Beni culturali

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    Il Crocifisso scomparso dal Museo Parrocchiale di Montecalvo

    LETTERA APERTA A S. E. FELICE ACCROCCA ARCIVESCOVO METROPOLITA DI BENEVENTO

    Franco Aramini

    [Ed. 09/03/2021] Eccellenza reverendissima, non Le nascondo l’imbarazzo nel rivolgermi a Lei nella pubblica modalità di una lettera aperta che vuole diffondere fatti e situazioni, a dir poco incresciosi, che nel corso degli ultimi mesi hanno travolto la comunità parrocchiale di S. Pompilio Maria Pirrotti in Montecalvo Irpino, e non solo.
    Non ce ne sarebbe stato bisogno, se la Sua paterna attenzione fosse stata più visibilmente presente, sia per dissipare dubbi, sia per lenire ferite.
    Non dubito delle Sue premurose curiali attenzioni che a seguito delle ancora misteriose dimissioni del parroco don Lorenzo Di Chiara si sono concretizzate con la nomina a vicario parrocchiale del Suo vicario generale.
    E’ vero che questa Sua decisione ha, in qualche modo, sopperito ad un’assenza che, diversamente, sarebbe stata, o quantomeno apparsa, totale, ma è anche vero che, a tutt’oggi, alcuna risposta è venuta alle inquietanti domande che da quasi un anno, ormai, la nostra ferita e dispersa comunità si sta ponendo:
    – la donazione di cinquantamila euro da parte di una benefattrice montecalvese per la ricostruzione del campanile più rappresentativo della nostra storia non solo religiosa: dov’è finita la gran parte di questi soldi, che come da comunicazione del Suo vicario non è più nel bilancio parrocchiale; e del campanile nemmeno l’ombra? Darà disposizioni, come dal Suo vicario promesso in un’informale riunione di ex collaboratori della parrocchia, per risarcire in qualche modo la nostra comunità?
    – farà alla nostra comunità chiarezza sugli arcani movimenti bancari effettuati sul conto della parrocchia, con particolare riferimento all’enigmatica uscita di seimila euro, già segnalati con un esposto alle autorità competenti?
    E la stessa chiarezza sarà fatta sulle altalenanti movimentazioni bancarie della Fondazione Rosa Cristini effettuate in assenza della prevista e obbligatoria autorizzazione del consiglio di amministrazione? irregolarità di cui dette comunicazione il delegato arcivescovile per il patrimonio nella stessa informale riunione?
    In merito al secondo caso ha provveduto, la Sua curia, a segnalare la cosa alle autorità giudiziarie?
    – verrà a ricordarci che la vera fede supera le popolari manifestazioni devozionali, comunque nei secoli generose di ori votivi la cui sparizione meriterebbe, in ogni caso, ferma e pubblica condanna?
    E come mai, a tal proposito, il Suo vicario non ha denunciato, né agli organi di polizia né alla pubblica opinione, la raccapricciante sostituzione con plastica del preziosissimo crocifisso d’oro (circa due kg), dono a S. Pompilio di quella popolare devozione, visto che la foto attestante l’avvenuta scempiaggine risale a oltre sei mesi prima della denuncia esposta dall’attuale parroco?
    – Le ha riferito, il Suo vicario, che nel corso dell’informale riunione di cui agli esposti precedenti un nostro parrocchiano collaboratore testimoniò pubblicamente di aver appreso dell’assenza dell’oro votivo della statua lignea dell’Abbondanza direttamente da chi lo aveva sottratto? E se sì, ha chiesto conto a costui di dove l’avrebbe custodito e dove tutt’ora si troverebbe? E ancora: hanno informato le forze investigative, Lei o il Suo vicario, di cotanta preziosa testimonianza?

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    La Chiesa del Carmine

    La chiesa del Carmine, edificata nel 1498, fu tenuta dal 1518 dai Padri Agostiniani Ilicetani; nel 1693 il cardinale Orsini vi trasferì la funzione parrocchiale del Rettore di S. Nicola. La chiesa fu inizialmente dedicata a S. Sebastiano ma nel 1652 cambiò la sua denominazione in chiesa di Maria SS. del Carmine, come attestato da una iscrizione su arenaria conservata nel giardino del non più esistente Palazzo Stiscia, ad essa adiacente. La chiesa del Carmine fu notevolmente danneggiata dai vari terremoti succedutisi nel corso della sua storia. A seguito di quello del 1627, probabilmente fu oggetto di un primo rifacimento e risultò ulteriormente danneggiata dai terremoti del 1688, 1702, 1930 e 1962. La volontà di conservarne il ricordo,malgrado le distruzioni, rende quest’opera il classico caso di luogo di culto importante nella memoria del paese, anche se non più presente nella sua originaria sostanza, tanto che essa fu completamente rifatta dopo il 1930. In quell’occasione l’edificio fu arretrato di alcuni metri verso Sud-Ovest, occupando una parte del giardino Stiscia. Il terremoto del 1962 richiese l’esecuzione di un ulteriore restauro, mentre i lavori al pavimento e alla facciata furono eseguiti successivamente. La facciata della chiesa del Carmine contribuisce a creare le quinte dell’ampia piazza omonima, oggetto, anch’essa , di una accurata sistemazione. La facciata è anticipata da un basso corpo traforato da archi a tutto sesto di cui quello centrale, più ampio ed alto, costituisce l’ingresso. Sul retro è un liscio piano terminante a tetto inclinato e recante al centro uno schematico rosone circolare. Ancora più arretrate sono le due piccole ali laterali, anch’esse a profilo spiovente, recanti ciascuna una snella finestra arcuata. Lateralmente l’edificio è ancor più disadorno e mostra, quali unici elementi architettonici, finestre bifore inquadrate in arcate cieche a tutto sesto. La chiesa ha impianto a tre navate e conserva all’interno alcune rilevanti opere d’arte, quali statue in legno dipinto, raffiguranti San Felice Martire e la Madonna della Libera, risalenti rispettivamente al XVII e al XIV (o forse XV) secolo. Oggetto di pellegrinaggio dei fedeli arianesi, la statua della Madonna è forse proveniente dal non più esistente feudo di Corsano. Il culto di San Felice, patrono di Montecalvo, è onorato in questa chiesa anche dalla presenza di un’urna contenente le ossa del Santo. Opera notevole è anche il pulpito ligneo del XIX secolo, conservato in sacrestia insieme ad alcune porte intarsiate.
    [Credit│Testo - CTC Centro turismo culturale │Foto - Google Maps]

    Redazione

    [Bibliografia di riferimento]
    [Cavalletti G.B.M. Montecalvo dalle pietre alla storia, Poligrafica Ruggiero, Avellino, 1987]
    [AA.VV., Progetto Itinerari turistici Campania interna: la valle del Miscano, Volume 1 , P. Ruggiero, Avellino, 1993]

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    Inaugurazione “Museo della Religiosità Montecalvese e della Memoria Pompiliana”.

    [Ed. 03/08/2008] Oggi, il giorno 17 del mese di luglio dell’anno 2008, essendo Pontefice della Chiesa Universale il Papa Benedetto XVI e Presidente della Repubblica Italiana l’Eccellentissiino Giorgio Napolitano il popolo montecalvese si è riunito in festosa assemblea dinanzi all’avito Palazzo Pirrotti per l’auspicata e attesa riapertura della struttura museale, già fondato nel 1898 da Mons. Pompilio Pirrotti, Cappellano Domestico di Sua Santità, Parroco di Montecalvo e Pronipote dell’illustre concittadino San Pompilio Maria Pirrotti dSP.

    I consiglieri della Fondazione rosa Cristini: Prof.Leonardo Pappano, Prof.Alberto De Lillo, Sac.Don Teodoro Rapuano, Rag.Gennaro Pallavanti, Rag.Antonio D’Agostino.

    Sono presenti, oltre ai numerosi fedeli e ai graditi ospiti: Molto Rev.do Padre Dante Sarti dSP Provinciale della Provincia Italiana dei Padri Scolopi; Molto Revdo Padre Sabino lannuzzi ofm, Provinciale della Provincia Sannito-irpina dei Frati Minori; Sac. Teodoro Rapuano, Parroco e Presidente della Fondazione Cristini; Padre Franco Pepe, Guardiano del Convento di SantAntonio; Padre Sesto Pieroni, Responsabile Nazionale Vocazionale Provincia Italiana delle Scuole Pie; Padre Lorenzo Mastrocinque, Rettore del Santuario Regina della Pace in C/da Malvizza; Padre Martino Gaudiuso, Rettore della Comunità delle Scuole Pie di Frascati; Mons. Pasquale Maria Mainolfi, Direttore dell’istituto Superiore di Scienze Religiose “Redein ptor hominis” di Benevento e Direttore di Disputationes Pompilianae; Sac. Luigi Verzaro e Sac. Biagio Corleone, Sacerdoti MontecalvesiSr. Isolina Meoli e Sr. Maria Sarnataro, Suore della Sacra Famiglia di Spoleto; Giancario Di Rubbo, Sindaco di Montecalvo Irpino; Dott. Giuseppe Muollo, Soprintendenza di Salerno Avellino; Tufo Sabato, Maresciallo dei Carabinieri; Corpo dei Vigili Urbani; Pompilio Albanese Presidente della Pro-Loco; Achille Mottola, Presidente del Conservatorio di Benevento; Prof. Davide Nava, Preside; Alberto De Lillo, Leonardo Pappano, Antonio D’Agostino, Gennaro Pallavanti, Consiglieri Fondazione Rosa Cristini.

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    Il Trekking Pompiliano dell’infaticabile Gaetano Caccese

    Gaetano Caccese, presso la fontana dell Abbondanza

    Montecalvo Irpino AV – Domani, 29 settembre, è l’anniversario della nascita di San Pompilio. Come ogni anno, in occasione di questa ricorrenza, ci sarà un’escursione lungo i luoghi percorsi dal Santo che partirà alle ore 8:00. L’appuntamento è davanti alla chiesa.

    È ammirevole il lavoro, la costanza e la perseveranza che l’infaticabile Gaetano Caccese mette nell’organizzare questo percorso a piedi da oltre venti anni. Il cammino collega la chiesa di San Pompilio di Montecalvo ai ruderi della chiesa dell’Abbondanza, situata nella contrada Mauriello, che dista almeno quattro chilometri dal paese.

    Il trekking Pompiliano è il nome dato a questo cammino, che segue il percorso che il Santo faceva quando si dirigeva verso la chiesa  situata nelle terre di sua proprietà. È un itinerario suggestivo e affascinante che si snoda lungo la “Ripa della Conca”.  Appena dopo aver superato l’antico ospedale di S. Caterina, ci si imbatte nella Grotta dei Briganti e in alcuni casolari abbandonati. Arrivati in fondo, dopo aver quasi toccato i calanchi con mano, si attraversa un ponticello costruito da Caccese stesso, che serve per oltrepassare un  ruscello. Qui si può osservare, sulla cima di un costone dalla quale fuoriesce acqua ferruginosa di colore rossastro, una cavità chiamata “l’Occhio del Diavolo”, ed è altresì possibile notare fusti di alberi secolari così alti che la vista verso l’alto si perde tra le loro cime.

    Dopo aver attraversato l’area boschiva che costeggia la “macchia Cavalletti”, ci si inoltra lungo un crinale di arenaria, un’altra meraviglia per chi ama scoprire luoghi incontaminati. Ricordate una pubblicazione uscita qualche tempo fa, realizzata dall’Istituto Comprensivo di Montecalvo Irpino,  intitolata “C’era una volta il mare…”?  Infatti,  qui  è possibile toccare con mano i reperti descritti in quel volumetto, come i resti di fossili di conchiglie di ogni ordine e grandezza.

    Infine, si giunge ai ruderi della chiesa e della fontana dell’Abbondanza. Alcuni anni fa, il vulcanico Gaetano Caccese riuscì persino a coinvolgere Don Teodoro Rapuano, l’ex parroco di Montecalvo, guidandolo lungo i tortuosi pendii del percorso. Il reverendo, dopo aver tenuto compagnia ai partecipanti durante il tragitto, celebrò messa proprio lì, tra i resti di quello che un tempo doveva essere un luogo di culto molto sentito sia per San Pompilio che per i fedeli delle contrade vicine. [Correlato│L'Occhio del Diavolo]

    [Bibliografia di riferimento]
    [Di Giovanni E. –  Favorito A., C’era una volta il mare, Arti Grafiche Tommasiello, Montecalvo Irpino AV, 2002]

    Francesco Cardinale

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       Visita alla casa generalizia delle scuole pie

    [Ed. 01/04/2003] Roma – Visita alla casa generalizia delle scuole pie. Foto Franco D’Addona

    Redazione

    Didascalie 

    • Statua di S. Pompilio M. Pirrotti Venerata nella chiesa di S. Pantaleo delle Scuole Pie.
    • Altare che custodisce il corpo di S. Giuseppe Calasanzio fondatore delle Scuole Pie
    • Il letto ove mori S. Giuseppe Calasanzio
    • Cella di S. Giuseppe Calasanzio – Scrittoio
    • Il reliquiario che conserva, incorotti, la lingua e il cuore del santo di S. Giuseppe Calasanzio
    • Una delle tele di S. Pompilio Pirrotti custodite nella pinacoteca della casa generalizia
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    Il Fonte Battesimale e i capitelli erratici della Chiesa di S. M. Maggiore

    Giuseppe Muollo

    Montecalvo irpino AV –  00 marzo 2004 – La presentazione del restauro del fonte e dei capitelli è l’ultimo atto, allo stato, di una intensa collaborazione creatasi tra la Soprintendenza di Salerno e Avellino e la parrocchia di San Pompilio, guidata e governata da Don Teodoro Rapuano, al quale va tutto il mio apprezzamento.
    Una collaborazione protetta dalla presenza costante della Madonna dell’Abbondanza,rinvenuta nel sottoscala di casa Pirrotti il 16 marzo del 2001, durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio per l’erigendo museo pompiliano dal maestro muratore Carlo D’Agostino.
    L’8 marzo del 2003 presentammo il restauro del portale della Cappella Carafa, a distanza di un anno presentiamo il restauro del fonte battesimale e dei capitelli;due capitelli figurati che fanno mostra di una qualità alta per la tecnica di esecuzione, rispetto alle cose realizzate nel primo cinquantennio del secolo XII in Irpinia e di cui a breve vi parlerà da par suo, il professore Francesco Gandolfo che ringrazio sin d’ora della sua squisita disponibilità per aver accettato di buon grado il mio invito.
    IL fonte Battesimale collocato in controfacciata della navata laterale sinistra, è costituita da un sarcofago in pietra riutilizzato come vasca, sulla cui parete lunga è presente una iscrizione riferita al 1491.

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    La Madonnina di Largo Croce

    Antonio Stiscia


    [Ed. 00/12/2005] Era la Madonnina di Largo Croce,posizionata a spartistrada tra la Via Rettifilo(Via Roma) e la Strada per  Corsano,un ricordo incancellabile per tutti quelli, che come me, sono nati negli anni cinquanta. Edificata a seguito della visita dei Padri Missionari Redentoristi,avvenuta nel 1954,la Statuina è stata un punto di riferimento per tutti i Montecalvesi,credenti e non,perché legata alla nostra fanciullezza e perché simbolo della nostra tradizione religiosa,fatta di vera fede e semplici cose. Era consuetudine fotografare i bambini ai suoi piedi,per una sorte di sana devozione e per cercare la protezione della Santissima Madre e spesso, chi partiva per terre lontane,soleva portarsene il ricordo,convinto che quella Madonnina del Viandante, potesse proteggerne il cammino nella vita. Abbattuta per la realizzazione di alcune opere di ricostruzione,ben dopo il terremoto del 1962,con l’impegno di ricostruirla nelle fattezze originarie e con il riposizionamento della statuetta,custodita non si sa dove,si aspetta da anni che qualcuno provveda a rifare un monumento che appartiene alla nostra storia,ai nostri ricordi e al pianto capriccioso di tanti bambini che si rivolgevano alla Madonnina per vedersi esauditi i tanti piccoli desideri. Sarebbe troppo facile costruire una nuova polemica,ve ne sono già tante e per cose fatue e a volte incomprensibili,ma come non dolersi del fatto che si creino nuovi sacelli e non si recuperino quelli di un tempo?
    Spero che questo mio umile scritto ,riaccenda la memoria dei tanti e che si ponga finalmente mano alla riedificazione di quella edicoletta,di nessun pregio artistico,ma cara e preziosa ancor di più,perché testimonianza del nostro breve passato,carico di spensieratezza e civile convivenza. [Nativo]