli elettori. Pensate quindi che Montecalvo e Donceel sono due comuni distanti più di duemila chilometri. Ma, sembra che l’amicizia tra i due comuni potrà far cadere le barriere. E’ in questa direzione il contenuto dei due discorsi tenuti questo ultimo mercoledì sera nei locali del consiglio comunale di Montecalvo.
Così di fronte ai cittadini di Donceel e al consiglio comunale di questo paese d’Irpinia (provincia di Avellino), Giancarlo Di Rubbo a rifatto la lettura della “carta del gemellaggio”, siglata, in tutta fretta, in febbraio scorso, poco prima delle elezioni comunali, dal suo predecessore sindaco. Michel Paulus,allora, non aveva potuto assistere alla manifestazione. La lacuna, dunque adesso è stata sanata. Dalla parte italiana, si è insistito sulla volontà di andare ben aldilà degli scambi informali.La piaga dell’emigrazione
“ C’è evidentemente questa barriera della lingua – ha precisato il sindaco di Montecalvo –ma io sono persuaso che sarà fatto tutto il possibile dalle due parti. In fin dei conti, voi mi avete chiesto perché questo gemellaggio…. Semplice: le persone da noi sono partite in un momento della loro esistenza da voi a Donceel. Voi li avete accolti, gli avete trovato lavoro, avete anche istruito i loro figli nel rispetto degli altri. Oggi – prosegue il sindaco italiano – il popolo di Montecalvo è onorato di accogliere gli abitanti di Donceel che hanno lo stesso sangue e un identico senso di ospitalità. La speranza è che questo riscontro, partito su basi solide contribuirà ad appianare tutte le nostre differenze amministrative. E che, soprattutto esso contribuirà a fare uscire la mia comunità dai suoi problemi economici. Spero che questo gemellaggio sanerà questa triste piaga economica dell’emigrazione, vero dramma della nostra regione.”
Così Giancarlo Di Rubbo insiste sulla volontà del suo consiglio comunale di rilanciare l’immagine probabilmente offuscata della sua comunità, di cui si ignora troppo spesso che essa offre una grande ricchezza culturale, artistica, gastronomica e religiosa. E il sindaco al termine domanda ai Doncellesi di aiutare lo sviluppo sul piano economico.
Questi ultimi, da parte loro visto le basi e la favolosa accoglienza loro riservata, sono stati i primi a convincersene: Montecalvo dispone i sufficienti strutture per promuovere le sue qualità.
Michel Paulus è evidentemente il primo a crederci.“Nel settembre del 2003 – ricorda – siete venuti a Donceel perché eravamo fidanzati: Oggi, dopo qualche giorno trascorso nelle vostre famiglie, celebriamo il matrimoni tra le nostre due comunità. Il nostro scopo è di condividere la nostra amicizia, la nostra economia, la nostra cultura la nostra gioventù. Si crescerà meglio insieme alla comunità Europea. D’altronde questa ultima istituzione è quella che dovrà darci le risorse finanziare per posare una base concreta per i nostri scambi futuri.”
Al termine dello scambio di regali ( piatto doppia decorazione di Montecalvo per Donceel, birra e t-shirts commemorative del gemellaggio per Montecalvo), un primo gruppo di lavoro si è riunito subito per definire le tracce del lavoro. La prima opera comune sarà così la realizzazione da entrambi le parti di un film che rappresenti le rispettive comunità. Una maniera come un’altra di farsi conoscere nelle due comunità. [Nativo][Credit│Foto/Franco D'Addona] - 			
Eclanese 1 – Pol.Montecalvo 1
Qualificazione per la Polisportiva Montecalvo nella Coppa Italia dilettanti
[Edito 12/09/2004]  Mirabella Eclano AV – A venti minuti dalla fine, la Pol.Montecalvo raggiunge il gol della qualificazione con il giovane bomber Fioriello. In una partita dominata dai padroni di casa, gli uomini del mister Nardone mantengono alta la concentrazione, pronti a colpire in contropiede e raggiungere il pareggio necessario per la qualificazione al prossimo turno della Coppa Italia dilettanti, con il minimo sforzo richiesto. In vantaggio al 4° minuto del secondo tempo, la squadra di casa segna grazie a Ranaudo su calcio d’angolo battuto da Ginestra. Subito dopo il gol, la Pol.Montecalvo si scuote e, alla prima vera azione offensiva, Fioriello guadagna palla a centrocampo e si invola verso l’area avversaria, battendo l’incolpevole portiere dell’Eclanese. Con il pareggio contro una squadra di categoria superiore, la formazione della Pol.Montecalvo, sotto la guida del nuovo presidente Pompilio Stiscia, raggiunge il suo primo obiettivo stagionale, alimentando le speranze per il futuro campionato. [Nativo]Alfonso Caccese
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Polisportiva Montecalvo – Mas.Av 0 – 0
[Edito 19/09/2004] Montecalvo Irpino AV – 1° Giornata campionato di promozione – Girone C – Classifica
GIRONE C SQUADRA PUNTI GARE VINTE NULLE PERSE RF RS MEDIA S GIORGIO SANNIO 3 1 1 0 0 3 1 2 JUVE CIRCELLO 3 1 1 0 0 4 3 1 VENTICANO 3 1 1 0 0 2 0 2 GIORGIO FERRINI BN 3 1 1 0 0 1 0 1 APICE 3 1 1 0 0 3 1 2 ATL. MONTELLA 1 1 0 1 0 2 2 0 MAS AVELLINO 1 1 0 1 0 0 0 0 RIONE MAZZINI 1 1 0 1 0 2 2 0 POLISPORTIVA MONTECALVO 1 1 0 1 0 0 0 0 S ANDREA CONZA 0 1 0 0 1 1 3 -2 ALTA IRPINA 0 1 0 0 1 3 4 -1 BISACCESE 0 1 0 0 1 0 1 -1 LACEDONIA 0 0 0 0 0 0 0 0 PC S.TOMMASO 0 1 0 0 1 0 2 -2 REAL S.SOSSIO 0 0 0 0 0 0 0 0 SPORTING SERINO 0 1 0 0 1 1 3 -2 [Nativo]
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REAL SAN SOSSIO – MONTECALVO 1- 0
Alfonso Caccese
[Edito 00/09/2004] San Sossio Baronia AV – Senza attenuanti la sconfitta della Polisportiva Montecalvo sul campo del Real San Sossio che si rivela come la bestia nera della squadra del presidente, Pompilio Stiscia.
Il Real San Sossio conquista una meritata vittoria contro il Montecalvo. L’undici sossese guidato da mister Natale è sceso in campo con la giusta cattiveria agonistica, provando a vincere e ad imporre il proprio gioco sin dai primi minuti. Ma nonostante gli assalti il vantaggio dei padroni di casa arriva solo al 24′ del secondo tempo:Caruso, del San Sossio, entra in area lanciato da Cordasco e sgancia un forte tiro che scavalca il portiere Fanini. Non ha demeritato il Montecalvo,anche se il tecnico Nardone ha presentato una formazione con un atteggiamento troppo remissivo, che ha permesso ai padroni di casa di fare la gara e di conquistare ampie porzioni di campo da sfruttare e colonizzare. Infatti allo scadere della partita sciupa una seria occasione da goal con un tiro del giovane Fioriello bloccato facilmente dal portiere Ferraro. Il Montecalvo ha una attenuante, visto che i fratelli Nardone non hanno partecipato alla gara per un infortunio subito sabato a Mirabella. Niente di grave per fortuna, solo tanto spavento. A loro va un grosso in bocca al lupo da parte della dirigenza del Real San Sossio, alla quale ci associamo. [Nativo] 
			


















