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Il mercato – Momenti di vita quotidiani che si ripetono da secoli
[Ed. 05/03/2003] Per la comunità Montecalvese , ormai il “mercoledì” è il giorno del mercato. Una consuetudine che si ripete costantemente con gli stessi tempi e con gli stessi ritmi da alcuni secoli. Un appuntamento a cui è difficile mancare da parte dell’intera popolazione di Montecalvo, vuoi per economizzare la spesa familiare,vuoi per l’occasione di incontrarsi con gli amici delle campagne o di fuori per scambiare quattro chiacchiere o aggiornarsi sulle vicende e fare commenti sui fatti della vita. Quello Montecalvese è uno dei mercati settimanali che vede la presenza maggiore di ambulanti e persone. Si svolge nella parte alta del paese nella zona compresa tra “Viale Pini” (una volta Via Largo Mercato) e Via Roma (una volta chiamata “Rettifilo”).La tipologia commerciale ovviamente si è adeguata ai tempi moderni , puoi trovare di tutto a prezzi contenuti. Nel corso degli anni è stato oggetto di critiche, soprattutto da parte dei commercianti locali, che vedevano diminuire i propri incassi proprio il mercoledì. Ma a difendere e a proteggere questa istituzione è stata sempre la sensibilità della popolazione incollata fortemente alla sua tradizione.In conclusione si può senza dubbio affermare che il ” mercato ” è uno dei momenti di vita quotidiani di grande importanza sociale per i Montecalvesi. [Nativo] Alfonso Caccese
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La Malvizza – La Transumanza, le Bolle, il Grano
[Ed. 04/10/2004] Parliamo della Malvizza, in questo nostro scritto che segue di circa un anno un altro che abbiamo dedicato a Tressanti. Tressanti e La Malvizza sono due contrade di campagna del nostro paese, Montecalvo Irpino, il quale ha un estesissimo territorio extraurbano. Esso abbraccia completamente il monte da cui prende nome il capoluogo e, uscendo dai confini naturali di alcuni torrenti che orlano a valle le pendici di questo monte, ingloba anche il colle di Corsano ad Ovest, la pendice settentrionale del colle su cui si estende Tressanti, a Sud, e, per ciò che più ci interessa ora, ritaglia una larga fetta di una pendice montuosa chiusa tra due torrenti, ad Est, denominata Malvizza. La pendice della Malvizza può definirsi una quasi-pianura per i vasti pianori che ne rompono il dislivello soprattutto a mezza costa. Il corso d’acqua che separa le terre del capoluogo da quelle della Malvizza è il Miscano: un minuscolo fiume, asciutto per buona parte dell’anno, e un confine che, sulla scorta di quanto ci si è venuto a mano a mano svelando, è piuttosto un tratto d’unione che non una barriera tra il paese e la contrada. -
Inaugurazione nuovi locali della scuola elementare
[Ed. 04/10/2004] Montecalvo Irpino AV – Inaugurati ufficialmente i nuovi locali della “scuola elementare”, in via Palombaro. La cerimonia si è svolta ieri, 4 ottobre, alle ore 12,00, alla presenza delle autorità civili e religiose. L’amministrazione comunale ha voluto scegliere e far coincidere questa data per l’inaugurazione della nuova scuola, intitolata al santo locale “S.Pompilio M. Pirrotti”, con la festività del patrono d’Italia, San Francesco D’Assisi per dare un segno di serenità e di fratellanza, come nello spirito del poverello d’Assisi, alla comunità montecalvese negli ultimi tempi abbastanza irrequieta. Moltissimi anni sono trascorsi dall’inizio del lavori di questa opera pubblica destinata alla popolazione scolastica e oggi finalmente si risolve un annoso problema che stava cuore a tutti. I locali ampi e spaziosi di tipologia moderna, sono stati messi a disposizione dagli amministratori alla nuova dirigente dell’istituto comprensivo, già nei primi giorni di settembre in concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico. Il nuovo edificio nei disegni dell’esecutivo comunale doveva ospitare i ragazzi della scuola media, ma la nuova preside, Dott.ssa Carpenito, insieme ai suoi collaboratori scolastici, ha convenuto scegliere di ospitare le classi della scuola elementare più numerose rispetto a quelle delle medie di conseguenza trasferite nei locali di via Roma. Soddisfazione da parte del sindaco Di Rubbo del vice sindaco Iorio e dalla attuale maggioranza che hanno voluto ribadire il concreto impegno dei nuovi amministratori a portare avanti e ultimare tutti quei progetti messi in cantiere dalle passate amministrazioni per la costruzione di un futuro migliore per la cittadinanza montecalvese. [Nativo]Alfonso Caccese
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Commemorazione dei defunti
[Ed. 01/11/2004] L’appuntamento con la commemorazione dei defunti si è svolto nel più tradizionale dei modi. Molti i nostri compaesani rientrati in paese, che hanno approfittato del lungo ponte di fine ottobre. Il tempo mite e quasi estivo ha favorito l’afflusso composto delle persone che fin da Sabato, 30 ottobre, hanno percorso il lungo vialone che porta all’ingresso del cimitero. Foto Franco D’Addona [Nativo]
Alfonso Caccese
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La favola della Via Francigena che solca il bacino della valle del fiume Miscano
[Ed. 09/05/2017] Premesso che: “ L’11 novembre 2009 si è concluso l’iter procedurale per la validazione ufficiale del tracciato della Via Francigena, con la firma congiunta del Ministro per i beni e le attività culturali, on. Sandro Bondi e del Ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali, on.le Luca Zaia.L’iniziativa si è svolta nell’ambito del progetto di Valorizzazione degli itinerari storici, culturali e religiosi realizzato dal Ministero per i beni e le attività culturali ed è stata coordinata dalla Direzione generale per le biblioteche, gli istituti culturali e il diritto d’autore, presso la quale opera il Comitato scientifico della Consulta degli itinerari storici, culturali e religiosi.” Nella seduta del 31 marzo 2009 il Comitato aveva espresso la sua formale approvazione del tracciato, così come illustrato nel sito web della Direzione (http://www.francigenalibrari.beniculturali.it/…/newsHP3…) in cui sono riportate tutte le informazioni sulle mappe, le tracce GPS e i road book del percorso.
Il progetto consentirà di procedere agevolmente all’adozione e realizzazione, in sede locale, di tutti gli strumenti, per la migliore valorizzazione del tratto viario anche a beneficio del corpus unitario che attraversa il Paese dal passo Gran San Bernardo fino a Roma. -
Comparto Pappano a Montecalvo. Fine dell’odissea dopo venti anni
[Ed. 01/10/2002] Montecalvo Irpino AV – Si sono conclusi ieri mattina i lavori della commissione per l’aggiudicazione dei lavori per il comparto Nicola Pappano. I risultati sono ancora ufficiosi ma sembra che ad aggiudicarsi l’appalto sia stata l’azienda Costruzioni Raffaele Capezzuto di Pastorano in provincia di Caserta. Il due settembre, data di scadenza per le presentazioni delle domande, erano giunte al comune di Montecalvo le buste di 32 ditte. La commissione nelle prime tre sedute ha valutato i requisiti e la documentazione allegata alle domande. Delle 32 domande, 26 sono state ritenute valide le altre sono state escluse per irregolarità della documentazione, molte avevano i certificati scaduti. Ieri mattina c’è stata l’apertura delle buste delle offerte. In un primo momento sembrava che le buste non sarebbero state aperte perché c’era il dubbio per tre ditte che sembravano non in regola con i certificati dei tribunali. Addirittura i lavori erano stati interrotti, avendo deciso la commissione di chiedere chiarimenti ai tribunali competenti. Interpellati i tribunali le tre ditte sono state ammesse e così si è proceduto all’apertura delle buste. La ditta Capezzuti si sarebbe aggiudicata la gara con un ribasso d’asta pari al 22.084%. Tra qualche giorno, giusto il tempo di formalizzare il contratto, dovrebbero essere consegnati i lavori. Sembra così concludersi l’odissea di 80 proprietari che, a 40 anni dal terremoto che ha danneggiato le loro abitazioni, incominciano a credere che il sogno di riavere le case diventi realtà. Infatti tra i proprietari c’è stata soddisfazione. Soddisfazione la dimostra anche il segretario dei DS Giuseppe Ruccio: “Siamo soddisfatti. Quella del Comparto Nicola Pappano è stata una nostra battaglia. L’amministrazione durante un consiglio comunale, in quell’aria, aveva proposto di costruire una piazza. Noi ci siamo ribellati, tant’è che in quella occasione siamo usciti dalla maggioranza, ed ottenemmo il rinvio del punto all’ordine del giorno. Nella successiva seduta la ricostruzione fu votata all’unanimità. Se noi non ci fossimo ribellati la cosa sarebbe passata ed i proprietari non avrebbero riavuto le loro case e quell’area sarebbe divenuta una piazza”. [Nativo] Corriere dell’Irpinia
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Commento alle poesie di Angelo Siciliano
[Ed. 24/12/2003] Il 16 marzo del 2001 rappresenta una data storica per la comunità di Montecalvo. Al suo patrimonio affettivo ritornano delle sacre icone che il tempo, con la complicità forse inconsapevole degli uomini, aveva avviluppato negli indefinibili veli dell’oblio.
Il cammino dello spirito spesso si accompagna, nella Storia, ai frutti che esso stesso produce nella contemplazione del Fine e dell’infinito percorso di un arcano che morde le nostre percezioni.
Ed è nell’ammirazione del costruito che, molte volte, riprendiamo il percorso interrotto.
Ma se all’arte si aggiunge il mistero, e se questo si esplicita nel richiamo sensibile di una morte sicura accompagnata da una inesprimibile sensazione di pace, e quindi di vita, diviene essa stessa cammino.
Durante il quale ci si imbratta e si cade. -
Storia e ricetta dei cicatielli
[Ed. 28/09/2004] Di antichissime origini e legata alla tradizionale e gustosa cucina contadina, si racconta che secoli addietro una donna montecalvese, irritata dai tradimenti del marito, volle sfogare la rabbia che aveva in corpo,inventando una pasta. Il tutto appare comprensibile, se si pensa al modo in cui viene lavorato l’impasto (con buona foga), lo strappo del pezzo di pasta che viene accecato (cicato) con l’indice e il medio della mano, movimenti che ben esemplificano e testimoniano la rabbia della moglie cornuta, che riuscirà, proprio con questo piatto a riconquistare il marito.
La fantasia popolare é il sale di ogni civiltà e l’orgoglio di un paese, che con la più antica Sagra della Campania XXXIV edizione – 15 Agosto “Sagra dei Cicatielli e del pane di Montecalvo” cerca di mantenere vive le sue tradizione gastronomiche e folkloriche (Gruppo Folk la Pacchiana).
Ingredienti per 4 persone:
Farina di grano duro (saraolla) 400 grammi e acqua tiepida (per l’impasto)
Condimento: 3 varianti-connesse alla stagione:
– Ragù di carne con la braciola (braciola della moglie);
– Con i broccoli (scaldati con i cicatielli) e conditi con la scardella (pancetta a pezzetti soffritta in olio extra vergine di olive delle colline irpine; N.B. i broccoli nella tradizione montecalvese vengono considerati afrodisiaci e fertilizzanti il seme maschile “chi si magna lu ruoccolo s’adda sta fermo cu lu paruoccolo”;
– Con passato di pomodoro fresco e condimento di ricotta salata (fresca o stagionata)
Preparazione:
Si impasta la farina con l’acqua tiepida, energicamente, e fino a formare un pane di pasta elastica e compatta, che si lascia a riposare per qualche minuto.
Con un coltello si procede al taglio della pasta, ricavandone alcuni pezzi fusiformi che adagiati su di un piano di lavoro, vengono affusolati dallo sfregamento congiunto delle mani sulla pasta, che assume la forma di un lungo fuso (cingolo), dal quale con un movimento combinato (pressione dell’indice e del medio della mano) si incava la pasta che viene strappata dal cingolo per diventare cicatiello.
Terminata dei cicatielli, gli stessi vengono posti ad asciugare su di un piano in legno (tavulillo), per la necessaria breve essiccazione prima della cottura, in abbondante e bollente acqua salata.
Buon appetito! [Nativo][Credit│Foto - Archivio F. D'Addona]Antonio Stiscia
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Continuatori del cognome di una “gens” sannita a Casalbore
[Ed. 24/09/2004] Sergio Ignelzi di Casalbore vorrebbe sapere che cosa significa il suo cognome. Si è rivolto ad una rubrica de Il Corriere della Sera, però la sua richiesta è rimasta insoddisfatta. Avendo scoperto per caso la sua richiesta sul Web, ma non disponendo del suo indirizzo e-mail, gli rispondo tramite il nostro sito montecalvese.La mia ipotesi sull’origine del suo cognome è la seguente: IGNELZI deriverebbe da EGNATII (nom. pl.) , che era il cognomen di una gens sannita molto famosa. Gallio Egnazio fu l’eroico comandante della Terza guerra sannitica che cadde a Sentino (presso Fabriano), nel 295 a.C., dove i Sanniti, alleati con i Galli e gli Etruschi, furono sconfitti dai Romani, in una battaglia che segnerà il declino delle sorti dei Sanniti e che costò ai vincitori la morte del console romano Decio Mure, immolatosi perché la vittoria arridesse ai suoi.
Un altro noto appartenente alla gens Egnazia fu Mario Egnazio, uno dei comandanti dei Socii italici nella guerra Sociale, del 91 – 87 a.C.
La mia ricostruzione.
La forma latina EGNATII corrisponde probabilmente a una forma osca che ricostruisco in *EIG-NATII.
Da EIG-NATII, con due mutazioni fonetiche diacroniche, prima si sarebbe avuto > IGNATII per caduta della /E/ in prima posizione determinata dall’accento tonico sulla /A/, poi > IGNE(L)ZI, per inserimento di compenso (epentesi) della /L/ per la caduta della /I/ finale e la mutazione vocalica A>E per oscuramento dovuto a /A/ in sillaba chiusa.
Chiedendo scusa per il ricorso a una terminologia forse non chiara a tutti, ma, secondo me, necessaria, mi auguro che gli IGNELZI abitanti tuttora a Casalbore e a Ginestra degli Schiavoni possano leggere questa nota. [Nativo]
Mario Sorrentino
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Natale 2004
[Ed. 24/12/2004] Nella storia dell’umanità, per noi credenti, due notti sono le notti più importanti del tempo e della storia. La notte di natale e la notte di Pasqua. La notte di Natale , santissima notte, come santissima è la notte di Pasqua, è la notte in cui si realizza il più grande mistero che l’uomo abbia mai potuto conoscere: Gesù nostro salvatore, appare visibilmente nella nostra carne, per assumere in sé tutto il creato e sollevarlo dalla sua caduta. ” Non temete, ecco vi annuncio una grande gioia. Oggi vi è nato il Salvatore che è Cristo Signore” annunziano gli angeli sulla grotta di Betlemme. La chiesa, in questo periodo, ricorda a tutti i cristiani di buona volontà la speranza che non delude. Le attese di liberazione del popolo d’ Israele, alimentata dai profeti, sono immagini della nostra attesa di liberazione. La nostra storia è come giunta ad una strettoia, dalla quale si fatica ad uscire: Senza Gesù (cioè senza morale, giustizia, verità, rispetto del prossimo) l’uomo è un fallito, o peggio ancora un illuso. Nella notte di natale simbolo del buio che tanti, anche nel nostro paese, stanno sperimentando, apparirà una Luce per chi vuole vederla. Tale luce mette a nudo i nostri vuoti e le nostre scelte errate, il nostro egoismo e le nostre miopie. Ma è anche luce di speranza per chi attende la liberazione. [Nativo]Teodoro Rapuano






























